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Frasi e citazioni di Tom Hodgkinson

Selezione di frasi e citazioni di Tom Hodgkinson (Newcastle, 1968), giornalista e saggista britannico, editore della rivista The Idler [L’Ozioso], da lui fondata nel 1993 con Gavin Pretor-Pinney. "Ho cercato di basarmi su tre princìpi che potessero fondare una filosofia per la vita quotidiana: libertà, divertimento e responsabilità, oppure anarchia, medievalismo ed esistenzialismo. È un approccio alla vita altrimenti noto come: farsi quattro risate e fare ciò che si vuole".
Le seguenti riflessioni di Tom Hodgkinson sono tratte dai suoi libri: L'ozio come stile di vita (How to be idle, 2005) e La libertà come stile di vita (How to be free, 2006).
Foto di Tom Hodgkinson
La carriera è un sentiero tracciato per voi da un’autorità esterna. Chi è veramente libero,
invece, sceglie il proprio sentiero tra i boschi. (Tom Hodgkinson)

L'ozio come stile di vita
How to be idle, 2005 - Selezione Aforismario

L'arte di vivere è l'arte di mettere insieme i sogni e la realtà.
[The art of living is the art of bringing dreams and reality together].

Il capitalismo ha fatto del lavoro una religione; ma la cosa triste è che lo stesso ha fatto il socialismo. La sinistra si è lasciata suggestionare dal sogno socialista della «piena occupazione». Ma non sarebbe meglio la piena disoccupazione? Un mondo in cui ognuno sia libero di creare la propria vita, il proprio lavoro, i propri soldi. 

Ogni mattina, in tutto il mondo occidentale, persone che sognano felici vengono rudemente strappate al sonno da uno squillo che spacca i timpani o da un insistente bip elettronico. La sveglia è il primo stadio dell’orribile metamorfosi che ci costringiamo a sopportare la mattina, da spensierati sognatori in beatitudine a sgobboni tormentati dall'ansia, oppressi da responsabilità e doveri.

L'idea che «l'impiego» sia la risposta a tutte le tribolazioni, individuali e sociali, è uno dei miti più deleteri della società moderna. A propagandarla sono politici, genitori, moralisti che scrivono sui giornali e capi d'industria, da sinistra e da destra: il paradiso, dicono, è la «piena occupazione».

L'industria della pubblicità ci induce a credere che l'acquisto di un prodotto migliorerà la nostra vita. Per comprare un prodotto ci vuole denaro. Per procurarsi denaro bisogna sgobbare. O far debiti. Noi ci indebitiamo per inseguire i nostri desideri, e poi continuiamo a lavorare per pagare i debiti. È la versione moderna della manodopera a contratto.

Grandezza d’animo e indolenza mattutina sono alleati naturali. Alzarsi tardi si addice a chi possiede una mente indipendente, all'individuo che rifiuta di diventare schiavo del lavoro, del denaro, dell’ambizione.

I governi non amano gli oziosi. Gli oziosi li inquietano. Non fabbricano oggetti inutili e non consumano i prodotti inutili del lavoro. Non si lasciano controllare. Sono fuori controllo.

Che l’ozio sia uno spreco di tempo è un concetto pericoloso messo in giro dai suoi nemici, gente priva di spiritualità.

Così come per qualsiasi forma d’ozio, dobbiamo cercare di resistere alla pressione che ci spinge a rifiutare gli aspetti della nostra vita che non si adattano al paradigma di produttività, razionalità, industriosità impostoci dalla società e da noi stessi.

L’atto di camminare senza fretta è un atto di rivolta. È una presa di posizione contro i valori borghesi, contro una vita incentrata sugli obiettivi da raggiungere, contro i troppi impegni, il trambusto, le seccature. Per lo spirito creativo, l’atto di camminare riconcilia lavoro e gioco.

La libertà come stile di vita
How to be free, 2006 - Selezione Aforismario

Quando vi affidate a Madama Libertà la vita si fa più semplice, meno dispendiosa e molto più divertente.

Essere oziosi significa vivere liberi. Essere oziosi vuol dire vivere secondo le nostre regole.

Il mondo occidentale ha lasciato che ci fossero strappati la libertà, il divertimento e la responsabilità; e li ha rimpiazzati con l’avidità, la competizione, la lotta solitaria per il predominio, il grigiore, i debiti, il McDonald’s e le multinazionali farmaceutiche.

