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Aforismi dal "Dizionario del Diavolo" di Ambrose Bierce

Selezione di aforismi, frasi e citazioni dal famoso Dizionario del Diavolo (The Devil's Dictionary) dello scrittore e giornalista americano Ambrose Bierce (Horse Cave Creek 1842 - Messico 1914).
La prima edizione di questo dizionario satirico è del 1906, e il titolo era Il vocabolario del cinico (The Cynic's Word Book); l'edizione che prende il titolo definitivo è del 1911. "«Io vendo insulti», confessava Ambrose Bierce, questo novello Aretino, in uno dei momenti, non rari, in cui il suo furore cinico si rivolgeva contro se stesso. Grande mattatore della scena giornalistica americana [...], Ambrose Bierce aveva una lingua velenosa che si manifestava nei suoi rapporti con gli uomini, con le istituzioni e con le parole". (Guido Almansi, Introduzione al Dizionario del Diavolo, Longanesi e C., Milano 1985).
Cinico: mascalzone che, a causa di un difetto alla vista, vede le cose
come realmente sono e non come dovrebbero essere. (Ambrose Bierce)
Il Dizionario del Diavolo
The Devil's Dictionary, 1911 - Selezione Aforismario

A
ABBANDONARE. Fare un piacere a qualcuno, liberandolo della vostra presenza.

ABBONDANZA. Condizione che permette di rifiutare, grazie alla provvidenza, l'elemosina al povero.

ALLAH. L'ente supremo dei maomettani, da non confondersi con quello dei cristiani, degli ebrei, ecc. 

AMBIDESTRO. Capace di rubare con tutte e due le mani.

AMICIZIA. Una nave abbastanza grande per portare due persone quando si naviga in buone acque, ma riservata a una sola quando le acque si fanno difficili.

AMMIRAZIONE. La nostra cortese ammissione che un'altra persona ci somiglia.

AMORE. Nevrosi passeggera guaribile con il matrimonio.

AMORE CONIUGALE. Erotismo che viene perversamente deviato verso la propria moglie.

AMORE PLATONICO. Nome demenziale per la reciproca attrazione fra un'impotenza e una frigidità.

ANGOSCIA. Malattia che si contrae assistendo alla prosperità di un amico.

ANNO. Una serie di trecentosessantacinque delusioni. 

ANTIPATIA. Sentimento ispirato dall'amico di un amico.

APATICO. Sposato da sei settimane.

APPLAUSO. L'eco di un luogo comune. 

ARTE. Parola che non ha nessuna definizione.

AUDACIA. Una delle più notevoli qualità dell'uomo quando è in una posizione inattaccabile.

B
BACCO. Divinità di comodo, inventata dagli antichi come scusa per ubriacarsi.

BATTAGLIA. Metodo per sbrogliare coi denti un nodo politico per cui la lingua non basta.

BELLEZZA. Il mezzo con cui una donna conquista l'amante e terrorizza il marito.

BIGOTTO. Chi resta ostinatamente fedele a un'opinione che non condividete.

BRUTTEZZA. Dono che gli dei fanno a certe donne, e che rende possibile la virtù senza l'esercizio dell'umiltà.

BUDDHISMO. Un'assurda forma di eresia perversamente praticata da circa tre quarti della razza umana.

C
CALAMITÀ. Le calamità sono di due tipi: la nostra sfortuna e la fortuna degli altri.

CANONIZZARE. Prendere un peccatore morto e tirarne fuori un santo.

CAVILLATORE. Chiunque critichi il nostro lavoro. 

CAVOLO. Ortaggio familiare ai nostri orti e alle nostre cucine, grosso e saggio all'incirca quanto la testa di un uomo. 

CERVELLO. Organo con cui pensiamo di pensare. 

CHIESA. Luogo in cui il pastore adora Dio e le donne adorano il pastore. 

CINICO. Mascalzone che, a causa di un difetto alla vista, vede le cose come realmente sono e non come dovrebbero essere.

CITAZIONE. Ripetizione erronea di parole altrui.

CLEPTOMANE. Un ladro ricco. 

COLPEVOLE. Trattasi sempre di un'altra persona. 

CONFESSIONE. Sacramento per cui il sacerdote si dispone a perdonare i peccati grossi in cambio del piacere di sentirsi raccontare quelli piccoli.

CONGRATULAZIONE. La veste elegante dell'invidia. 

