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Aforismi, frasi e citazioni di Giovanni Verga

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Giovanni Verga (Catania 1840 - 1922), scrittore e drammaturgo italiano, considerato il maggior esponente della corrente letteraria del verismo. Le seguenti citazioni di Giovanni Verga sono tratte dai suoi libri più noti, come: Storia di una capinera (1871), La roba (1880), Vita dei campi (1880), I Malavoglia (1881), Mastro-don Gesualdo (1889). In appendice è riportata anche una raccolta di proverbi che Giovanni Verga ha inserito nel romanzo I Malavoglia, facendoli pronunciare dalla voce narrante e da vari personaggi: Padron 'Ntoni, zio Crocifisso, Padron Cipolla, Padron Fortunato, Piedipapera, Maruzza, La Zuppidda, ecc.
Il matrimonio è come una trappola di topi; quelli che son dentro vorrebbero
uscirne, e gli altri ci girano intorno per entrarvi. (Giovanni Verga)
Storia di una capinera
1871

Tutte le gioie del mondo lasciano in fine un senso di amarezza… tutte!

Siamo degli umili fiorellini avezzi alla dolce tutela della stufa, che l'aria libera uccide.

Eros
1875

Le parole hanno il valore che dà loro chi le ascolta.

La roba
1880

Della roba ne possedeva fin dove arrivava la vista, ed egli aveva la vista lunga.

Quando gli dissero che era tempo di lasciare la sua roba, per pensare all'anima, uscì nel cortile come un pazzo, barcollando, e andava ammazzando a colpi di bastone le sue anitre e i suoi tacchini, e strillava: Robamia, vientenecon me!

Questa è una ingiustizia di Dio, che dopo di essersi logorata la vita ad acquistare della roba, quando arrivate ad averla, che ne vorreste ancora, dovete lasciarla!

Vita dei campi
1880 - Selezione Aforismario

A questo mondo si sa, che la giustizia si compra e vende come l'anima di Giuda.

Suocera e nuora insieme ci stanno proprio come due mule selvagge alla stessa mangiatoia.

Vi siete mai trovata, dopo una pioggia di autunno, a sbaragliare un esercito di formiche, tracciando sbadatamente il nome del vostro ultimo ballerino sulla sabbia del viale? Qualcuna di quelle povere bestioline sarà rimasta attaccata alla ghiera del vostro ombrellino, torcendosi di spasimo; ma tutte le altre, dopo cinque minuti di pànico e di viavai, saranno tornate ad aggrapparsi disperatamente al loro monticello bruno. – Voi non ci tornereste davvero, e nemmen io; – ma per poter comprendere siffatta caparbietà, che è per certi aspetti eroica, bisogna farci piccini anche noi, chiudere tutto l'orizzonte fra due zolle, e guardare col microscopio le piccole cause che fanno battere i piccoli cuori.

I Malavoglia
1881 - Selezione Aforismario

Il cammino fatale, incessante, spesso faticoso e febbrile che segue l'umanità per raggiungere la conquista del progresso, è grandioso nel suo risultato, visto nell'insieme, da lontano. Nella luce gloriosa che l'accompagna dileguansi le irrequietudini, le avidità, l'egoismo, tutte le passioni, tutti i vizi che si trasformano in virtù, tutte le debolezze che aiutano l'immane lavoro, tutte le contraddizioni, dal cui attrito sviluppasi la luce della verità. Il risultato umanitario copre quanto c’è di meschino negli interessi particolari che lo producono. (Prefazione).

I poveretti sono come le pecore, vanno sempre con gli occhi chiusi dove vanno gli altri. 

Il matrimonio è come una trappola di topi; quelli che son dentro vorrebbero uscirne, e gli altri ci girano intorno per entrarvi.

Il mare non ha paese nemmen lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole.

Aveva diciotto anni, e a quell'età se il cielo è azzurro vi ride negli occhi, e gli uccelli vi cantano nel cuore.

I giovani hanno la memoria corta, e hanno gli occhi per guardare soltanto a levante; e a ponente non ci guardano altro che i vecchi, quelli che hanno visto tramontare il sole tante volte.

Mastro-don Gesualdo
1889 - Selezione Aforismario

Chi avrebbe potuto difendere la sua roba dopo la sua morte, ahimè, povera roba! Chi sapeva quel che era costata?

Ciascuno fa il suo interesse... Al giorno d'oggi l'interesse va prima della parentela.

