Frasi e aforismi di Sylvain Tesson
Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Sylvain Tesson (Parigi, 1972), scrittore, aforista e viaggiatore francese. Riguardo alla scrittura aforistica, ha detto Sylvain Tesson:
"Da dove mi viene questo amore per gli aforismi, i motti di spirito e le formule? E questa tendenza a preferire il particolare all’insieme, gli individui ai gruppi? Forse dal mio nome? Tesson, il coccio, il frammento di qualcosa che non è più, qualcosa nella cui forma sopravvive il ricordo della bottiglia. Il tesson sarebbe una creatura che ha nostalgia dell’unità perduta e che cerca di riconnettersi al Tutto".
La maggior parte delle seguenti riflessioni di Sylvain Tesson sono tratte dai libri: Aforismi sotto la luna e altri pensieri selvaggi (2008) e Nelle foreste siberiane (2011).
La vita dovrebbe essere solo un perenne ringraziamento per ogni piccolo favore concesso dal destino. Essere felici significa sapere di esserlo. (Sylvain Tesson) |
Piccolo trattato sull'immensità del mondo
Petit traité sur l'immensité du monde, 2005
Aprire gli occhi è un antidoto alla disperazione.
Eleganza è comportarsi in solitudine così come in società.
[L'élégance, c'est se comporter dans la solitude comme en société].
Vivere è fare del proprio sogno un ricordo.
[Vivre, c'est faire de son rêve un souvenir].
Aforismi sotto la luna e altri pensieri selvaggi
Aphorismes sous la lune et autres pensées sauvages, 2008
Traduzione dal francese a cura di Aforismario
Amore: due cannibali che si invitano a cena.
Albero di Natale: siamo riusciti a far sembrare perfino gli alberi ridicoli.
Camminare senza meta è un obiettivo.
Come fanno alcuni libri a rimanere così sereni con ciò che contengono?
Credo solo nella fedeltà della mia ombra.
Dopo aver osservato il mondo esterno, il riccio trasse le giuste conclusioni .
Gerani sui balconi: per nascondere che dentro non succede nulla.
Gli esperti : specialisti dell'inverificabile.
Graffiti: i muri non hanno orecchie, ma hanno memoria.
Il liquido della nascita mescolato alla polvere della morte dà il fango della vita.
Il tempo deve avere qualcosa di cui incolparsi per fuggire così in fretta.
Il viaggiatore conosce l'eterno ritorno delle partenze.
L’autocontrollo è svuotare il bicchiere d’acqua in cui siamo annegati.
La Caduta avvenne quando l'uomo discese dalla scimmia.
La fede è la vanità di credersi creati a immagine di Dio.
La nauseante fiducia in sé stesso del sole di mezzogiorno.
La nostalgia è indignata dal fatto che il tempo osa passare senza di noi.
La notte stellata forse è soltanto il soffitto tarlato di una tenda.
La primavera dovrebbe farci capire una volta per tutte che nulla è mai perduto.
La vertigine è il parapetto dei suicidi.
Nuvola: brioche che il sole non riesce a cuocere.
Preferire i luoghi selvaggi ai luoghi comuni.
Questo desiderio di precipitarsi verso le porte contrassegnate con “Uscita di emergenza”.
Se l'uomo fosse lupo per l'uomo, lascerebbe in pace il lupo.
Solitudine, compagna a cui non si sfugge mai.
Stagioni: incostanza della Natura.
Sviluppo sostenibile: implorare il pianeta di sostenerci ancora un po’.
Un cadavere è gravato dal peso dei suoi rimpianti.
Un uomo felice è quello che non perde nulla aspettando.
Una pietra che cade nell'acqua non manca mai il centro del bersaglio.
Viaggio organizzato: un ossimoro.
Un aforisma è riuscito quando non c'è più niente da aggiungere a qualcosa su cui c'era molto da dire.
[Un aphorisme est réussi lorsqu'il n'y a plus rien à ajouter à quelque chose dont il y avait beaucoup à dire].
Al momento della mia morte, le mie ultime parole saranno: “Uno di meno!”
Nelle foreste siberiane
Dans les forêts de Sibérie, 2011 - Selezione Aforismario
Un giorno ci si stanca di parlare di «decrescita» e di amore per la natura e si comincia a desiderare di far collimare i propri atti con le proprie idee. È tempo di lasciare la città, è tempo che sui discorsi cali il sipario della foresta.
