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Le più belle frasi di Anna Magnani

Selezione delle frasi più belle e significative di Anna Magnani (Roma 1908-1973), attrice italiana, considerata una delle maggiori interpreti femminili della storia del cinema. Tra i film che l'hanno resa celebre ricordiamo: Roma città aperta, Bellissima, Mamma Roma e La rosa tatuata, film, quest'ultimo, che le valse un Oscar come migliore attrice protagonista. Tra i più prestigiosi riconoscimenti ricevuti da Anna Magnani per le sue magistrali interpretazioni, ricordiamo: due David di Donatello, cinque Nastri d'argento, un Globo d'oro, un Golden Globe, un BAFTA, due National Board of Review, un New York Film Critics Circle Award, una Coppa Volpi a Venezia e un Orso d'argento a Berlino. Così descrive l'attrice Federico Fellini: 
"Mi era simpatica la Magnani, l'ammiravo, ma mi dava un po' di soggezione con quell'aria fosca da regina degli zingari, le lunghe occhiate silenziose, scrutatrici, gli scoppi di risa rauche nei momenti più inattesi. Sembrava sempre risentita, annoiata, altera. E invece era una ragazzetta timida dietro quel cipiglio minaccioso, aggressivo nascondeva un'ingenuità, un pudore selvatico, un entusiasmo da monella, e il sentimento caldo, pieno, di una vera donna, come vorresti incontrare più spesso".
Riguardo alla diffusa concezione di una Magnani cupa e amareggiata, ebbe a dire l'attrice durante un'intervista rilasciata ad Oriana Fallaci: 
"Ma che vole? Che dice? Ma se me sento come una lucertola al sole?! Ma cos'è questo presentamme a ogni costo come una Elettra chiusa, solitària, delusa? Come ve lo devo spiegà che sò allegra, che ho la ruzza, che rido, che esse la Magnani me diverte da morì, e gongolo tutta se la gente me riconosce per strada, se il vigile urbano dice continuando a dirigere il traffico: 'Ciao, Nannarè'?!". [Gli Antipatici, 1963].
Foto di Anna Magnani
Avevo un tale bisogno d'essere amata che facevo di tutto per farmi amare,
e credo d'esser diventata attrice per questo: per essere amata. (Anna Magnani)

Mamma tragica
Intervista con Oriana Fallaci, in Gli Antipatici, 1963 - Selezione Aforismario

È tutta la vita che mi tormentano con la storia che sono superba, arrogante, villana, sboccata: insomma che ho cattivo carattere. E «Anna questo non si dice», e «Anna questo non si fa»: dagli oggi, dagli domani, ho finito per crederci e tentar quello stupido tradimento di sé stessi che chiamano correggersi.

La Magnani è un essere che non sopporto, che non mi piace. Vero è simpatica, mi fa tenerezza.

Di errori ne ho fatti parecchi, di cattive azioni mai.

Non dimentico i torti subiti, spesso non li perdono, ma non mi vendico: la vendetta è volgare come il rancore.

Io non sono una donna debole, sono una donna che sa quel che vuole, che lo ha sempre saputo.

Pietà non me ne faccio mai: detesto la pietà, soprattutto verso sé stessi.

Non ho paura di invecchiare, a condizione che non mi invecchi il cervello. Le grinze in faccia, sa, son sopportabili. Soprattutto se si è goduto abbastanza quando non c'erano. Ma le grinze al cervello, che orrore!

Niente mi è mai capitato per caso, niente: fuorché il successo di Roma città aperta e la fama di poi. Ero talmente convinta che per sfondare nel cinema ci volesse un bel faccino e occhioni azzurri...

Non c'è nessuna vergogna, sia chiaro, a ripetere che io non ho il nome di mio padre, ho quello di mia madre, che mio padre non l'ho conosciuto.

Son diventata «la Magnani» per caso: ma ora che lo sono voglio che si dica «la Magnani ha cattivo carattere».

Si dimentica che io non sono un'attrice di mestiere, che riesco a combinare qualcosa solo quando son libera di far quel che voglio come uno scrittore quando scrive o un pittore quando dipinge, che non posso obbedire alla tecnica, devo inventare.

Se non faccio il teatro è perché il teatro si prende tutta la vita, e la vita per me è mio figlio.

I figli son come i cuccioli: vanno tenuti vicini, curati, se si vuole che si affezionino.

Insomma: è la stessa storia di quando la gente si meraviglia perché la mia casa è piena di buongusto e di libri. Ma quante volte ve lo devo spiegà che non son stata raccattata per strada, che ho fatto fino alla seconda liceo, che ho studiato pianoforte otto anni, che ho frequentato l'Accademia di Santa Cecilia?

Iddio è la coscienza e io sono talmente in pace con la mia coscienza.

