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Frasi e citazioni di Franco Battiato

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Franco Battiato (Ionia, 1945 - Milo, 2021), cantautore, compositore, scrittore, regista e pittore italiano. "Raggiunto il successo con una personale reinterpretazione del pop, caratterizzata da citazioni colte, un uso innovativo dell'elettronica e testi ricchi di motivi dissacranti, ma anche da richiami mistico-filosofici e melodie sapienti, è poi passato alla produzione di lavori più raffinati con una particolare attenzione verso la tradizione colta". [Enciclopedia Treccani].
Oggi è finito il tempo dello spirito. Siamo nel buio, fluttuanti,
è una penombra carica di fumo e di frastuono. Vogliamo
possedere e consumare, gridare senza ascoltare. Abbiamo
perduto il senso sacro della vita. (Franco Battiato)
Frasi da Interviste
Selezione Aforismario

Il centro di gravità permanente è il grado di coscienza di Sé. Anche se sono varie le “possibilità di perfezione” del proprio Sé. È quel grado di conoscenza che ti porta a una tua verità personale, che, come conseguenza, si riflette all’esterno in una proiezione di giustizia e precisione.

Per fortuna no [non ho trovato il mio centro di gravità permanente]. Penso che sia impossibile.

A me poi piace cambiare, non mi pongo il problema della fedeltà a se stessi. 

In amore la cosa che mi interessa di più è l’unione di un mondo con un altro.

Stare con se stessi, studiare, l’ho sempre visto come un fatto molto positivo, non come prigione. Mi sembra una prigione quello che molti altri considerano libertà. Stare in mezzo alla gente ammucchiata in qualche ritrovo è assolutamente mortale!

Il silenzio è un’igiene totale.

Il silenzio per me è come l'ossigeno: è vita.

Il piacere di stare con se stessi deve essere naturalmente grande, altrimenti è meglio che uno non lo faccia.

La socialità viene spesso scambiata per divertimento, invece può essere sofferenza pura. La solitudine viene interpretata come sofferenza, invece a volte può essere gioia.

Molti confondono la tristezza con la malinconia, e la solitudine con l’angoscia.

La mia mente non accetta codificazioni, non resiste alle categorie. Accolgo per sintonia le illuminazioni che mi giungono dalle diverse parti, da Buddha a Maometto, e trovo la coerenza in me, giorno per giorno. È un cammino continuo, dove niente è assodato, statico.

Il rilassamento lo raggiungi e lo conservi da solo. È un privilegio ma è anche disciplina interiore, sobrietà di pensieri e di gesti. Rilassamento è pace, immobilità del sentimento, consapevolezza massima, fermezza.

Oggi è finito il tempo dello spirito. Siamo nel buio, fluttuanti, è una penombra carica di fumo e di frastuono. Vogliamo possedere e consumare, gridare senza ascoltare. Abbiamo perduto il senso sacro della vita.

Come dice un mistico, 'non siamo mai nati, non siamo mai morti'. È questa la chiave della serenità.

Spesso ci sono persone contente di quello che sono perché non si sono affatto analizzate: magari uno è uno stronzo e continuerà a restare tale. È quando entra in campo la consapevolezza che subentra anche la crisi.

La crisi nell'essere umano è determinante, altrimenti è un'esistenza inutile.

Cambiare idea è un dovere e una necessità, e non un capriccio o una debolezza; è una crescita evolutiva. Un uomo DEVE cambiare idea, se non è contento di quello che è.

Miti non ne ho mai avuti. Quando ascoltavo i Beatles ascoltavo semplicemente un gruppo che faceva musica. Quello che mi succede, piuttosto, è di eccitarmi per il talento.

Adoro i gentiluomini. Gentiluomo è chi ha il rispetto degli altri. È uno che non fa dei torti, che ha correttezza morale.

L’invidia è una cosa terribile: vuol dire che non ti stai valutando. Ognuno di noi è un essere speciale.

Esoterismo è cercare le cose che non si vedono perché ti superano.

Immettere spiritualità nella realtà, per superarla.

Io ascolto soltanto musica classica, non riesco a subire le canzonette se non sul taxi. La mediocrità m’arriva, semmai, dai tg.

Ascoltando Bach o Beethoven t’accorgi che aveva ragione il filosofo, l’uomo è troppo poco per essere una cosa di Dio, ma è troppo per essere una cosa casuale.

Non voglio sentirmi intelligente guardando dei cretini; voglio sentirmi un cretino guardando persone eccellenti.

La massa è molto pericolosa quando diviene una sola cosa e le idee di ciascuno non contano niente.

Mi interessa il denaro perché permette di fare le cose che desideri, ma non ci penso mai con ansia di averne di più.

L’essere poveri è un momento di verifica determinante del proprio essere, perché in quei momenti difficili viene fuori una parte importante di te: diciamo che l’essenza domina la personalità esteriore. Si ha così la possibilità di verificare che tipo di persona sei.

L’intelligenza si acquista. Più studi bene, più studi “a spirale”, più diventi intelligente. L’intelligenza è la comprensione. Più comprendi, più sei intelligente. Più ti illumini, più sei intelligente.

