Aforismi, frasi e citazioni su Narciso

Raccolta di aforismi, frasi e citazioni su Narciso, personaggio del mito greco il quale, indifferente all'amore delle ninfe (tra cui Eco), e innamorato della propria immagine, che vede riflessa in un uno specchio d'acqua, finisce per affogare nell'intento di contemplarla da più vicino. Così Alexander Lowen riassume il mito di Narciso: 
"Secondo il mito greco, Narciso era un bel giovane di Tespi di cui si innamorò la ninfa Eco. Eco era stata privata della parola da Era, la moglie di Zeus, e poteva soltanto ripetere le ultime sillabe delle parole altrui. Incapace di esprimere il suo amore, Eco venne respinta da Narciso e morì di crepacuore. Gli dei punirono allora Narciso per la durezza con cui aveva trattato Eco facendolo innamorare della propria immagine. L’indovino Tiresia aveva predetto che Narciso avrebbe cessato di vivere nel momento in cui si fosse visto. E un giorno, chinandosi sopra le limpide acque di una fonte, colse la sua immagine riflessa nell'acqua. Narciso si innamorò appassionatamente di quell'immagine e non volle più abbandonare il luogo. Morì così di languore e si trasformò in un narciso, il fiore che cresce ai bordi delle fonti". [Il narcisismo, 1983].
Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa sulla mitologia, i miti, l'amore di sé e il narcisismo. [I link sono in fondo alla pagina].

Narciso di Caravaggio
Il delitto di Narciso è di preferire, alla fine, la sua immagine a sé stesso. (Louis Lavelle)
Foto: Narciso, Caravaggio, ca. 1598 - Galleria Nazionale d'Arte Antica, Roma

– La gente mi crede egoista e narcisista, ma non è vero. Sta di fatto che, se dovessi identificarmi con un personaggio della mitologia greca, non sarebbe Narciso.
– E chi?
– Giove!
Woody Allen, in Stardust Memories, 1980

Il potente non sa amare; l'uomo di ferro è freddo, sa avvolgere e legare per sottomettere, per schiavizzare. Senza paura non c'è amore e il potente fa paura. Analogamente a Narciso, che crede di essere meglio di tutti, e per questo evita di confrontarsi con chiunque; percepisce attorno solo lo sguardo ammirato di chi incontra, non la presenza dell'altro come possibile parte di sé.
Vittorino Andreoli, L'uomo di vetro, 2008

Faccio sempre più fatica a concepire un privato staccato dalla comunità e sono portato piuttosto a distinguere tra compiti maggiormente sociali e compiti che lo sono meno. Anche un poeta che scrive terzine e magari pensa di dedicarle a se stesso, come avrebbe fatto il Narciso della mitologia, non farebbe nulla se non avesse un lettore, un altro che è parte dell'insieme, che non ha niente a che fare con il poeta.
Vittorino Andreoli, Le nostre paure, 2010

La percezione dell’io è altresì necessaria per distinguere l’altro da me. Senza, verrebbe a mancare una
delle qualità fondamentali per vivere: la capacità di creare relazioni. Se non mi riconoscessi, non potrei relazionarmi con l’altro. Se non mi sentissi diverso da lei, non potrei innamorarmi. Persino Narciso, che nel mito si innamora della propria immagine riflessa in uno specchio d’acqua, è convinto di avere davanti agli occhi un altro.
Vittorino Andreoli, I segreti della mente, 2013

Pietra il mio cuore / che si nutrì di sé stesso / e m’impedì d’amare; / ma ora vivo e sospiro / per le carezze del vento, / i baci umidi della pioggia / e il caldo abbraccio del sole.
Vannuccio Barbaro, La metamorfosi di Narciso, Poesie, 1946-1969 (postumo e inedito, 1997)

I Greci hanno attribuito il sesso maschile a Narciso e quello femminile a Afrodite. Per quel po' di esperienza che mi concedono alcuni decenni di vita, ho incontrato la febbre amorosa più negli uomini che nelle donne; e l'adorazione della propria persona mi pare una malattia nervosa più frequente nelle donne che negli uomini.
Francesco Burdin, Un milione di giorni, 2001

Adottare la filosofia dell'apparire e trasformarla nella propria fede significa correre lo stesso rischio di Narciso che, innamoratosi della propria immagine riflessa in un lago, cadde in acqua e annegò per averla voluta contemplare troppo da vicino. Il pericolo, quindi, è quello di credere di essere il centro dell'universo, e dimenticare che intorno a noi vi è un mondo popolato da altri esseri umani.
Aldo Carotenuto, Il gioco delle passioni, 2002

L'illusione di essere felici solo perché amati e ammirati per il nostro aspetto fisico può inghiottirci come l'acqua fece con Narciso, e non restituirci più alla realtà.
Aldo Carotenuto, Il gioco delle passioni, 2002