Oggi non si ha più riguardo a nessuno. Dicono che chi ha più denari, quello ha ragione...

Nei piccoli paesi c'è della gente che farebbe delle miglia per venire a portarvi la cattiva nuova.

A chi ti vuol togliere la roba levagli la vita!

Il mondo andava ancora pel suo verso, mentre non c'era più speranza per lui, roso dal baco al pari di una mela fradicia che deve cascare dal ramo, senza forza di muovere un passo sulla sua terra, senza voglia di mandar giù un uovo. Allora, disperato di dover morire, si mise a bastonare anatre e tacchini, a strappar gemme e sementi. Avrebbe voluto distruggere d'un colpo tutto quel ben di Dio che aveva accumulato a poco a poco. Voleva che la sua roba se ne andasse con lui, disperata come lui.

Proverbi da "I Malavoglia"
  • A buon cavallo non gli manca sella.
  • A chi vuol bene, Dio manda pene.
  • A donna alla finestra non far festa. 
  • A nave rotta ogni vento è contrario.
  • A provare non si perde nulla.
  • Acqua passata non macina più. 
  • Aiutati che t'aiuto. 
  • Al servo pazienza, al padrone prudenza. 
  • Alla casa del povero ognuno ha ragione.
  • Amare e disamare non sta a chi lo vuol fare. 
  • Amare la vicina è un gran vantaggio, si vede spesso e non si fa viaggio. 
  • Amici con tutti, e fedeli con nessuno. 
  • Amore di soldato poco dura, a tocco di tamburo addio signora. 
  • Ascolta i vecchi e non la sbagli.
  • Augura bene al tuo vicino, ché qualche cosa te ne viene. 
  • Beato chi muore nel proprio letto. 
  • Bisogna rompere la pentola per aggiustarla.
  • Bocca amara sputa fiele. 
  • Buon tempo e mal tempo non dura tutto il tempo. 
  • Cane affamato non teme bastone.
  • Carcere, malattie e necessità, si conosce l'amistà. 
  • Carne di porco ed uomini di guerra durano poco. 
  • Casa mia, madre mia.
  • Chi cade nell'acqua è forza che si bagni.
  • Chi cambia la vecchia per la nuova, peggio trova. 
  • Chi comanda ha da dar conto.
  • Chi corre dietro alle donne cerca i guai con la lanterna.
  • Chi dà acconto non è cattivo pagatore.
  • Chi è galantuomo bada ai fatti suoi.
  • Chi fa credenza senza pegno, perde l'amico, la roba e l'ingegno.
  • Chi fa l'oste deve far buon viso a tutti. 
  • Chi ha bocca mangia, e chi non mangia se ne muore. 
  • Chi ha carico di casa non può dormire quando vuole.
  • Chi ha fatto il pasticcio se lo mangi. 
  • Chi ha il cuore contento sempre canta. 
  • Chi la vuol cotta e chi la vuol cruda. 
  • Chi non sa l'arte chiuda bottega, e chi non sa nuotare che si anneghi. 
  • Chi piglia bellezze piglia corna.
  • Chi va col lupo allupa.
  • Chi va con zoppi, all'anno zoppica. 
  • Col mare fresco non se ne piglia pesci. 
  • Coll'interesse non c'è amicizia. 
  • Contentati di quel che t’ha fatto tuo padre; se non altro non sarai un birbante.
  • Donna di telaio, gallina di pollaio, e triglia di gennaio.
  • Fa il mestiere che sai, che se non arricchisci camperai.
  • Forza di giovane e consiglio di vecchio.
  • Gli uomini son fatti come le dita della mano: il dito grosso deve far da dito grosso, e il dito piccolo deve far da dito piccolo.
  • I guai li ha chi li cerca.
  • I pesci del mare son destinati a chi se l'ha da mangiare.
  • I ragazzi crescono, e ci spingono per le spalle nella fossa. 
  • I vicini devono fare come le tegole del tetto, a darsi l'acqua l'un l'altro.
  • Il buon pilota si conosce alle burrasche.
  • Il buon pilota si prova alle burrasche.
  • Il galantuomo come impoverisce diventa birbante. 
  • Il giudizio viene colle disgrazie.
  • Il malo ferro se lo mangia la mola.
  • Il mare è amaro, ed il marinaio muore in mare.
  • Il mondo è pieno di guai, chi ne ha pochi e chi ne ha assai. 
