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Frasi e citazioni di Guy Debord

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Guy Debord (Parigi, 1931 - Bellevue-la-Montagne, 1994), filosofo, sociologo, scrittore e cineasta francese, tra i fondatori dell'Internazionale Lettrista e dell'Internazionale Situazionista. Ha detto di sé Guy Debord:
"Il fatto di aver sempre accordato pochissima attenzione alle questioni di denaro, e assolutamente nessuno spazio all’ambizione di rivestire qualche brillante funzione nella società, è un tratto così raro tra i miei contemporanei che senza dubbio sarà talora considerato come incredibile, anche nel mio caso".
La maggior parte delle seguenti riflessioni di Debord sono tratte dal suo libro più noto: La società dello spettacolo (La Société du Spectacle, 1967).
Foto di Guy Debord
L'imbecillità crede che tutto sia chiaro, quando la televisione ha mostrato una bella immagine
e l'ha commentata con una coraggiosa menzogna. (Guy Debord)

L'Internazionale Situazionista
Internationale Situationniste, 1958

La vittoria sarà di coloro che avranno saputo provocare il disordine senza amarlo.

Questa società diventerà, a tutti i livelli, sempre più dolorosamente ridicola, fino al momento della sua completa ricostruzione rivoluzionaria.

La società dello spettacolo
La Société du Spectacle, 1967 - Selezione Aforismario

L'intera vita delle società, in cui dominano le moderne condizioni di produzione, si annuncia come un immenso accumulo di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è allontanato in una rappresentazione.

Nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso.
[Dans le monde réellement renversé, le vrai est un moment du faux].

Considerato secondo i suoi veri termini, lo spettacolo è l'affermazione dell'apparenza e l'affermazione di ogni vita umana, cioè sociale, come semplice apparenza.

Lo spettacolo si presenta come enorme positività indiscutibile e inaccessibile. Esso non dice niente di più che "ciò che appare è buono, e ciò che è buono appare".

Lo spettacolo non è un insieme di immagini, ma un rapporto sociale fra persone, mediato da immagini.
[Le spectacle n'est pas un ensemble d'images, mais un rapport social entre les personnes, médiatisé par des images].

Lo spettacolo è l'ideologia per eccellenza, perché espone e manifesta nella sua pienezza l'essenza di ogni sistema ideologico: l'impoverimento, l'asservimento e la negazione della vita reale. Lo spettacolo è materialmente «l'espressione della separazione e dell'allontanamento dell'uomo dall'uomo». 

Nello spettacolo, immagine dell’economia regnante, il fine non è niente, lo sviluppo è tutto. Lo spettacolo non vuole giungere a nient’altro che a sé stesso.

La prima fase del dominio dell'economia sulla vita sociale aveva originato, nella definizione di ogni realizzazione umana, un'evidente degradazione dell'essere in avere. La fase presente dell'occupazione totale della vita sociale da parte dei risultati accumulati dell'economia, conduce a uno slittamento generalizzato dell'avere nell'apparire, da cui ogni "avere" effettivo deve desumere il proprio prestigio immediato e la propria funzione ultima.

Ogni realtà individuale è divenuta sociale, direttamente dipendente dalla potenza sociale da essa plasmata. Le è permesso di apparire solo in ciò che essa non è.

La tecnica spettacolare non ha dissolto le nuvole religiose nelle quali gli uomini avevano posto i propri poteri distaccati da loro: le ha solo collegate a una base terrestre.

I personaggi ammirevoli in cui il sistema si personifica sono ben noti per non essere ciò che sono: sono divenuti grandi uomini scendendo al di sotto della realtà della minima vita individuale.

L'alienazione spettatore a vantaggio dell'oggetto contemplato (che è il risultato della propria attività incosciente) si esprime così: più esso contempla, meno vive; più accetta di riconoscersi nelle immagini dominanti del bisogno, meno comprende la propria esistenza e il proprio desiderio.

L'esteriorità dello spettacolo, in rapporto all'uomo agente, si manifesta nel fatto che i suoi gesti non sono più suoi, ma di un altro che glieli rappresenta. Questo perché lo spettatore non si sente a casa propria da nessuna parte, perché lo spettacolo è dappertutto.

