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Frasi e citazioni di Ambrogio Borsani

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Ambrogio Borsani (Lurago Marinone, 1943), scrittore e saggista italiano. Borsani ha insegnato comunicazione all’Università di Napoli «l’Orientale», all’Università Statale di Milano e all’Accademia di Brera. Ha fondato e diretto la rivista di storia del libro «Wuz» e ha lavorato come direttore creativo in varie agenzie internazionali di pubblicità. Tra le sue opere il romanzo L’ellisse di fuoco (Premio Pisa), i libri di viaggio Addio Eden, Tropico dei sogni, Stranieri a Samoa (Premio Chatwin), Martinica incantatrice di poeti e i libri per ragazzi La Casa Asac, I su e giù del qua e là e L’isola dei libri parlanti, tradotti in varie lingue.
Foto di Ambrogio Borsani
Chi non ha mai sognato un altrove? Chi non immagina una sbandata della sorte in una vita
lineare, in una esistenza che si preannuncia uguale per sempre? (Ambrogio Borsani)

Stranieri a Samoa
Racconti dei Mari del Sud © Neri Pozza, 2006 - Selezione Aforismario

In alcune anime sensibili ai sogni si affaccia il desiderio di perdersi in un altrove, in un luogo che non sia quello deciso dal destino. Sembra una condanna dover accettare che la nascita possa imporre il disegno dell’intera esistenza.

La rivolta contro il destino è un progetto che pochi riescono a portare a termine. Chi tenta il distacco dalle origini sente il richiamo straziante del proprio mondo.

Desiderare un altro luogo, non accontentarsi di un territorio, di un ambiente, è umano. Tentare una seconda vita in un altro luogo, con persone diverse, è un desiderio comprensibile, ma pochi riescono a rinunciare completamente alla prima vita.

Chi non ha mai sognato un altrove? Chi non immagina una sbandata della sorte in una vita lineare, in una esistenza che si preannuncia uguale per sempre?

Ricostruire un’esistenza altrove, è opera complicatissima. Molti lo desiderano ma non osano nemmeno confessarlo a se stessi.

Quando la parabola delle riflessioni si avvita lungo percorsi senza uscita, l’uomo si chiede a cosa servono le barriere di sicurezza che la società gli costruisce attorno per proteggerlo. Proteggerlo da cosa? Dalla possibilità di essere libero?

Per consolarsi dentro un pensiero di felicità, l’uomo sogna i tropici. L’isola tropicale è il luogo comune dei sogni di fuga. È la banalità insostituibile dell’evasione.

Negli uffici delle grandi città migliaia di computer hanno come fondo-schermo isole con palme verdi e spiagge bianche. Anche l’ultimo degli impiegati, quando esce da un documento per entrare in un altro, può avere la sua visione dei Mari del Sud. È un’immagine virtuale, ma cos’altro non è virtuale per chi se ne sta otto o dieci ore dentro una stanza a eseguire lavori che non lo interessano? Almeno così si sogna. Per un attimo le isole con palme arcuate sopra un mare di cobalto si illuminano davanti agli occhi.

Oggi si cercano felicità parziali, momenti di fuga con un progetto di rientro. Il caos del mondo contemporaneo ci satura fino alla nausea, ma quando ci allontaniamo sentiamo la dipendenza delle cose da cui siamo scappati. 

La rapidità dei trasporti ha reso più rara la scelta di un altrove definitivo. Per chi si è trasferito lontano, non appena i dubbi avanzano la via del ritorno si presenta con enormi facilità, rispetto al passato.

Un aereo può riportarci indietro da qualsiasi parte del mondo in poche ore. Le grandi scelte sono state sostituite dal capriccio del momento. Le facilità di spostamento oggi permettono una specie di pendolarismo tra due mondi, quello occidentale e quello esotico.

L’uomo ha scelto di rischiare, di scommettere sulle proprie forze, di salire o precipitare, ma non di vivere in uno stato contemplativo su una spiaggia senza negozi, senza luci, senza cinema, senza computer, senza bar, senza telefonini, senza l’emozione di vincere o cadere.

Avventure di piccole terre
Cinquantuno isole italiane da leggere e immaginare © Neri Pozza, 2016

Si era ripromesso, il Creatore, di fare tutto in sette giorni, ma forse con un po’ di tempo in più le cose sarebbero venute meglio. 

Noi, lo confessiamo, per seri impegni anagrafici non riuscimmo a essere presenti sul Grande Cantiere dell’Universo. Ma, vista l’opera a posteriori, ci sembra quasi che al momento della creazione le direttive per le isole fossero: più crateri, meno criteri.