Una persona può essere intelligente per natura, nascere con una notevole velocità di percezione, ma potrà sapere meno di una persona che è diventata intelligente. C’è chi nasce ricco e chi lo diventa. Chi è migliore?

Sono un musicista che cerca una zona meditativa, non vado in cerca di ispirazioni da vendere, come spesso purtroppo accade, ma lavoro sulla concentrazione e il perfezionamento.

Avere talento significa possedere una maestria innata. Partire con un tale vantaggio può essere utile perché quando si pratica “naturalmente” un linguaggio esso offre più possibilità.

Se hai una dote, e questa può essere per la musica, per il disegno ecc., devi rispettarla e nutrirla perché permette di portare la comunicazione a un livello più alto. Ti permette cioè una sensibilità maggiore e un più limpido livello d’espressione.

Il talento è un potenziale da non trascurare poiché permette il privilegio di una base di espressione. Alcune cose si possono acquisire, altre no.

Penso che un difetto odierno sia il prodotto confezionato, il circuito meccanico in cui l’essere si adagia a vivere o, ancora, il circolo vizioso e gli “ismi” controllati e ripetuti, mentre io credo nel rinnovamento quotidiano, nel saper vedere, nel saper cambiare.

L’intuizione procede per nuove aggregazioni, e gli sviluppi più fruttuosi si hanno sempre accettando di pensare “altrimenti”.

La musica realmente ispirata e certa letteratura di maestri di spiritualità, sono i capisaldi dell’umanità, un conforto nel nostro spingerci avanti nella conoscenza della verità.

Per me la musica che si avvicina al silenzio è quella più vicina a Dio.

La musica è per sua natura urgenza di trascendenza, ancor più delle altre forme d’arte, perché può contare sulla sua immediatezza. La musica bisogna coglierla, farla risuonare dentro di noi con tutta la sua forza primigenia.

È la cecità attuale che non può far vedere che la musica leggera è la continuazione di quella classica perché è impensabile, per la gente così detta colta, una simile caduta, mentre in realtà non sa accorgersi dell'esistenza di nuovi linguaggi, nuovi modelli di penetrazione.

Ci sono dei prodotti apparentemente di consumo (tecnodance) che hanno una intrinseca verità, che però non è riconosciuta e non è neanche cosciente in chi la produce.

La società va sempre per schemi, difficilmente accetta l'idea di trasformazione delle cose.

Io non posso rispettare una certa idolatria del difetto e non posso rispettare chi si ostina ad abbindolare con il suo nulla. La verità è che nessuno sa accettare il fatto di non eccellere. Se uno ha un minimo di ambizione, malvolentieri accetta un destino oscuro, così si è lasciato spazio alle trovate.

Non ho uno spirito patriottico o militare, e per questo dico che la mia vita è andata sempre in diagonale, attraversando molte cose.

La musica per me è uno strumento per raggiungere certi livelli spirituali, ma non sono d'accordo con chi vuol accomunare tutto nella categoria del sublime.

Il giudizio di un singolo ti può devastare, quello della collettività ha un valore effimero.

È necessario ascoltare gli altri, solo così possiamo comprendere la vera musica.

Mentre per lo studio di uno strumento tutti sono concordi nel ritenere che sia indispensabile il rigore, pochi riconoscono l'importanza del rigore nella ricerca interiore.

Dobbiamo imparare a dare più importanza alla meditazione che alla ritualità dei gesti comuni: quando entro in chiesa faccio fatica a fare il segno della croce.

Vivo nel sacro e la mia musica riflette questa dimensione. Ma si tratta di qualcosa di diverso dal culto.

[Scrivere musica è] una sorta di 'necessità arcaica': di un qualcosa che preesiste a me, e che utilizza qualsiasi tipo di linguaggio, dal canto gregoriano fino al techno-pop, per comunicare a chi ascolta i miei sentimenti.

Dietro alle cose apparentemente più semplici ci sono altri piani di lettura, e dietro a canzoni pretenziose, che mirano in alto, spesso c'è la pochezza. A volte va premiato lo sforzo di andare al di sotto delle proprie possibilità.

C'è un vuoto che vuol dire libertà, l’esatto contrario dell’horror vacui tanto in voga in questi strani giorni; il vuoto di senso dell’esperienza sociale che diventa un senso di vuoto in quella personale e si trasforma in un cieco iperattivismo, in un continuo imporsi e anteporre la propria libertà supposta a qualunque interferenza esterna.

Se facessi solo canzoni diventerei claustrofobico. Ho bisogno di espellere i materiali sgradevoli del nostro tempo e quindi li utilizzo in una musica sperimentale, che è fatta per un pubblico particolare, per poi tornare a uno stile canzonettistico che è quasi sempre consolatorio.

Ogni essere deve seguire il suo senso fino in fondo.

Devo e voglio sempre fare in conti con il mio continuo desiderio di rinnovamento perché la cosa che mi fa più tremare è la ripetizione ossessiva degli stilemi tipici di un autore che copia se stesso.

