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Frasi e aforismi di Pierre Reverdy

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Pierre Reverdy (Narbonne 1889 - Solesmes 1960), poeta e aforista francese. Nel 1906, Pierre Reverdy interrompe gli studi e quattro anni dopo va a Parigi «per fare letteratura»; abita a Montmartre, nella celebre Rue Ravignan e poi nel Bateau-Lavoir dove batte il cuore dell'avanguardia.
Tra le sue frequentazioni abituali Max Jacob, Severini, Picasso, Gris, Braque, Matisse, Apollinare, Léger, Laurens. Nel 1914 si arruola volontario nei servizi ausiliari; riformato due anni dopo torna a Parigi, dove nel 1917 fonda la rivista «Nord-Sud», e apre la strada al surrealismo collaborando a «Littérature», la rivista di Breton, Aragon, Soupault, che rispetto a Reverdy si riconoscono «dei bambini». Nel 1921 Reverdy si converte al cattolicesimo; nel 1926 lascia definitivamente Parigi per stabilirsi definitivamente con la moglie accanto all'abbazia di Solesmes.

Pierre Reverdy ha scritto varie raccolte di poesie, riunite nei volumi: Maggior parte del tempo (Plupart du temps, 1945) e Manodopera (Main-d'œuvre, 1949). I seguenti pensieri di Pierre Reverdy sono tratti dalla sua raccolta di appunti intitolata Il guanto di crine, pubblicata nel 1927. Sulla scrittura breve, ha affermato: 
"Sapersi limitare all'essenziale; centocinquanta pagine sono bastate a rendere immortali vari moralisti. Le stesse idee giuste espresse in centocinquanta romanzi brutti o mediocri non li avrebbero fatti uscire dal nulla. È il talento di saper prendere le proprie misure e di attenervisi".
Foto di Pierre Reverdy
La nostra anima è ciò che più importa; eppure, è chiaro, ci si accorge di avere uno stomaco
molto prima di sospettare di avere un'anima. (Pierre Reverdy)

Il guanto di crine
Le gant de crin, 1927 - Selezione Aforismario

Alla lunga il cuore di certe persone finirà per prendere la forma di un portafoglio. Per loro, la borsa è il punto di gran lunga più sensibile. Dissimulano meglio le ferite dell'amor proprio che il dispiacere di
un serio colpo ai loro interessi.

Ben povero ipocrita l'ipocrita che ha saputo mostrare a tutti che lo è. Il grande, il vero, il profondo ipocrita è colui che ha saputo nascondere a tutti di esserlo e che sa agire con franchezza assoluta con sé stesso.

Certi uomini ricevono da ciò che pensano e che non scrivono, un'idea più giusta di sé stessi che non da ciò che scrivono.

Chi commette delle ipocrisie senza rendersene conto non è un ipocrita, è un ingenuo.

Chi conosce la propria debolezza è realmente più forte di chi crede ciecamente alla propria forza.

Esiste una sofferenza particolare per l'uomo che sente le cose grandi, che misura la grandezza e se ne sente incapace.

Gli uomini sono saldati tra loro unicamente alla superficie. Per questo soltanto gli uomini superficiali sono uniti. Un uomo profondo non aderisce. Tutto il suo calore è all'interno, la sua materia di superficie è fredda e non si salda.

Il mio desiderio di bellezza era troppo al di sopra delle mie forze.

Il poeta è un gigante che passa senza sforzo per la cruna di un ago e, insieme, un nano che riempie l'universo.

Il sogno, che si nutre peraltro della realtà, nulla teme quanto fondersi con essa: ne morirebbe.

Il sogno è un isolamento.

In arte i grandi spesso divorano i piccoli. Da soli non creiamo nulla: assorbiamo e assimiliamo. I piccoli forniscono spesso ai grandi buona parte della materia che questi ultimi consumano. E i piccoli, troppo deboli, non sanno nutrirsi a loro volta degli esempi che i grandi danno loro.

Isolarsi, non è soltanto vivere soli, è perdere il contatto dello spirito e del cuore con gli uomini. Questa solitudine uccide. Ma salda a Dio.

L'amor proprio è una piaga viva esasperata dall'orgoglio e di cui l'umiltà placa l'arsura come un balsamo.

L'amore della gloria è davvero forte. Dio la sconsiglia a tutti gli uomini, eppure anche alcuni dei suoi ministri la perseguono.