CONOSCENTE. Una persona che conosciamo abbastanza bene per chiederle un prestito, ma non abbastanza per prestarle dei soldi.

CONSULTARE. Consiste nel richiedere l'approvazione altrui in merito a una decisione già adottata.

CONTO CORRENTE. Offerta volontaria al mantenimento della vostra banca.

CRISTIANO. Persona convinta che il Nuovo Testamento sia un libro ispirato da Dio e straordinariamente adatto alle esigenze spirituali del suo prossimo. Seguace degli insegnamenti di Cristo finché questi non contraddicano i peccati cui indulge più volentieri.

D
DECALOGO. Una serie di comandamenti, in numero di dieci, sufficienti a concederci una certa libertà nella scelta di quali osservare, ma non tanti da rendere la scelta imbarazzante. 

DEMAGOGO. Un avversario politico.

DENTISTA. Un prestigiatore che, dopo aver messo del metallo nella tua bocca, tira fuori monete dalle tue tasche. 

DESTINO. Misteriosa entità che dovrebbe controllare tutte le sorti umane e che viene invocata soprattutto da chi sbaglia per scusare il proprio insuccesso e dai tiranni per giustificare i propri crimini. 

DEVOZIONE. Leggera forma di aberrazione mentale provocata da cause diverse; in amore da un surplus di pressione sanguigna; in materia religiosa da dispepsia cronica.

DIAGNOSI. Talento molto sviluppato fra i medici che consiste nell'intuire l'entità del conto in banca del paziente in modo da poter stabilire quanto a lungo debba essere ammalato. 

DILETTANTE. Pubblica calamità che scambia il gusto con il talento e confonde la sua ambizione con le sue capacità effettive. 

DILUVIO UNIVERSALE. Primo notevole tentativo di battesimo; risciacquò i peccati (e i peccatori) del mondo.

DIPLOMAZIA. L'arte patriottica di mentire per il proprio paese.

DISCUSSIONE. Uno dei tanti metodi per confermare gli altri nei loro errori.

DISUMANITÀ. Una delle qualità caratteristiche dell'essere umano.

DOTTORE. Un gentiluomo che prospera con le malattie e muore con la buona salute.

E
EGOCENTRICO. Persona dai gusti volgari, più interessata a sé stessa che a me.

EGOISTA. Persona priva di considerazione per l'egoismo altrui.

ELETTORE. Colui che gode del sacro privilegio di votare per l'uomo scelto da un altro uomo.

EMPIETÀ. L'altrui irriverenza nei confronti del mio dio personale.

EPITAFFIO. Iscrizione tombale che dimostra chiaramente come le virtù acquisite con la morte abbiano effetto retroattivo.

ESPERIENZA. La somma di quelle conoscenze che ci permettono di cambiare gli errori della gioventù con quelli della vecchiaia.

F
FANCIULLEZZA. Periodo di transizione nella vita umana che sta tra l'idiozia dell'infanzia e la follia della giovinezza, a due passi dalle colpe della maturità e a tre dai rimorsi della vecchiaia.

FARMACISTA. Complice del medico, benefattore del becchino e fornitore della famiglia dei vermi.

FEDE. Credere senza prove a ciò che viene detto da uno che parla senza cognizione di causa di cose senza paragone.

FEDELTÀ. Virtù particolare che contraddistingue coloro che stanno per essere traditi.

FELICITÀ. Gradevole sensazione suscitata dalla contemplazione delle miserie altrui.

FILOSOFIA. Strada con molte diramazioni, che conduce dal nulla a nessun posto.

FUNERALE. Uno spettacolo con cui attestiamo il nostro rispetto per il morto arricchendo l'impresario delle pompe funebri, e corroboriamo il nostro dolore con una spesa che rende più profondi i nostri gemiti e raddoppia le nostre lacrime.

FUTURO. È il tempo in cui i nostri affari prosperano, i nostri amici sono sinceri e la nostra felicità è assicurata.

G
GABBARE. Assicurare gli elettori che, una volta eletti, non si ruberà.

GASTRONOMIA. Arte e pratica domestica che consiste nel rendere immangiabile ciò che era indigeribile.

GELOSIA. L'altra faccia dell'amore.

GENTILE. Esperto nell'arte e nella pratica della dissimulazione.

