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Frasi e battute di Dario Fo

Selezione di frasi, citazioni e battute di Dario Fo (1926-2016), drammaturgo, attore, regista, scrittore, illustratore, pittore, scenografo e attivista italiano. Dario Fo è famoso soprattutto per i suoi testi teatrali di satira politica e sociale, e per il suo attivismo e impegno politico. Nel 1997 gli è stato conferito il Premio Nobel per la Letteratura perché, come recita la motivazione dell'Accademia di Svezia: "seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi".

L'assegnazione del Nobel a Dario Fo ha suscitato qualche malumore, cui Fo, con la solita ironia, ha ribattuto durante il discorso pronunciato in occasione della consegna del Nobel: 
"Signore e Signori... Alcuni amici miei, letterati, artisti famosi, intervistati da giornali e televisioni, hanno dichiarato: «Il premio più alto va dato senz'altro quest’anno ai Membri dell’Accademia svedese che hanno avuto il coraggio di assegnare il Nobel a un giullare!». Eh sì, il Vostro è stato davvero un atto di coraggio che rasenta la provocazione. Basta vedere il putiferio che ha causato: poeti e pensatori sublimi che normalmente volano alto... e poco si degnano di quelli che campano rasoterra... si sono trovati all'istante travolti da una specie di tromba d’aria. Ebbene, io applaudo e sono d’accordo con loro. Stavano già beati nel Parnaso degli eletti e Voi, con questa Vostra insolenza, li avete abbattuti e precipitati giù a sbattere musi e pance nel fango della normalità".
Sulla sua innata vena artistica, ha scritto Dario Fo: 
"Tutto dipende da dove sei nato, diceva un grande saggio. E, per quanto mi riguarda, forse il saggio ci ha proprio azzeccato. Tanto per cominciare devo dire grazie a mia madre, che ha scelto di partorirmi a San Giano, quasi a ridosso del Lago Maggiore. Strana metamorfosi di un nome: Giano bifronte, antico dio romano, che si trasforma in un santo cristiano completamente inventato, per di più presunto protettore dei fabulatores-comicos". [Il paese dei mezaràt, 2004].
Qui di seguito sono riportate alcune delle citazioni più significative di Dario Fo tratte dalle sue opere e da varie interviste.

Foto di Dario Fo
C’è una regola antica nel teatro: quando hai concluso, non c’è bisogno che tu dica
altra parola; saluta e pensa che quella gente, se tu l'hai accontentata nei sentimenti,
nell'affetto, nel pensiero, ti sarà riconoscente. (Dario Fo)

Dario Fo parla di Dario Fo
Erminia Artese e Dario Fo © Lerici 1977

La risata, il divertimento liberatorio sta proprio nello scoprire che il contrario sta in piedi meglio del luogo comune... anzi, è più vero... o almeno, più credibile. 

Mistero buffo
© Einaudi 1977

Per il popolo, il teatro, specie il teatro grottesco, è sempre stato il mezzo primo d'espressione, di comunicazione, ma anche di provocazione e di agitazione delle idee. Il teatro era il giornale parlato e drammatizzato del popolo.

Coppia aperta, quasi spalancata
Dario Fo e Franca Rame © Einaudi 1983

Prima regola: perché la coppia aperta funzioni, deve essere aperta da una parte sola: quella del maschio! Perché... se la coppia aperta è aperta da tutte e due le parti... ci sono le correnti d'aria!

Amicizia... rispetto... Regalali a tua nonna questi sentimenti. Io voglio essere amata... strapazzata... sbattuta sul letto... voglio alzarmi con le occhiaie fino a qua!

Tutto mi va bene finché sono io a mollarti: ti uso, ti butto, ti scarto, ma guai se qualcuno si permette di raccoglierti! Se un figlio di puttana si accorge che tua moglie è ancora affascinante, seppure abbandonata, la desidera e l'apprezza, allora c'è da impazzire dal rodimento! Per di più scopri che il raccoglitore infame è anche più intelligente di te, plurilaureato, spiritoso... democratico...

Morte accidentale di un anarchico
1987

Finalmente si arriverà al punto che anche noi italiani potremo gridare: Per Dio, siamo immersi nella merda fino al collo, ma è per questo che camminiamo a testa alta!