L'idea del nulla è una malattia dell'anima.

La carriera delle lettere e delle arti è più che deludente; il momento in cui si riesce è spesso quello in cui si farebbe molto meglio ad andarsene.

La conversione è una specie di suicidio, ma che ha questo grande vantaggio, che si passa dall'altra parte vivi.
[La conversion est une espèce de suicide. Mais qui a cet extrême avantage qu'on y passe de l'autre côté vivant].

La facoltà del sogno si oppone alla forza di godere della realtà.

La nostra anima è ciò che più importa; eppure, è chiaro, ci si accorge di avere uno stomaco molto prima di sospettare di avere un'anima.

La poesia appartiene esclusivamente ai poeti che scrivono unicamente per sé e per alcuni uomini dotati di un senso che gli altri uomini non hanno.

Le opere che sono soltanto lo specchio fedele di un'epoca sprofondano nel tempo con la stessa rapidità dell'epoca stessa.

Non vi è merito nel confessare se non ciò che è inconfessabile.

Oggi gli artisti sono più ricchi di un tempo e l'arte più povera: è un'ascesi capovolta.

Per la nostra mente l'infinito è duro quanto può esserlo un muro di marmo per la nostra fronte.

Quando si divorzia con il mondo, bisogna addossarsi tutti i torti.

Quando si vede chi sono gli uomini che contano, si ha immediatamente voglia di non contare mai. Ma quando si vedono anche quelli che non contano e che si credono degni di contare...

Quel che è oscuro non va confuso con quel che è torbido. Il torbido suppone una mescolanza adultera, un'impurezza. Noi asseriamo che un'opera è oscura solo in presenza di un lettore o di uno spettatore che proietta male sull'opera il raggio della sua lampada, il suo spirito.

Schiavo, lo sarai sempre, non foss'altro che del desiderio sfrenato e doloroso di non esserlo.

Si è più duramente prigionieri dell'odio che dell'amore .

Soltanto la purezza dei mezzi può dare la purezza delle opere.

Sognare è fuggire. Il sogno è un rifugio, una prospettiva di fuga. Un baratro in cui lo spirito sprofonda e si sottrae, evitando il contatto con la realtà.

Tre gradi della vita interiore. Il sogno, il pensiero e la contemplazione, cioè la preoccupazione esclusiva e la ricerca amorosa di Dio. Il sogno è l'attività immaginaria e gratuita della sensibilità. Il pensiero, il movimento orientato dello spirito liberato dai sensi. La contemplazione, la vita dello spirito, nel silenzio dei sensi, e di là dal pensiero.

Fonte sconosciuta
Ci sono talora atei di un'asprezza feroce i quali, tutto sommato, si interessano di Dio più di certi credenti frivoli e leggeri.

Libro di Pierre Reverdy consigliato
Libro di Pierre Reverdy
Il guanto di crine

Traduzione: François  Livi
Editore: Ares, Milano, 1993

Per la prima volta in italiano, il testo-chiave del poeta ammirato da Ungaretti e dai surrealisti degli anni '30. Aforismi fulminanti, per colpire il mondo al cuore. Appunti sull'arte, che è dell'uomo, sull'uomo, che è di Dio, sulla religione, che sospende l'uomo a Dio. Appunti scritti per sbarazzare lo spirito privo della facoltà di ragionare dalle idee che lo ossessionano, come gli insetti notturni inquietano le splendide penne del lofoforo. Queste idee sono infilzate sulla pagina come la farfalla sulla panoplia. Scritte senza pensare alla pubblicazione, hanno subìto la sorte delle gocce d'acqua che vanno al ruscello, dal ruscello al torrente, poi al fiume e al mare. Esprimono comunque il movimento di uno spirito coinvolto nelle difficoltà comuni agli uomini ancora giovani della nostra epoca e che ha deciso di andare a trovare la verità alla fonte. Tutto, in questo combattimento, è stato vinto e perso a palmo a palmo. Ci si è resi conto che il famoso stato di disponibilità di cui si parla tanto oggi è in definitiva il più perfetto stato di indisponibilità che esista. Questo libro, estratto fortuitamente dall'oscurità nella quale era destinato a restare, presenta un'immagine, per quanto assai imperfetta, della situazione di un'anima drammaticamente alle prese con la verità.

Note
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