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Frasi e citazioni di Chiara Francini

Selezione di frasi e citazioni di Chiara Francini (Firenze, 1979), attrice e scrittrice italiana. Ha detto di sé in un'intervista Chiara Francini: "Io sono una campigiana doc, una ragazza di paese cresciuta sulle rive del Bisenzio, essere fiorentini significa essere un po' monicelliani e percepire la bellezza della vita anche quando è amara, capire la sua dolcezza leggendola con ironia, non prendendosi mai troppo sul serio".
Riguardo alla sua carriera di scrittrice ha detto: "Scrivere è l'atto più coraggioso ed incosciente che abbia fatto mai nella mia vita perché con la stesura di un romanzo inconsapevolmente ci si mette a nudo e si racconta agli altri, anche in maniera indiretta, si illumina tutta la propria intimità scoprendo degli aspetti della propria interiorità nascosti sotto il rumore della vita quotidiana".
Foto di Chiara Francini
Prepararsi al male per essere sempre ben impreparati alla Felicità.
Questo è il segreto e il grande insegnamento che mamma mi ha donato. (Chiara Francini)

Non parlare con la bocca piena
© Rizzoli, 2017

Il bello della vita è che ti prende e ti butta in mezzo all’opposto, qualcosa che al momento sembra assurdo ma che poi si trasforma in qualcosa che nella subcoscienza avevi sempre sognato, ma che era troppo astratto per portare in primo piano della mente. 

I libri fanno male quando li tiri, non quando li sfogli

Un anno felice
© Rizzoli, 2019

Si nasconde nella voce, dietro l’entusiasmo vivace, quel terrore di non piacere, il batticuore di non essere desiderata, la spaventosa possibilità che la tua mano, per quanto gentile, minuta e generosa, possa non essere voluta.

Il diverso suscita sempre paura.

L’amore capita, come le grazie. Si impara quando ti piomba addosso. È inevitabile. È lui stesso che ci insegna lacerandoci e premiandoci di continuo. È un istinto. Solo che non capiamo quando inizia il premio e quando la tortura. Ed è lì che bisogna imparare, imparare a salvarsi. E a riderci su.

Scrivere è carne, è carezza, è schiaffo, ed è sempre un atto serio in potenza, liberatorio, narcisistico anche quando è diretto fuori, perché ha sempre a che fare con ciò di cui maggiormente l’umanità ha bisogno: essere compresa, essere vista, essere riconosciuta, essere stimata, essere amata.

Non seguire la felicità sia una cosa da matti.

L’innamoramento è il caos, la destabilizzazione più radicale e non bisogna temere, ma assecondare con coraggio e incoscienza questa magnifica disarmonia prestabilita.

"Il sogno è povero ed è la cauzione di un’assenza". [1] Non mi ricordo chi l’abbia detta ma trovo che sia una frase strepitosa, adattissima a tutto.

Forte e Chiara
Un’autobiografia © Mondadori, 2023 - Selezione Aforismario

Nella vita nulla c’è di più bello che condividere, che sapere che altre persone sentono, vedono, hanno sentito, visto ciò che ha fatto ridere, piangere, che ha fatto immalinconire anche te.

La più grande paura dell’uomo è quella della morte, della solitudine, del voltarsi e non trovare mani da stringere e occhi da guardare.

Ogni donna ha l’età che si merita.

Credo che la verità sia l’unico punto di partenza, l’unica possibilità di felicità e di redenzione che abbiamo in questa vita.

L’atto di maggior violenza è quello di raccontarsi fandonie, di fingere di non sapere. 

Non c’è nulla di più confortante della verità, anche quando appare amara come i succhi gastrici. 

Il limbo della bugia indorato di miele diventa Ade in breve tempo. E lo zucchero, di cui tenterai di ingozzarti per fingerti pasticcino, non ti renderà dolce, ma solo artificiale.

Nessuno riesce a vedersi bene come con gli occhi di chi l’ha saputo guardare.

La parte più difficile di fare un figlio è immaginarselo.

Prepararsi al male per essere sempre ben impreparati alla Felicità. Questo è il segreto e il grande insegnamento che mamma mi ha donato.

Tutti noi siamo ciò che abbiamo mangiato da piccoli. E, per quanta strada si possa fare, si rimarrà sempre quel bambino o quella bambina che ha visto, riso o patito ciò che il destino gli/le ha servito nel piatto.

È importante resistere al dolore, sopportare, subire, ma quando il dolore ti porta qualcosa, quando in cuor tuo sai di avere una speranza di salvezza o, almeno, quando credi davvero in un ideale.