La politica non è l’arte di governare un Paese; è l’arte di persuadere la gente che per governare il Paese è necessario un gruppo di politici stipendiati. E in quest’arte oscura, i nostri leader sono abili e capaci. Per restare al potere devono farci credere di essere i nostri salvatori, e che non potremmo gestire nulla senza di loro. 

Allo stato attuale delle cose, sfruttiamo ogni momento libero dal lavoro per consumare. Lasciamo i cancelli delle fabbriche e andiamo al supermercato a riversare interamente la nostra paga nel Sistema. 

Soffriamo di uno strano sdoppiamento di ruoli sociali: lavoratori e consumatori, oppressi e corteggiati.

Il principio della competizione, applicato all’ambiente lavorativo, significa che il vostro successo è ottenuto a scapito del fallimento di altri. Proprio per questo motivo le grandi aziende sono focolai di intrighi e complotti.

Il progresso è tiranno. Liberarvi da un modello di lavoro basato sulla carriera significa liberarvi dalle aspettative altrui. 

La carriera non è che una forma nobilitata di schiavitù.

La carriera è un sentiero tracciato per voi da un’autorità esterna. Chi è veramente libero, invece, sceglie il proprio sentiero tra i boschi.

Smettete di sforzarvi. La carriera si basa sul concetto di sforzo. Gli spiriti liberi sono quelli che hanno smesso di sforzarsi e hanno deciso di lasciar accadere le cose.

Le carriere non ci permettono di essere noi stessi fino in fondo. Le carriere prendono a metro di paragone del successo il denaro e lo status, anziché il piacere di lavorare e la creatività.

Se ogni azione è futile, se ogni cosa è vanità, se la vita è assurda, e il mondo è un grande nulla, allora perché non dovremmo impigrirci e fare quel che ci pare?

Oggi, siamo schiavi dei nostri desideri, prigionieri dello shopping. La volontà di comprare è una forza corrosiva e stremante.

La nostra naturale aspirazione a vivere bene e goderci la vita è sfruttata dal sistema del consumismo e trasformata in una forza materiale che ci riduce in schiavitù.

Il segreto non è rinunciare ai piaceri, ma esserne padroni.

Liberarsi dai desideri materiali non è una buona azione, un sacrificio di sé: è la scelta rivoluzionaria di uno spirito libero. È un gesto anarchico, perché il desiderio degli oggetti è ciò che tiene in moto gli ingranaggi della schiavitù.

Quando smettiamo di comprare iniziamo a vivere, e smettiamo di sostenere un sistema che ci sfrutta.

La libertà esiste in una sorta di autosufficienza spirituale. Chi è davvero libero non insegue le ricchezze o gli onori, perché sa che quella strada conduce alla schiavitù. 

L’ostacolo forse più grande alla conquista della libertà è la nostra paura della libertà.

Anziché cercare di essere ricchi, potremmo cercare di essere poveri, semplicemente optando per la parsimonia e rifiutando i gingilli del consumismo. Non aver bisogno di soldi perché abbiamo ridotto le nostre esigenze può essere altrettanto liberatorio che non aver bisogno di soldi perché ne abbiamo già tanti.

Dato che oggi lo shopping è visto come un dovere patriottico, essere parsimoniosi equivale a essere antipatriottici, e dunque ci regala una piacevole sensazione di disobbedienza all’ordine costituito.

Per essere liberi, usate ciò che è gratis. Scegliere la frugalità vuol dire scegliere di essere liberi; lo spreco è per gli schiavi e gli stolti, gli zimbelli del capitalismo.

La tragedia del XIX secolo è consistita nel fatto che l’uomo occidentale ha iniziato a considerare se stesso, prima di tutto, come un lavoratore. La vita è diventata una questione seria. 

L’industrializzazione consiste nel prendere la vita, farla a pezzettini e trasformare ogni pezzetto in un’industria basata sul profitto.

Cercate di guadagnare facendo ciò che fareste comunque.

Il segreto per godersi la vita al di là del lavoro full time sta nel rendersi conto che, quando si smette di lavorare full time, si inizia a diventare un produttore, una persona creativa, e si smette di essere un consumatore.

Note
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