Ministri, gente di direzione, industriali, gente incriminata in tangenti, in furti, una schifezza; tanto che sui giornali fanno più presto a fare la lista dei ministri che quel giorno non hanno rubato.

Il paese dei mezaràt
I miei primi sette anni (e qualcuno in più) © Feltrinelli, 2004

Voi, cari cattolici apostolici romani, per sopravvivere avete bisogno di tutti i santi riti della religione, a cominciare dalla confessione che vi libera da ogni colpa: un po' di pentimento e via. Se siete in crisi, vi sbattete in ginocchio e pregate il Signore, i santi e la Madonna che vi vengano a tirar fuori. Noi atei, al contrario, non ci possiamo attaccare a nessun santissimo. Per le nostre colpe dobbiamo rivolgerci solo alla nostra coscienza. Se andiamo in crisi facciamo i conti solo con la nostra ragione!

Bello figliolo che tu sè, Raffaello
 © Panini, 2006

Trista gente è quella di un popolo che segue lo sbatter di bandere e stendardi piuttosto che le idee ben mastecate.

Eloisa
© Corriere della Sera, 2007

Alle volte succede che mentre ci scambiamo i corpi nell'amore, perdendoci nei baci, io scopra le tende delle finestre scuotersi per il vento. Dietro nascosto mi sembra di scorgere Dio in persona che ci va spiando geloso del nostro amore, giacché uno sconvolgimento folle e impossibile come il nostro non l'ha mai provato.

Il mondo secondo Fo
Conversazione con Giuseppina Manin © Guanda, 2007

In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta. Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po' le teste. Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa.

[La vita]: una meravigliosa occasione fugace da acciuffare al volo tuffandosi dentro in allegra libertà.

L'Apocalisse rimandata
ovvero Benvenuta catastrofe! © Guanda, 2008

Il nostro governo, in Italia, ha mostrato un programma serio e fattibile, o naviga sperando in Dio?

Nessuno ci ascolta, l'eco d'ogni voce schiaccia e confonde le parole dell'altro. E inutile pensare di poter ricorrere a referendum, azioni dimostrative, riunioni di piazza: tutte le nostre voci echeggiano nel deserto inascoltate.

Tutto questo bailamme di rifiuti e arrangiamenti dentro al quale ci muoviamo che ci rende gente da poco, inaffidabile e stolta agli occhi di chi dal di fuori ci osserva. Quando sentiremo l'ultimo avviso del «Si chiude!», ci muoveremo senza saper che fare, intontiti al par d'allocchi, al momento dell'ultima valanga di polvere e lava: solo allora il terrore, come molla, ci butterà in piedi al grido di «Vogliamo campare!» Eh no: è troppo tardi, coglioni!

Foto di Dario Fo
Il riso è sacro. Quando un bambino fa la prima risata è una festa. (Dario Fo)

Frasi da interviste e discorsi
Selezione Aforismario

Abbiamo perso l’indignazione, la dignità, la coscienza, l’orgoglio di essere persone che hanno inventato la civiltà. Siamo degli ingiusti che se ne fregano della giustizia. Cosa lasciamo ai nostri figli?

Certe volte, un incidente serve per sopravvivere se lo sfrutti con intuito creativo. L’intelligenza, madre della genialità, ti porta a fare attenzione a tutto quello che ti succede attorno.

Certo ci vuole il pelo sullo stomaco per fare i politici. Bisogna essere grossieri, bisogna andare a piedi giunti. Però attento un po' a fare il prete col prete. Un vecchio proverbio delle mie parti dice: «chi fa il prete col prete diventa monaca, cioè lo prende in quel posto».

Chi fa il politico dovrebbe avere una chiarezza morale e profonda e non giocare sul falso e sull'ipocrisia.

Come esistono oratori balbuzienti, umoristi tristi, parrucchieri calvi, potrebbero esistere benissimo anche dei politici onesti.

Dite: “Com’è triste Venezia”? Si vede che non avete mai visto Monfalcone.

Gli autori negano che io sia un autore. Gli attori negano che io sia un attore. Gli autori dicono: tu sei un attore che fa l'autore. Gli attori dicono: tu sei un autore che fa l'attore. Nessuno mi vuole nella sua categoria. Mi tollerano solo gli scenografi. 