Il momento in cui si mangia non è soltanto quello in cui ci si nutre a livello fisico, ma è quello in cui lo si fa, soprattutto, a livello umano ed è la nostra anima che si gonfia le gote di vita.

Condividere è tutto nella vita. Una gioia se la condividi la raddoppi, il patire se lo condividi, forse, lo dimezzi.

L’odio è un sentimento profondamente sottovalutato. Cattivi maestri sono quelli che, con tanta vaselina, imboccano i poveri fanciulli e le povere fanciulle, raccontando loro che la felicità, la giustizia le si agguantano solo con l’amore. Essi mentono. Sì, con l’amore si fanno certe cose, ma il grosso si fa con l’odio: profondo, viscerale, instancabile. 

Il fallimento non ha, sempre, un’accezione negativa, ma indica, spesso, il naturale disviare, nel prosieguo della vita adulta, dalle tinte che colorano le certezze e i desideri dei vent’anni.

La felicità è scivolosa. Ma per le donne lo è di più. È la storia che ce lo insegna. Ciclicamente, nel nostro racconto, siamo sempre state avvezze a cadere nell’illusione di aver acquisito un pugno di indipendenza, di libertà, di gioia che poi, come cosparsa di crema, ci è sfiatata via, in un istante, dalle mani.

Il mondo degli uomini ha costruito la subordinazione della donna assegnandole il monopolio dei sentimenti e degli affetti, come se le ambizioni professionali, i progetti personali, i sogni di realizzazione, anche i più creativi, appartenessero solo a loro, come se l’appagamento, la soddisfazione femminile fossero concessioni momentanee donate per diletto o benevolenza.

Nulla c’è di più bello che comunicare, parlare, che sentirsi insieme, connettersi in modo umano e quindi provare ad aiutarsi.

L'amicizia è amore per amore, è scegliere di essere i fratelli e le sorelle coi quali siamo nati davvero, senza saperlo, e che, un giorno, abbiamo riconosciuto.

I grandi viaggi ti portano via, ma sono i passi condivisi che ti portano lontano.

Non c’è niente che ti faccia sentire maggiormente compreso e giusto, di un amico che ti guarda e sa. 

Cosa è maggiormente ambito da chi può prendersi tutto il tangibile, da un tanga a un palazzo? Ciò che non si può comprare: il talento e il riconoscimento culturale e sociale.

“Sinistra” è un termine che hanno profondamente risemantizzato. I Sinistri sono come quelli che sputano in aria e ti vogliono spiegare che piove. Sono così ossessionati dall’apparire pauperistici che, pur abitando in palazzetti con dei Botero attaccati ai muri, spesso dormono nelle dépendance della servitù. Sentendosi poeti maledetti.

Ai Sinistri non frega assolutamente nulla del comunismo, di Berlinguer, degli operai, del lavoro, dei diritti, del teatro, delle minoranze, della cultura come strumento rivoluzionario di rivendicazione, non gliene frega assolutamente niente. A loro interessa solo apparire di sinistra e quindi dalla parte del giusto. 

Piangersi addosso è mentire a se stessi, abusarsi. Quasi mai il mondo ha pietà di te. Spesso è cattivo e il vittimismo non ti porta né caratura né cura. Ma è solo uno stigma, una ferita che tu mostri e che la maggior parte della gente schifa o si bea di non avere.

Ho cercato di seguire la mia vita ascoltandola, assecondandola con rigore e naturalezza: la sete va nutrita d’acqua per andare avanti con godimento.

La parte più complessa per una donna è nascere tale. Bello e terrificante.

Una donna è capace di liberare anche quando non è libera. Ed è questo il suo miracolo.

Le donne incinte, spesso, sono violente e vogliono solo essere festeggiate. E tu devi festeggiarle. Ma succede perché loro sono identiche a noi che ancora siamo vuote e forse lo rimarremo per sempre, che sia una nostra scelta oppure no.

Siamo donne, tutte. Loro [le donne incinte] vogliono essere certe, hanno bisogno di essere rassicurate che quello che stanno facendo e che hanno in corpo sia realmente un miracolo come ci hanno raccontato. E lo pretendono con la stessa ferocia con cui noi vogliamo essere convinte del contrario, che l’essere non madri non significhi rimbombare ed essere vuote.

Note
  1. "La provocazione di un immaginario collettivo è sempre impresa inumana, non solo perché il sogno essenzializza la vita come destino ma anche perché il sogno è povero ed è la cauzione di un’assenza". (Roland Barthes, Miti d’Oggi, 1957).
  2. Vedi anche frasi e citazioni di: Daria BignardiLuciana LittizzettoChiara Valerio

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