GIOVE. Mitico essere che Greci e Romani assurdamente supponevano fosse il supremo reggitore dell'universo (all'oscuro com'erano dell'esistenza della nostra santa religione).

GIURIA. Gruppo di persone incaricate da una corte di assistere i legali per impedire che la legge degeneri in atti di giustizia.

GRATITUDINE. Un sentimento che sta a metà strada fra il beneficio ricevuto e quello previsto o atteso.

GUERRA. Un sottoprodotto della pace.

I
IDOLATRA. Chiunque professi una religione che non condividiamo e la cui simbologia si differenzi nettamente dalla nostra.

IMMACOLATA. Lo è la fedina penale di chi non è stato ancora beccato dalla polizia.

IMPERTURBABILE. Dotato di grande forza morale per sopportare le sciagure che affliggono un altro.

INFEDELE. A New York viene così definito chi non crede in Cristo; a Costantinopoli, invece, chi ci crede.

INTELLIGENZA. Nella nostra civiltà, e nella nostra forma di governo repubblicano, l'intelligenza è tenuta in così alta considerazione che la si esonera automaticamente dal peso di qualsiasi pubblico ufficio.

IRRELIGIOSITÀ. La più diffusa fra tutte le grandi religioni della terra.

L
LADRO. Termine popolare per designare una persona che ottiene con successo la proprietà altrui.

LEGISLATORE. Chi si reca nella capitale del proprio paese per accrescere il proprio capitale personale, ovvero colui che legifera guadagnando o guadagna legiferando.

LIBERTÀ. Esenzione da un piccolo numero di vincoli tra le migliaia imposte all'uomo. 2. Sistema politico di cui ogni nazione ritiene di possedere il monopolio. 3. Uno dei beni più preziosi dell'immaginazione.

LODE. Omaggio che porgiamo alle imprese che somigliano alle nostre ma non le eguagliano.

LONGEVITÀ. Estensione smodata della paura della morte.

M
MAGIA. L'arte di convertire la superstizione in moneta sonante.

MANO. Singolare strumento inserito all'estremità del braccio umano e di solito infilato nelle tasche altrui.

MATRIMONIO. Lo stato o condizione di una piccola comunità, costituita da un padrone, una padrona, e due schiavi. In tutto due persone.

MATTATOIO. Luogo dove bestie massacrano altre bestie. È situato in genere a una certa distanza dagli abitati della specie umana, in modo che chi mangia carne non sia disturbato dalla vista del sangue.

MATTINO. La fine della notte e l'alba dello scoramento.

MATTO. Affetto da un alto grado di indipendenza intellettuale; non conforme ai modelli di pensiero, parola e azione, che la maggioranza ricava dallo studio di sé stessa. In poche parole, diverso dagli altri.

MENDICANTE. Una calamità escogitata appositamente per far soffrire il ricco.

MENDICITÀ. La condizione di chi ha fatto affidamento sulla solidarietà degli amici.

MERITO. Le qualità che dimostrano il nostro buon diritto a ottenere ciò che qualcun altro si prende.

MIRACOLO. Atto o evento che non rientra nell'ordine naturale delle cose, e non si può spiegare, come ad esempio vincere contro una normale mano di quattro re e un asso con quattro assi e un re.

MOGLIE. Una donna con uno splendido avvenire dietro le spalle.

MORTALITÀ. La faccia dell'immortalità che noi conosciamo.

N
NASO. L'estremo avamposto della faccia. Si sa che il naso raggiunge il massimo della felicità quando può ficcarsi negli affari altrui.

NATALE. Giorno speciale, consacrato allo scambio di doni, all'ingordigia, all'ubriachezza, al sentimentalismo più melenso, alla noia generale e a domestiche virtù.

NOSTALGICO. Dicesi di chi si trova all'estero senza una centesimo.

NOZZE. Cerimonia nella quale due persone si impegnano a diventarne una, una persona si riduce al nulla, e il nulla da allora sarà più sopportabile.

O
ODIO. Il sentimento più appropriato di fronte all'altrui superiorità.

OPPORTUNITÀ. Occasione favorevole per acquistare una delusione.

OPPOSIZIONE. In politica, il partito che, tagliandogli le gambe, impedisce al governo di correre verso la rovina.

OSPITALITÀ. La virtù che ci induce a nutrire e ospitare alcune persone che non hanno bisogno né di essere nutrite né di essere ospitate.

OTTIMISTA. Sostenitore della dottrina secondo la quale il nero è bianco.