  • Il mondo è tondo, chi nuota e chi va a fondo.
  • Il motto degli antichi mai mentì.
  • Il pesce puzza dalla testa.
  • Il tempo si porta via le cose brutte come le cose buone. 
  • Il vino che si spande è di buon augurio.
  • In tempo di carestia pane d'orzo.
  • L'uomo è cacciatore. 
  • L'uomo per la parola, e il bue per le corna. 
  • L’uomo è il fuoco, e la donna è la stoppa: viene il diavolo e soffia.
  • La bettola è un porto di mare.
  • La cavezza è fatta per il mulo.
  • La donna è fedele ad uno, quando il turco si fa cristiano. 
  • La fame fa uscire il lupo dal bosco.
  • La figliola com'è avvezzata, e la stoppa com'è filata. 
  • La forca è fatta pel disgraziato.
  • La gallina che cammina torna a casa colla pancia piena.
  • La ragazza com'è educata, e la stoppa com'è filata.
  • Le cose lunghe diventano serpi. 
  • Le donne bisogna lasciarle dire, e far le cose di nascosto.
  • Le donne hanno il cuore piccino.
  • Lontan dagli occhi, lontano dal cuore. 
  • Mare bianco, scirocco in campo. 
  • Mare crespo, vento fresco. 
  • Mare crespo, vento fresco. 
  • Maritati e muli vogliono star soli. 
  • Matrimoni e vescovadi dal cielo sono destinati. 
  • Meglio contentarsi che lamentarsi. 
  • Meglio poco che nulla.
  • Né visita di morto senza riso, né sposalizio senza pianto. 
  • Necessità abbassa nobiltà.
  • Nessuno è contento del suo stato. 
  • Non è tutt'oro quello che luccica. 
  • Notte e giorno c'è sempre gente che va attorno per il mondo. 
  • 'Ntroi 'ntroi, ciascuno coi pari suoi. 
  • Ogni buco ha il suo chiodo, chi l'ha vecchio e chi l'ha nuovo.
  • Ogni male non viene per nuocere.
  • Ognuno all'arte sua, e il lupo alle pecore. 
  • Ognuno tiene gli occhi addosso a quel che gli preme.
  • Ognuno tira l'acqua al suo mulino. 
  • Ostessa bella conto caro. 
  • Pace ai vivi e riposo ai morti.
  • Pari con pari e statti coi tuoi.
  • Per far da papa bisogna saper far da sagrestano.
  • Per menare il remo bisogna che le cinque dita della mano si aiutino l’un l’altro.
  • Più ricco è in terra chi meno desidera. 
  • Quando hanno perso la mula vanno cercando la cavezza. 
  • Quando il sole si corica insaccato si aspetta il vento di ponente.
  • Quando la luna è rossa fa vento, quando è chiara vuol dire sereno, quando è pallida, pioverà. 
  • Quando non c'è più olio il lume si spegne. 
  • Quando parlano i più vecchi di te sta zitto. 
  • Quando uno è galantuomo lascia buon nome e si guadagna il paradiso. 
  • Quando uno non riesce ad acchiappare la fortuna è un minchione. 
  • Quel ch'è di patto non è d'inganno.
  • Roba rubata non dura.
  • Rubare ai ladri non è stato mai peccato.
  • Scirocco chiaro e tramontana scura, mettiti in mare senza paura.
  • Senza pilota barca non cammina.
  • Si fa quel che si può.
  • Tra suocera e nuora ci si sta in malora. 
  • Un pesce fuori dall'acqua non sa starci. 
  • Una mela fradicia guasta tutte le altre. 
  • Una spina scaccia l'altra. 
  • Uomo povero ha i giorni lunghi.
  • Ventre affamato non sente ragione.
Libro di Giovanni Verga consigliato
I Malavoglia
Editore: Mondadori, 2004

Al centro della narrazione sta la "Provvidenza", la barca più illustre della letteratura italiana, la più vecchia delle barche da pesca del villaggio. La vicenda ruota intorno alla sventura dei Malavoglia, innescata proprio dal naufragio della "Provvidenza" carica di lupini presi a credito. Si snoda così una trama straordinariamente complessa che non abbandona mai lo svolgersi doloroso del dramma; una serie di rovesci, colpo su colpo contro i Malavoglia, ogni volta che a forza di rassegnazione e coraggio riescono a rialzarsi dal colpo precedente.