Fermare la diffusione del sapere è uno strumento di controllo per il potere perché conoscere è saper leggere, interpretare, verificare di persona e non fidarsi di quello che ti dicono. La conoscenza ti fa dubitare. Soprattutto del potere. Di ogni potere.

Il pubblico di oggi è drogato di banalità.

Il riso è sacro. Quando un bambino fa la prima risata è una festa.

[La satira] è un aspetto libero, assoluto, del teatro. Cioè quando si sente dire, per esempio, "è meglio mettere delle regole, delle forme limitative a certe battute, a certe situazioni", allora mi ricordo una battuta di un grandissimo uomo di teatro il quale diceva: "Prima regola: nella satira non ci sono regole". 

La satira è un'espressione che è nata proprio in conseguenza di pressioni, di dolore, di prevaricazione, cioè è un momento di rifiuto di certe regole, di certi atteggiamenti: liberatorio in quanto distrugge la possibilità di certi canoni che intruppano la gente. 

La violenza [sulle donne] è determinata dall'impotenza [degli uomini].

Mio padre, prima dell'arrivo del nazismo, aveva capito che buttava male; perché, spiegava, quando un popolo non sa più ridere diventa pericoloso.

Quello che fa paura è che i politici non hanno nessun programma, per questo sono incapaci di andare incontro ai bisogni della gente. Non dobbiamo permettere ai politici di agire senza controllo, e visto che non ci danno gli spazi per esercitare questo controllo, dobbiamo prenderceli.

Siamo costretti, dato che c'è la crisi, a immaginarci un pensiero nuovo, sia di politica sia di economia, un pensiero!

Siamo un Paese di disinformati che continua tranquillamente a voler dimenticare tutto quello che succede e metterlo sotto i piedi.

Siamo veramente in una nazione orrenda, io spero che sia soltanto un sogno, un orrendo sogno che stiamo facendo tutti quanti. Dobbiamo farci capire, e soprattutto far intendere che siamo scocciati al limite e che così non accettiamo si vada avanti.

Tutto quello che è la satira, il modo di concepire il dramma, la tragedia e l’infamia con la risata è qualcosa che il potere non può accettare, perché è attraverso la risata che la gente capisce le cose.

Un uomo che non partecipa alla vita della comunità, che si estranea, è un morto che cammina. Ci sono tante persone, anche giovani, che tirano a campare.

Vedere persone che si lasciano comprare, che leccano i piedi e accettano mortificazioni pur di stare a galla. È così che uno muore, perché ha sposato l’ovvio, il banale.

Tempo fa il potere risolse l’intolleranza verso i commedianti cacciandoli fuori dal paese. Oggi gli attori e le compagnie hanno difficoltà a trovare piazze teatri e pubblico, tutto a causa della crisi. I governanti quindi non hanno più problemi di controllo verso chi si esprime con ironia e sarcasmo in quanto gli attori non hanno spazi né platee a cui rivolgersi. Al contrario, durante il Rinascimento in Italia chi gestiva il potere doveva darsi un gran da fare per tenere a bada i commedianti che godevano di pubblico in quantità.
[World Theatre Day Message, 2013]

L’unica soluzione alla crisi è sperare che contro di noi e soprattutto contro i giovani che vogliono apprendere l’arte del teatro si organizzi una forte cacciata: una nuova diaspora di commedianti che senz'altro, da quella imposizione, sortirà vantaggi inimmaginabili per una nuova rappresentazione.
[World Theatre Day Message, 2013]

Non temo la morte ma neanche la corteggio. Se hai campato bene è la giusta conclusione della vita.

C’è una regola antica nel teatro: quando hai concluso, non c’è bisogno che tu dica altra parola; saluta e pensa che quella gente, se tu l'hai accontentata nei sentimenti, nell'affetto, nel pensiero, ti sarà riconoscente.
[Discorso di Dario Fo ai funerali della moglie Franca Rame, Milano, 2013]

Note
Leggi anche le citazioni degli autori italiani: Jacopo Fo - Carmelo Bene - Alessandro Bergonzoni