OZIO. Intervalli di lucidità nei disordini della vita.

P
PACE. Nel diritto internazionale, si definisce così un periodo di inganni reciproci compreso fra due fasi di combattimento aperto.

PAZIENZA. Forma minore di disperazione, travestita da nobile virtù.

PAZZO. Chi ha il vizio di credere che tutti gli altri siano tali.

PERSEVERANZA. Meschina e squallida virtù, grazie alla quale i mediocri riescono a ottenere ingloriosi successi.

PESSIMISMO. Atteggiamento filosofico imposto, a dispetto delle più radicate convinzioni, dalla scoraggiante prevalenza degli ottimisti con le loro speranze da spaventapasseri e i loro stolidi, esasperati sorrisi.

PIACERE. Emozione generata da un vantaggio personale o da uno svantaggio altrui.

PIANIFICARE. Perdere tempo a valutare i modi migliori di ottenere un risultato del tutto casuale.

PIGRIZIA. Un'ingiustificata rilassatezza di costumi da parte di una persona di basso ceto.

POLITICA. Modo di guadagnarsi la vita simile a quello dei settori più squallidi della delinquenza abituale. Conflitto di interessi mascherato da lotta fra opposte fazioni. Conduzione di affari pubblici per interessi privati.

POSSIBILE. Lo è qualsiasi cosa per chi abbia sufficiente perseveranza. E denaro.

PRECOCE. Dicesi di chi a quattro anni fugge con la bambola della sorellina.

PREGARE. Pretendere che le leggi dell’universo vengano annullate a favore di un singolo postulante, il quale se ne confessa del tutto indegno.

PRESENTE. Parte dell'eternità che separa la sfera della delusione da quella della speranza.

PRESUNZIONE. Il rispetto di sé stessi in coloro che non ci piacciono.

PRETE. Gentiluomo che sostiene di conoscere la giusta direzione per raggiungere il Paradiso e pretende di estorcerci un pedaggio per quel tratto di strada.

PROCESSIONE. Sfilata di imbecilli patentati, che non si sono mai preoccupati di coltivare il senso del ridicolo.

PROCURATORE LEGALE. Termine che designa chi è particolarmente esperto nell'aggirare le leggi.

PROIBITO. Investito di un nuovo irresistibile fascino.

PROMESSO SPOSO. Persona con un anello alla caviglia, pronto per la palla al piede.

PROSSIMO. Uno che ci è stato imposto di amare come noi stessi e che fa di tutto per farci disubbidire.

PRUDENTE. Chi crede al dieci per cento di ciò che sente, a un quarto di ciò che legge e alla metà di ciò che vede.

Q
QUADRO. Riproduzione bidimensionale di qualcosa che è già noioso allo stato tridimensionale.

R
RAGIONARE. Calcolare le probabilità sulla bilancia dei desideri.

RANDELLO. Un balsamo da applicare esternamente sulle spalle e la testa di uno sciocco.

REALTÀ. Il sogno di un filosofo impazzito.

REATO. Infrazione alla legge che ha minor dignità di un crimine e non costituisce motivo sufficiente per essere ammesso nella crème del delitto.

RICCHEZZA. I risparmi di molti nelle mani di uno solo.

RIMPIANTO. Ciò che si sedimenta nella coppa della vita.

RISOLUTO. Chi si mostra ostinato in una direzione da noi approvata.

S
SACERDOTE. Un uomo che si assume la cura della nostra vita spirituale per migliorare le condizioni della sua vita temporale.

SANTO. Peccatore morto, riveduto e corretto.

SCRITTURA. I testi sacri della nostra santa religione, da non confondersi con quelli falsi e profani su cui si basano tutte le altre fedi.

SCUSARSI. Porre le premesse di future offese.

SECCATORE. Persona che parla quando tu vorresti che ascoltasse.

SEGUACE. Qualcuno che non ha ancora ottenuto ciò che sperava.

SELCE. Sostanza molto usata nella fabbricazione dei cuori umani.

SENZA AMICI. Chi non ha favori da accordare ed è abbandonato dalla fortuna. Ha il difetto di dire la verità e di essere dotato di buon senso.

SFORTUNA. Il tipo di fortuna che non manca mai.

SIGNORINA. Titolo con cui poniamo un marchio alle donne non sposate per fare sapere che sono sul mercato.