È bello non sentirsi costretti ad alimentare la conversazione. Da che deriva la difficoltà della vita sociale? Dal fatto di dover trovare sempre qualcosa da dire.
La vita dovrebbe essere solo un perenne ringraziamento per ogni piccolo favore concesso dal destino. Essere felici significa sapere di esserlo.
È un lusso vivere da soli in un mondo dove il fatto di abitare l’uno vicino all’altro sta per diventare il nostro problema capitale.
Il lusso? È la serie delle ventiquattro ore che mi viene incontro offrendosi ogni giorno al mio solo desiderio.
Cosa è mai la società? Un nome dato al fascio di correnti esterne che premono sul timone della nostra barca per impedirci di portarla dove vogliamo.
Per provare un senso di libertà interiore bisogna disporre di spazio e di solitudine. A ciò si aggiunga l’essere padroni del proprio tempo, il silenzio totale, una vita dura e lo spettacolo della bellezza naturale.
Amare non significa celebrare il nostro riflesso nel volto di una creatura che ci assomigli ma riconoscere il valore di ciò che non conosceremo mai.
Incredibile quanto l’uomo riesca a monopolizzare l’attenzione dell’uomo. La presenza dei nostri simili sottrae interesse al resto del mondo. La solitudine è la conquista che fa ritrovare il piacere delle cose.
Chi non ha troppa fiducia nella ricchezza della propria vita interiore deve portarsi dietro dei buoni autori: potrà sempre riempire quel vuoto.
I libri aiutano più della psicoanalisi. Nei libri c’è tutto, ancor più che nella vita.
In un’ottica naturalistica, l’uomo in rivolta è una cosa inutile. Nella foresta, la sola virtù è l’accettazione. Quella degli stoici, quella degli animali o, ancor meglio, quella dei sassi.
L'uomo libero possiede il tempo. L'uomo che controlla lo spazio è solo potente.
La noia non mi spaventa. Ci sono cose che fanno più male: il dolore di non condividere con la persona amata la bellezza dei momenti vissuti. La solitudine: quello che gli altri perdono per il fatto di non essere vicini a chi la prova.
Meglio vivere felici in una radura selvaggia che languire in una città.
Rifugiarsi in una capanna siberiana significa vincere la battaglia contro l’accumulo degli oggetti sotto il quale si rischia di restare sepolti. La vita nei boschi ci obbliga a fare una cernita. Ci liberiamo di ciò che è ingombrante, gettiamo zavorra dall’aerostato della nostra vita.
Il riflesso è l'eco dell'immagine, l'eco è l'immagine del suono.
Le nature umane che somigliano ai laghi gelati mi piacciono più di quelle che ricordano le paludi. Le prime sono dure e fredde in superficie ma al di sotto sono profonde, tormentate e piene di vita; le seconde sembrano morbide e spugnose ma hanno un fondo inerte e impermeabile.
La solitudine è una patria popolata dal ricordo degli altri: pensare a loro consola dell’assenza.
La solitudine fa nascere i pensieri perché la sola conversazione possibile si tiene con se stessi. Elimina tutte le chiacchiere, permette il colpo di sonda nel proprio intimo.
Nella vita bisogna avere tre cose: il sole, una bella visuale e, nelle gambe, il ricordo lattico della fatica.
Non ci si sente mai così vivi come quando si è morti per il mondo!
A volte si fissa il paesaggio pensando alle persone che lo animavano. L’atmosfera è impregnata del ricordo dei morti.
Chi non ha avuto voglia di fare dietro-front proprio quando tutto quello che desiderava era lì, a portata di mano? Al momento decisivo certi uomini si tirano indietro.
Quando si organizza la propria vita intorno all’idea di non possedere niente, si dispone di tutto il necessario.
La sobrietà dell’eremita consiste nel non lasciarsi sopraffare dagli oggetti e dalla presenza dei propri simili, nel disabituarsi a quello che un tempo gli era necessario.
Gli imprevisti dell’eremita sono i suoi pensieri. Essi soli interrompono il corso delle ore, sempre uguali a se stesse. Per provare sorpresa bisogna fantasticare.
Il lusso dell’eremita è la bellezza. Dovunque posi lo sguardo, scopre uno splendore assoluto.