Mai epoca fu come questa tanto favorevole ai narcisi e agli esibizionisti. Dove sono i santi? Dovremo accontentarci di morire in odore di pubblicità.
Ennio Flaiano, La solitudine del satiro, 1973

Nessuno soggiace al proprio fascino, o, se il caso di Narciso può veramente attuarsi, è quando l'individuo si accorge con immediatezza del singolare fatto, celato ai più, che non si può possedere pienamente nemmeno se stessi.
Henry Furst, Donne americane, 1957

Narciso era uno scioperato. Quando qualcuno non ha niente da fare è portato a contemplare se stesso e finisce per trovarsi ammirevole, bello e degnissimo. Il resto del mito è altrettanto fatale.
Joan Fuster, Giudizi finali, 1960/68

Può darsi che, non trovando nulla al mondo degno del mio amore, finisca con l'adorare me stesso, come il fu Narciso di egoistica memoria.
Théophile Gautier, Mademoiselle de Maupin, 1835

Di Narciso si racconta che si avvicinò un giorno a una fonte chiara come l'argento né mai contaminata da armenti, uccelli, belve o rami caduti dagli alberi vicini; non appena Narciso, esausto, sedette sulla riva di quella fonte, si innamorò della propria immagine. Dapprima tentò di abbracciare e baciare il bel fanciullo che gli stava dinanzi, poi riconobbe se stesso e rimase per ore a fissare lo specchio d'acqua della fonte, quasi fosse incantato. L'amore gli veniva al tempo stesso concesso e negato, egli si struggeva per il dolore e insieme godeva del suo tormento, ben sapendo che almeno non avrebbe tradito se stesso, qualunque cosa accadesse.
Robert Graves, I miti greci, 1955

Narciso, innamorato di se stesso, affogò nel ruscello in cui vide riflessa la propria immagine, e questa è una magnifica raffigurazione poetica dall'impulso dell’autoerotismo.
Georg Groddeck, Il libro dell'Es, 1923

Il mito di Narciso: come se non fosse proprio la lunga e attenta contemplazione della propria immagine allo specchio a darci la forza e la schiettezza per osservare a lungo gli altri.
Peter Handke, Il peso del mondo, 1978

Il delitto di Narciso è di preferire, alla fine, la sua immagine a sé stesso.
Louis Lavelle, L'errore di Narciso, 1939

È significativo che Narciso si innamori della sua immagine soltanto dopo aver respinto l’amore di Eco. L’innamorarsi della propria immagine − diventare cioè narcisisti − è interpretato nel mito come una forma di punizione per l’incapacità di amare.
Alexander Lowen, Il narcisismo, 1983

Profondo di significato è quel racconto di Narciso che, non potendo stringere l’immagine tormentosa e soave che vedeva nella fonte, vi si tuffo e annegò. Ma quella stessa immagine noi la vediamo in tutti i fiumi e negli oceani. Essa è l’immagine dell’inafferrabile fantasma della vita; e questo è la chiave di tutto.
Herman Melville, Moby Dick, 1851

C'è qualcosa di sublime e anche di divino in questa nostra aridità di cuore; nel non poter amare, in fondo e veramente, che noi stessi. E il mito di Narciso è cosi ricco che meriterebbe di divenire il vangelo dei tempi futuri.
Ardengo Soffici, Giornale di bordo, 1915

Amore, dolore dell'esistenza separata. Due esseri vogliono essere uno, ma se fossero uno, quest'essere amerebbe sé stesso. Quale peggiore incubo? È una sete ancora più implacabile di quella di Narciso.
Simone Weil (fonte sconosciuta - segnalala ad Aforismario)

Quando Narciso morì lo stagno del suo piacere cambiò da coppa di acque dolci in coppa di lacrime salate, e le Oreadi vennero piangendo per i boschi per rivolgere canti allo stagno e dargli conforto. E quando videro che lo stagno era cambiato da coppa di acque dolci in coppa di lacrime salate, sciolsero le verdi trecce delle loro chiome e gridarono allo stagno e dissero: «Non ci meravigliamo che tu pianga in questo modo Narciso, che era tanto bello». «Ma era bello Narciso?», disse lo stagno. «Chi potrebbe saperlo meglio di te?», risposero le Oreadi. «Noi ci passava sempre accanto, ma te ti cercava, e si sdraiava sulle tue sponde e ti guardava, e nello specchio delle tue acque rispecchiava la propria bellezza». E lo stagno rispose: «Ma io amavo Narciso perché, quando si sdraiava sulle mie sponde e mi guardava, nello specchio dei suoi occhi io vedevo sempre rispecchiata la mia bellezza».
Oscar Wilde, Il Discepolo, Poesie in prosa, XIX sec.

Note
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