Il competitivo ha bisogno dell’altro, da solo non è nessuno.

Lungo la Storia si sono intuite possibilità che sembravano molto più grandi delle potenzialità dell'uomo. Ed il cinema è l'Arte che, più di tutte, ha saputo reificare queste lontane ipotesi di Realtà ancora inesistenti.

Il cinema è una di quelle arti che dimostra la provenienza altissima della razza umana.

Io sono un ascoltatore davvero entusiasta. Quando ascolto un musicista che ha talento mi sento meglio e cresco come ascoltatore.

Il talento è talento ed esprime un ordine superiore di esistenza.

Detesto i politici che smaniano per piacere a tutti. Oggi si vive l'epoca dei leader tribali alla Tamerlano, ignoranti ed egoici.

Gli applausi non mi piacciono, ma li accetto. Ho un certo disprezzo per le masse. Ti fanno diventare fetente anche se non lo sei.

La scienza non è un dogma. Penso a certi cretini patentati. A certo determinismo che ti condanna a partire dai tuoi geni. Io credo a qualcosa di extracorporale che sta in un punto fuori di noi. Ma credo, ancora di più, al libero arbitrio. In un milionesimo di secondo possiamo cambiare la rotta della nostra esistenza.

L’appartenenza a un luogo è un fatto speciale. I rituali sono diversi in ogni regione e danno la sensazione di essere all’interno di una famiglia allargata che ti protegge. Anche la natura - con i suoi profumi, la verdura, la frutta - fa la sua parte nel rinsaldare i legami con le proprie radici.

Il grande limite di una canzone come "Povera Patria" è che è sempre di moda. Sarebbe stata attuale nell’antica Grecia, nell’antica Roma, nel basso Medioevo, nell’alto Rinascimento. Perché come diceva Benedetto Croce "l’uomo è ‘nu fetente.

Sta dilagando una violenza gratuita, senza senso e irrispettosa. I giovani delinquenti descritti da Kubrick in "Arancia Meccanica" oggi potrebbero sembrare quasi dei gentiluomini. Ci vogliono delle leggi speciali, delle punizioni esemplari per fermare il grado di vizio che sta prendendo l’uomo.

Secondo me la musica [in un film] o è presente in modo preponderane o deve essere completamente
assente, il commento da serie televisiva non mi interessa.

È sempre un qualcosa che parte da una cellula intuitiva, dalla quale scaturisce tutto. Nell’ordinario si chiama “ispirazione”. È quella scintilla emotiva che può nascere col suono o con le parole. Se non c’è quella è difficile che si scateni la creatività.

L’elemento pittorico resta arcaico e primigenio, perché sei tu davanti a una tela e non c’è nient’altro da dire. Invece nella musica e nel cinema i linguaggi sono fortemente “macchiati dal progresso tecnologico” e sono mezzi che ti spingono a comunicare con gli stessi materiali di rifiuto o di conquista di questa società

Davanti a una tela potresti essere “il primo pittore”. Con la tecnologia questo non è possibile perché le macchine stesse ti comunicano altri impulsi.

Quando si intende adattare un testo alla musica si scopre che non è sempre possibile. Finché non si fa ricorso a quel genere di frasi che hanno solo una funzione sonora. Se si prova allora ad ascoltare e non a leggere, perché il testo di una canzone non va mai letto ma ascoltato, diventa chiaro il senso di quella parola, il perché di quella e non di un'altra. Per capire bisogna ascoltare, serve animo sgombro: abbandonarsi, immergersi. E chi pretende di sapere già rimane sordo.

Una ragazza di quindici anni mi ha scritto dicendo che non le frega niente di quello che dico, che comunque le piace da pazzi. Per me questo è il massimo, perché non voglio dire niente, oppure tutto.

Il mondo occidentale ha fatto dei passi eccezionali nel campo della scienza e della tecnica. Da questo punto di vista l'Occidente è intoccabile. Un po' meno per quello che ha dimostrato nell'aspetto esteriore: non ha pazienza, non si dedica, non ha voglia di studiare, punta a fregare gli altri. Tutte nostre specialità. Il problema è che ormai abbiamo contagiato il mondo...

L'atteggiamento religioso è la prima tappa di una ricerca del sacro, diversamente non si può entrare in quelle zone, bisogna lasciare un po' di zavorra fuori, insomma.

Le parrocchie mi hanno sempre spaventato. Amo i veri mistici, e non i burocrati.

Dovunque io viva, sento il bisogno di ritirarmi. Lo faccio due volte al giorno, come gli antichi egizi: mi ritiro all'imbrunire e al mattino prima di fare colazione e dopo aver fatto le abluzioni mattutine... Non è mai cambiato mai il sapore di questa dimensione metafisica (che poi per me è fisica), dai primi tempi a oggi, sono cambiate le tecniche, ma il sapore resta identico.

La semplicità, la chiarezza psicologica dell’intelletto, la salute mentale sono l’unica condizione per un uomo che sia degno della vita.

Note
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