Il Creatore distrusse ogni traccia del Grande Progetto con la pietosa intenzione di creare nuovi posti di lavoro per astronomi, astrologi, fisici, astrofisici, cosmologi, planetologi, indovini e giornalisti televisivi specializzati in programmi sui misteri dell’Universo. Tutta gente che altrimenti oggi sarebbe a spasso.

Ci furono isole che emersero ma poi decisero di tornare sotto le acque, spaventate dalle follie dell’animale più intelligente della terra. Meglio gli abissi che le abissali barbarie umane.

La claque del libro
Storia della pubblicità editoriale da Gutenberg ai nostri giorni 
© Neri Pozza, 2019 - Selezione Aforismario

Le arti della persuasione e della retorica vengono aizzate contro gli atei della lettura, ma convertire il non lettore facendogli apparire davanti agli occhi le magie del libro è un’impresa disperata.

Oggi per spostare i ragazzi dai social e portarli sulla pagina bisogna chiamare la polizia. 

Volete disintossicarvi dai social? Sui social troverete un milione di suggerimenti. La cura sta dentro la malattia. 

I critici occasionali dei social possono poco contro i capolavori. Uno può anche dire che Don Chisciotte è una chiavica, ma una grande parte della Rete gli farà notare che è lui a essere una chiavica come lettore. 

Ci sono scrittori che hanno la straordinaria fortuna di essere perseguitati da giudici moralisti, complessati e persino ottusi. Questi autori sono vittime di un dono del cielo che nemmeno i più bravi pubblicitari e i migliori uffici stampa riescono a procurare.

La poesia tocca i cuori più sensibili, ma uno scandaluccio tocca anche quelli meno sensibili, che sono la maggioranza.

È diventato difficile dare scandalo con un libro. 

A volte il successo di un libro è affidato all’inceppo dei meccanismi celesti che regolano la caduta delle fortune sulla testa degli uomini. Si dice che la fortuna è bendata, ma spesso non ben data.

L’autore è un personaggio ammirato perché ha avuto fortuna nella vita. L’opera? Nello star system si adora l’icona, l’aura viene spostata, la si toglie dall’opera e la si mette sull’autore in quanto persona di successo, non in quanto creatore dell’opera.

Prima della presentazione di un libro conviene accendere un cero al proprio santo protettore. O annunciare la presenza in sala di un calciatore famoso che in via del tutto eccezionale parlerà di letteratura.

C’è un’alta percentuale di titoli tossici, libri che andrebbero sconsigliati, che danneggiano l’intera categoria. Paccottiglia, fatuità, falsità, improvvisazioni, pochezza, nullità, sottocultura, convenienza economica, sconvenienza estetica. Ci sono libri che allontanano il lettore e gli lasciano la sensazione di essere stato truffato, di aver tentato con la lettura un’esperienza da non ripetere.

La passione per la lettura non è una tecnica che si insegna e si apprende. È una malattia.

Leggere, uscire dai confini di una terra, di una cultura, di una prigione, anche una prigione dorata.

Assalto al Paradiso
Avventurieri, poeti e predatori nell'isola Splendente © Neri Pozza, 2022

I Paradisi a volte si trovano al piano di sopra, dove una donna generosa apre la porta per offrire all’avventore ciò che più desidera, dietro adeguato compenso, con ragionevole tempistica.

Sempre più persone vogliono il loro pezzetto di Paradiso, bisogna attrezzare l’Eden perché possa produrre quantità industriali di visioni celestiali per masse crescenti.

La bellezza non attira solo le anime belle, attira le masse. E spesso le illude.

Le balle della felicità eterna non reggono più, oggi i Paradisi vanno a tempo. Pacchetti di 240 ore, Boeing compreso, 360 ore, o altre misure, secondo le possibilità.

I dépliant dei tour operator fanno a gara a chi offre l’acqua più turchese del turchese, come i detersivi combattono sul bianco più bianco del bianco per conquistare la massaia. 

Un paesaggio perbene deve abbassare le mutande cento volte al giorno per accontentare i cento pullman che si fermano in quel punto, deve eccitare gli ammiratori giunti da lontano con enormi aspettative.

Il paesaggio poi si usura per tutto quello che nasce attorno a un’esposizione di massa. Questo è il prezzo. Autostrade, alberghi, parcheggi, bancarelle di souvenir… La bellezza diventa routine.

Note
Vedi anche frasi e citazioni di: Franco Arminio