L'amore in sé, finché dura, non mi disturba affatto. Dà coraggio, dà sicurezza, fa trascurare le cose senza importanza. Io ci credo. È al grande amore che non ho mai creduto.

Mi citi l'esempio di un grande amore, uno vero, con nomi, cognomi, indirizzi, non uno della leggenda, e ci crederò.

I grandi amori non esistono: son fantasie da bugiardi. Esistono solo piccoli amori che durano un periodo di tempo più o meno breve.

Tutte le volte che io ho amato un uomo, non me la sono mai presa troppo. L'ho amato, son stata gelosa perfin delle mosche, ma sapendo che doveva finire. E quando finisce... si piagne un po', ma poi se ne esce. Passan due mesi, tre mesi, lo ritrovi per strada, e ti sembra impossibile aver sprecato il sonno e le lacrime dietro di lui. Puf.

L'amore è una cosa che mi disturba tanto. L'amore è un girare a vuoto e alla fine non ti resta nulla in mano.

Questo strombazzatissimo amore non mi è più indispensabile, non ne ho più bisogno per vivere...

Le donne come me si attaccano soltanto agli uomini con una personalità superiore alla loro: e io non ho mai trovato un uomo con una personalità capace di minimizzare la mia. Ho trovato sempre uomini, come definirli? carucci. Dio: si piange anche per quelli carucci, intendiamoci, ma sono lacrime di mezza lira.

Ih! Un marito! Che peso, che noia.

Io dico le parolacce ma odio talmente la volgarità. Senza considerare, poi, che le parolacce sono un privilegio di pochi e non significano volgarità.

Perché io accetti una donna bisogna che essa abbia una dignità e un carattere quasi maschile.

Amici, pochi. In un modo o nell'altro riescono sempre a ferirmi, o a tradirmi: ed esser traditi in amicizia è molto peggio che esser traditi in amore.

Io, per il mio prossimo, perdo un sacco di tempo, cerco sempre di fare del bene anche se non è un bene da monumento equestre: ma tutto sommato ci comprendiamo pochino.

Succede così raramente di incontrare una persona umana fra il prossimo. Son più umane le bestie degli uomini ed ogniqualvolta mi accorgo di questo mi viene una tal voglia di andarmene, ritirarmi in campagna, dove nessuno mi veda, tra i cavalli, tra i polli.

Una tenutella in campagna. Ah!, che meraviglia non usar più le automobili, non sentir più la puzza, non subir più la gente...

Io i cretini non li sopporto: meglio un mascalzone che un cretino. E non sopporto nemmeno gli intellettuali. Gli intellettuali son così raramente intelligenti. Molto spesso, l'intellettuale è una cosa, l'intelligente un'altra.

Con gli intellettuali si parla sempre delle medesime cose: sono dei gran rompiscatole e mai generosi, mai propensi a perdonare, a capire, a imparare dagli altri. Li ho frequentati, li frequento, è vero. Ma questo fa, anzi faceva parte del mio programma sbagliato di non vivere troppo isolata, di non fare il mostro sacro, di non avere cattivo carattere.

Non vedo l'ora di non far più l'attrice, di non esser più perseguitata dal mondo in cui vivo! La popolarità mi piace, l'ho detto. Embé? Chi me la leva se vo a stare in campagna? Della carriera che ho avuto son fiera. Embé? Chi me la leva, se pianto ogni cosa?

Son passati i tempi in cui mi illudevo che fare del cinema volesse dire fare dell'arte: non sogno più.

Il cinema, oggi, è fatto di festival, di cannibalismo, di quell'idiozia che chiamano incomunicabilità, di quegli intellettuali che pretendono sempre di insegnare qualcosa e sottovalutano il pubblico dimenticando che il pubblico è composto, sì, di individui insicuri ma, messi insieme, questi individui insicuri diventano un miracolo di intelligenza. E l'intelligenza non sopporta d'esser menata pel naso dagli imbecilli che si mettono in cattedra.

Al cinematografo mi voglio divertire. Se poi, senza che me ne accorga, mi insegna qualcosa, tanto meglio.

Ci penso sempre, alla morte. È così ingiusto morire, dal momento che si è nati.

Morire è finire: perché si deve finire? Un uomo dovrebbe finire quando decide di finire, quando è stanco, pago di tutto: non prima. Oddio, c'è una tale sproporzione tra la dolcezza con la quale si nasce e la fatica con la quale si muore.