SOCIETÀ. Espediente ingegnoso per ottenere profitti individuali senza responsabilità personali.

SPERANZA. Desiderio e aspettativa in una cosa sola.

STIMA DI SÉ. Valutazione sbagliata.

STORIA. Resoconto per lo più falso di eventi per lo più irrilevanti provocati da sovrani per lo più mascalzoni e da soldati per lo più folli.

STRANIERO. Chi appartiene a un altro paese, inferiore al nostro. Un mostro considerato con un grado di tolleranza variabile, a seconda della sua capacità di conformarsi agli eterni valori delle nostre opinioni e al mutare dei nostri interessi.

STREGA. 1. Donna brutta e repellente in lega con il Diavolo a scopi malvagi. 2. Donna bella e attraente, che in malvagità distanzia il Diavolo di una buona lega.

T
TELEFONO. Infernale invenzione che elimina purtroppo parte dei vantaggi inerenti alla saggia abitudine di tenere a distanza le persone sgradevoli.

TEMERARIO. Dicesi di chi è stato sfortunato nell'esecuzione di un atto coraggioso.

TESORO. Lo diciamo della persona di sesso opposto quando incomincia a rivelarsi una gran seccatura.

TRADIRE. Ripagare per la fiducia accordata.

UCCIDERE. Creare un posto vacante senza creare un successore.

U
UOMO. Un animale talmente preso dalla rapita contemplazione di ciò che pensa da perdere di vista quello che dovrebbe essere realmente. La sua occupazione principale è lo sterminio, non solo degli altri animali, ma anche della sua stessa specie: la quale, tuttavia, si moltiplica con tale tenacia, insistenza e rapidità da infestare l'intero mondo abitabile nonché il Canada.

ULTIMATUM. In diplomazia, è l'ultima richiesta prima di passare alle concessioni.

V
VANITÀ. Tributo di uno stupido al merito del somaro che gli è più vicino.

VECCHIAIA. È quel momento della vita in cui si chiude un occhio sui vizi che ci si può ancora concedere e si scagliano fulmini su quelli che non si è più in grado di commettere.

VENERAZIONE. L'atteggiamento spirituale di un uomo verso Dio e di un cane verso un uomo.

VIGLIACCO. Chi, nell'emergenza del pericolo, pensa con le proprie gambe.

VOTO. Simbolo e strumento della facoltà che ha ogni libero cittadino di dimostrarsi uno sciocco e di rovinare il proprio paese.

Z
ZANZARA. Germe dell'insonnia, da distinguersi comunque dalla coscienza, che è il bacillo della stessa malattia.

ZELO. Malattia nervosa che colpisce talvolta i giovani e gli inesperti.

ZINGARA. Persona che desidera predire la vostra fortuna ricevendone in cambio una piccola fetta.

Libro di Ambrose Bierce consigliato
Il dizionario del diavolo
Curatore: Guido Almansi
Traduzione: Daniela Fink
Editore: Guanda, 2010

Il "Dizionario del diavolo" ha avuto una genesi durata più di quarant'anni, durante la quale si è chiamato in vari modi: "Dizionario comico", "Dizionario del demonio", "Dizionario del cinico"... E stato anche, a un certo punto, The Improved Webster Dictionary, cioè una versione riveduta e corretta del dizionario della lingua americana per antonomasia, a indicare l'intenzione di Amorose Bierce, sia pure con la sua verve satirica, cinica e sbarazzina, di fare un vero lavoro di correzione della lingua, allo scopo di modificarne il cuore più profondo, di sovvertire il comune senso delle parole a favore di un significato paradossale, ma forse appunto per questo più vero. L'intento è proprio quello di prendersi beffe di tutto quanto sia "ufficiale": del linguaggio quindi, e dell'uso che ne fa l'uomo, ma anche delle istituzioni, della società, della religione. Con cinismo, irriverenza, spudoratezza, indecenza e un uso sagace dei giochi di parole, Bierce costruisce un testo estremo ed esilarante, in cui nessuno è risparmiato e tutto viene dissacrato. Con la sua voce caustica prende di mira i difetti e le ipocrisie della società americana di fine Ottocento. Ma sono difetti e ipocrisie che ci appartengono ancora e che rendono il testo estremamente attuale.

Note
Vedi anche: Dizionario dei luoghi comuni - Dizionario Antiballistico - Antidizionario dell'Ornitorinco