Ciò che lo spettacolo dà come perpetuo è fondato sul cambiamento, e deve cambiare con la sua base. Lo spettacolo è assolutamente dogmatico e nello stesso tempo non può realmente portare a nessun solido dogma. Niente per esso si ferma; è questo lo stato che gli è naturale e tuttavia il più contrario alla sua inclinazione.

Più la necessità viene ad essere socialmente sognata, più il sogno diviene necessario. Lo spettacolo è il cattivo sogno della moderna società incatenata, che non esprime in definitiva se non il proprio desiderio di dormire. Lo spettacolo è il guardiano di questo sonno.

Sottoprodotto della circolazione delle merci, la circolazione umana considerata come un consumo, il turismo, si riduce fondamentalmente alla facoltà di andare a vedere ciò che è diventato banale.

Commentari sulla società dello spettacolo
Commentaires sur la société du spectacle, 1992 - Selezione Aforismario

Il vero ha smesso di esistere quasi dappertutto, o nel migliore dei casi si è visto ridotto allo stato di ipotesi indimostrabile.

Lo spettacolo organizza magistralmente l'ignoranza di ciò che succede e, subito dopo, l'oblio di ciò che siamo riusciti ugualmente a sapere. La cosa più importante è la più nascosta.

Ogni esperto serve il suo padrone, perché tutte le antiche possibilità d'indipendenza sono state pressappoco azzerate dalle condizioni di organizzazione della società attuale. Naturalmente, l'esperto che serve meglio è l'esperto che mente.

La società si è proclamata ufficialmente spettacolare. Essere noto al di fuori delle relazioni spettacolari equivale già ad essere noto come nemico della società.

Ciò di cui lo spettacolo può smettere di parlare per tre giorni è uguale a ciò che non esiste. Perché allora parla di qualcos'altro, e quindi è quella la cosa che, a partire da quel momento, in definitiva esiste.

Non si chiede più alla scienza di capire il mondo, o di migliorare qualcosa. Le si chiede di giustificare istantaneamente tutto ciò che si fa. 

La disinformazione risiede in tutta l'informazione esistente; e come suo carattere principale. È nominata soltanto dove occorre mantenere, con l'intimidazione, la passività. Dove la disinformazione è nominata, non esiste. Dove esiste, non la si nomina.

L'imbecillità crede che tutto sia chiaro, quando la televisione ha mostrato una bella immagine, e l'ha commentata con una coraggiosa menzogna. 
[L'imbécillité croit que tout est clair, quand la télévision a montré une belle image, et l'a commentée d'un hardi mensonge].

S'impara sempre qualcosa dall'avversario.

Un tempo si cospirava sempre contro un ordine costituito. Oggi, cospirare a suo favore è un nuovo mestiere in grande sviluppo. 

Panegirico
Panégyrique, 1993-1997

Niente è più naturale che considerare ogni cosa a partire da sé, scelto come centro del mondo.

Quelli che vogliono alla svelta scrivere di niente ciò che nessuno leggerà una sola volta fino alla fine, sui giornali o nei libri, vantano con molta convinzione lo stile del linguaggio parlato, perché lo trovano molto più moderno, diretto, facile. Loro stessi non sanno parlare. I loro lettori neppure.

Farsi comprendere è sempre un merito, per chi scrive.

Le citazioni sono utili nei periodi di ignoranza o di credenze oscurantiste. Le allusioni, senza virgolette, ad altri testi che si sanno molto celebri, [...], devono essere riservate a tempi più ricchi di teste in grado di riconoscere la frase anteriore, e la distanza introdotta dalla sua nuova applicazione. 

Fonte sconosciuta
Selezione Aforismario

Il vizio ormai pervade ogni aspetto della nostra vita. Ieri ho sorpreso il giardiniere a respirare.

La noia è sempre controrivoluzionaria. Sempre.

Oltre al lavoro, è il consumo che aliena gli uomini. Invece di vivere i nostri desideri, adottiamo inconsapevolmente quelli che ci vengono imposti dalla società dei consumi, attraverso la pubblicità.

Per saper scrivere bisogna aver letto, e per saper leggere bisogna saper vivere.
[Pour savoir écrire, il faut avoir lu, et pour savoir lire, il faut savoir vivre].

Un avventuriero è colui che fa sì che le avventure gli accadano, piuttosto che colui al quale le avventure capitano.

Note
Vedi anche frasi e citazioni di: Raymond AronJean Baudrillard - Michel Foucault

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