Sogno una casetta in periferia con un cane, una moglie e dei bambini protetti da una siepe di bosso. Malgrado i loro limiti, i borghesi hanno capito una cosa essenziale: bisogna procurarsi almeno un po’ di felicità.
L’infelicità aiuta a mollare gli ormeggi, l’essere felici è un intralcio alla serenità. Quando ero felice temevo il momento in cui non lo sarei stato più.
Gli uomini che soffrono al pensiero del tempo che passa non sopportano di stare fermi. Muovendosi si calmano. Lo sfilare dello spazio genera l’illusione di un rallentamento del tempo. La loro vita diventa una sorta di ballo di san Vito: si agitano. L’alternativa è fare l’eremita.
Alla nascita, dovrebbero toglierci dal cervello un pezzetto di neocorteccia per farci passare la voglia di distruggere il mondo. L’uomo è un bambino capriccioso, convinto che la terra sia la sua stanza dei giochi, gli animali i suoi balocchi e gli alberi i suoi sonagli.
I nostri simili ci confermano l’esistenza del mondo. Se chiudiamo gli occhi, in città, è un gran sollievo sapere che la realtà non si annulla e che qualcun altro continua a percepirla! L’eremita è solo al cospetto della natura, è l’unico a contemplare il reale. Sulle sue spalle grava il fardello della rappresentazione del mondo, della sua rivelazione allo sguardo umano.
La bellezza non salverà il mondo; tutt’al più offrirà agli uomini un magnifico sfondo davanti al quale uccidersi a vicenda.
Il grigiore delle nostre esistenze dipende solo da noi. La nostra mediocrità incupisce il mondo.
La vita nella capanna è come la carta vetrata. Libera l'anima dalle incrostazioni, mette l'essere a nudo, inselvatichisce il corpo e lo spirito, ma fa nascere in fondo al cuore delle papille sensibili come spore. L'eremita acquista in dolcezza quello che perde in urbanità.
Vivere nella sola patria che valga qualcosa: l’istante.
Il bisogno di trascendenza è una cosa strana. Perché credere in un Dio esterno alla sua creazione? Gli schianti del ghiaccio, la dolcezza delle cince e la potenza delle montagne mi esaltano molto più dell’idea di qualcuno che sia all’origine di tutto.
Se fossi Dio, mi sarei atomizzato in miliardi di sfaccettature per stare nel cristallo di ghiaccio, nell’ago di cedro, nel sudore delle donne, nelle squame dell’omul’ e negli occhi della lince. Molto più esaltante che librarmi nello spazio infinito guardando da lontano il pianeta azzurro che si autodistrugge.
Non c’è niente di più bello della solitudine. Per essere completamente felice mi manca solo una cosa: avere qualcuno a cui spiegarlo.
Geografia dell'istante
Géographie de l'instant, 2012
La lettura ci conferma che la solitudine è un tesoro. Un libro può cambiare una vita. E pensare che in copertina non ci sono scritte le avvertenze!
Abbandonarsi a vivere
S'abbandoner à vivre, 2014
È raro che in un viaggio si vivano dei giorni conformi all’idea che ci si faceva prima di partire. Di solito viaggiare significa portare in giro la propria delusione.
Si amavano, stupiti di essere tanto diversi. Il loro amore procedeva dalla fascinazione degli abissi. Si amavano attraverso una pianura, anzi da una riva all’altra. Nel mezzo scorreva la loro vita.
Beresina
Berezina, 2015
Gli inglesi hanno una parola per definire l'arte di sottrarsi al confronto: escapism. Davanti all'ostacolo, l'escapista opta per la fuga. Come le stelle cadenti, come i cavalli allo stato brado o come i torrenti d'acqua limpida, non sopporta gli urti, gli sfregamenti, la bruttura del contatto. Trova volgare persino l'arguzia. Sceglie di fare dietro-front; si riconosce nella grazia della ballerina che traversa il palcoscenico da una quinta all'altra con quattro balzi da cerbiatta. Alla carica del quadrupede preferisce lo svolazzare della farfalla.
Sentieri neri
Sur les chemins noir, 2016
Da quando l’Homo sapiens si è evoluto fino allo stadio attuale, sulla Terra sono nati cento miliardi di esseri umani. Credete davvero di poter ritrovare uno dei vostri cari nella calca di un termitaio eterno affollato di angioletti?
Note
Leggi anche le citazioni degli scrittori e aforisti francesi: Christian Bobin - Éric Chevillard - Roger Judrin -
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