Nascere è quattro strilletti sani e gioiosi, morire è tragedia. Si dovrebbe almeno morire con la stessa dolcezza e incoscienza con la quale si nasce... Forse sarebbe più giusto nascere vecchi e morire bambini.
Foto di Anna Magnani
Non togliermi neppure una ruga. Le ho pagate tutte care.
(Anna Magnani - al truccatore)

Frasi da Interviste
Selezione Aforismario

Non togliermi neppure una ruga. Le ho pagate tutte care.
[Al truccatore]

Avevo un tale bisogno d'essere amata che facevo di tutto per farmi amare e credo d'esser diventata attrice per questo: per essere amata.

Tante mattine mi sveglio e mi dico: Anna, tu dovresti piegarti di più, Anna, tu dovresti essere più cinica, più ammanigliata, più furba, più calcolatrice. Ma tanto è inutile che me lo dica.

Ho capito che ero nata attrice. Avevo solo deciso di diventarlo nella culla, tra una lacrima di troppo e una carezza di meno. Per tutta la vita ho urlato con tutta me stessa per questa lacrima, ho implorato questa carezza. Se oggi dovessi morire, sappiate che ci ho rinunciato. Ma mi ci sono voluti tanti anni, tanti errori.

Io senza il calore intorno non funziono, mi smarrisco. Per me, sentirmi circondata da un ambiente freddo, di cervelli e basta, è come dover andare, disarmata, davanti a un dinosauro.

lo non mi curo mai di quello che sembro, di come gli altri mi vedono. Sono così, come la mia vita, le mie speranze, le mie delusioni, le mie gioie e le mie infelicità mi hanno fatta. Lo sono senza riserve e senza ipocrisie.

lo sono fatta così: tutta istinto, nature, come dicono i francesi; nella vita e nel lavoro. Bisogna prendermi così, se si vuole che faccia qualcosa di buono.

Se c'è qualcosa che vi rode dentro, è sempre meglio cercare di liberarsene; se invece si continua a rimuginarci sopra, non si riuscirà mai a dimenticare.

I tempi felici sono tanto brevi per tutti, sono attimi, mezze ore. A sommarli in tutta la vita non fanno forse nemmeno una settimana. I tempi del dolore sono più lunghi per tutti. Ma la vita ci dà sempre qualche compenso.

Non so nemmeno se sono un'attrice, una grande attrice, o una grande artista. Non so nemmeno se sono capace di recitare. Ho dentro di me tante figure, tante donne, duemila donne. Ho solo bisogno di incontrarle. Debbono essere vere, ecco tutto, lo voglio dei personaggi autentici.

Forzarmi a fare qualcosa che non sento di fare, vuol dire farmi essere non autentica.

Tutto quello che faccio mi è dettato dal cuore, e dal momento che i sentimenti regolano ogni mia azione, riesco ad essere sempre sincera, qualsiasi cosa io faccia o dica, e sono convinta che ciò giovi non poco alla mia recitazione.

Se dovessi girare una scena madre la mattina alle otto non saprei farla. L'arte non è come un mestiere manuale che si può esercitare a ora fissa

Io sono come un cavallo al quale non bisogna metter briglia.

Lo so, assomiglio alla mia cavalla, un animale nobile, coraggioso, nervoso. Più che dalla ragione, la mia vita è guidata dall'istinto. Corro contro il vento, gli ostacoli, i dolori e, nonostante le mie gambe storte e magre e la mia groppa un po' troppo generosa, sono bella.

La cosa più importante è di vivere come donna, come attrice e come amante. Penso che la cosa più importante sia vivere una vita completa sotto tutti i riguardi, compreso un grande amore, perchè un grande amore rende un'artista migliore sotto tutti i punti di vista.

Lo so, sono la donna più discontinua che sia venuta al mondo. Tutto cambia dentro di me da un'ora all'altra, da un attimo all'altro: perché seguo sempre spontaneamente il mio istinto e il mio cuore.

lo amo tutti gli animali. Un cane, per esempio, è bello, è poesia, è natura, è autentico, non mente, lo trovo che lo sguardo di un animale, la sua dolcezza, la sua stessa presenza sono veri come tutti i miracoli che ci offre ogni giorno la natura.

Le bestie, sapete, sono le sole che non vi fanno del male, che meritano affetto, che ve lo restituiscono.

Nella vita tutto mi emoziona, tutto mi commuove, tutto mi fa tenerezza e mi spinge alla generosità, alla comprensione. Ma nel lavoro anch'io sono una peste. Divento cinica, cattiva, spietata. Non ammetto che si bari, che si truffi, che si cerchi di dare a intendere di saper fare una cosa se non è vero, lo il mio mestiere l'ho sudato e sofferto. Ho impiegato molto tempo, e ho faticato, per diventare la Magnani. Ora sudo e fatico per continuare ad esserlo.

Note
  1. Per approfondimenti: Archivio Anna Magnani
  2. Leggi anche le citazioni delle attrici: Sophia Loren - Marlene Dietrich - Marilyn Monroe