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Aforisticamente Flop - Il calunniatore (s)mascherato

Per definizione, il termine "aforisticamente" indica un modo di esprimersi in modo aforistico o per aforismi, cioè in modo conciso e sentenzioso. In questo contesto, però, il termine "aforisticamente" è usato in maniera del tutto particolare, considerando la parte finale "mente" come derivazione del verbo "mentire". Il perché lo si scoprirà leggendo quanto segue. In questa pagina, infatti, è riportata (a imperitura memoria) una vecchia polemica generata da alcune accuse calunniose mosse nei confronti di Aforismario da parte del sig. Fabrizio Caramagna, autore del sito Aforisticamente. Il tutto è oggi privo d'interesse per chi non è stato coinvolto nella polemica, a meno che non lo si voglia considerare un buon esempio di come ci si debba difendere dalle calunnie di un avversario particolarmente invidioso.

La cosa divertente è che dopo aver criticato in modo alquanto ridicolo il sito Aforismario, Caramagna ha poi deciso di copiarne "la struttura e lo schema" (e non solo quello), trasformando Aforisticamente da blog di cultura aforistica a umile "citazionario". Evidentemente, dopo essersi reso conto che attaccare Aforismario non gli procurava la visibilità di cui era in affannosa ricerca, deve aver capito che l'unica via era ricreare un sito simile in tutto e per tutto ad Aforismario, realizzando pagine su vari argomenti non più di soli aforismi veri e propri (lui, il purista dell'aforisma!), ma di frasi e frasette scopiazzate qua e là in vari siti italiani (compreso Aforismario, ovviamente) e traducendo (di solito in modo maccheronico) quelle "saccheggiate" in siti stranieri. Il tutto mescolato con frasette tratte da Twitter per infoltire le pagine e confondere meglio le acque.

Inutile dire, però, che si tratta soltanto di un'imitazione mal riuscita, tant'è che per la quantità di citazioni senza alcun riferimento bibliografico, per la quantità di frasi attribuite ad autori sbagliati o di autori con nome e cognome fatte passare come "anonime", per il numero di traduzioni infedeli e persino per alcune frasi italiane di autori italiani stampate su libri italiani, riportate in maniera differente rispetto all'originale [sic!], possiamo affermare, senza timore di essere smentiti, che oggi Aforisticamente può essere annoverato tra i peggiori siti italiani di aforismi, con buona pace di Google, che, su questo argomento, sta offrendo un pessimo servizio agli utenti italiani del web.

Per quanto ne sappiamo, oggi Caramagna, per cercare di appagare il proprio insaziabile narcisismo, scrive aforismi (e qui il termine "aforismi" è un eufemismo) banali, melensi e sdolcinati, buoni per essere postati sui social dalle tredicenni. Un modo come un altro per accaparrarsi un po' di visibilità. Queste frasette le pubblica anche su libri di pregio editoriale, che − bisogna dargli merito − fanno sì che Caramagna possa essere considerato il maggior rappresentate italiano dell'attuale degenerazione dell'aforisma.
Aforisticamente* Flop - Il calunniatore smascherato
Come difendersi dalle calunnie
28 ottobre 2011
"La calunnia è come la vespa che vi disturba, e contro la quale non si deve fare il minimo movimento a meno che non siate certi di ucciderla: altrimenti quella torna alla carica più incattivita che mai". (Nicolas de Chamfort)
Per quanto si dia poco conto alle critiche altrui − specie quando provengono da persone che si considerano indegne − e si faccia il possibile per sottrarsi a qualunque tipo di polemica, non si può sempre evitare di essere ugualmente trascinati nella mischia e di essere costretti a porsi al medesimo basso livello del calunniatore di turno, non tanto per difendersi dai suoi attacchi infamanti, quanto per ristabilire la verità di fatti impunemente stravolti dinanzi ad alcune persone per le quali si prova della stima, e che, interpretando il nostro silenzio come ammissione di colpa, potrebbero anche credergli.

Fin da quando è stato pubblicato, il sito Aforismario ha sempre ricevuto grandi apprezzamenti, sia per aver dato rilevanza all'aforisma come genere letterario sia per aver offerto l’opportunità agli scrittori di aforismi contemporanei di dare maggior visibilità alle loro opere. Tra gli "elogiatori" vi era anche chi oggi – e ormai da qualche tempo − tenta in tutti i modi di screditare il sito Aforismario e di mettere in cattiva luce il suo autore, rappresentato come una sorta di ladro del web che, furbescamente, “fa tutto di nascosto, nell'ombra” per rubare il frutto del lavoro altrui. Mi riferisco a un certo Fabrizio Caramagna (chi è costui? e soprattutto: cosa vuole?), autore del blog Aforisticamente.

Confesso che trovo alquanto seccante dover occupare il mio tempo con certe sciocchezze, umiliante dover scendere a confronto con un soggetto simile, e spiacevole anche solo nominarlo, perché so di fare il suo gioco, che è quello di raccattare un po’ di pubblicità e sopperire in qualche modo – o in qualunque modo – a quella mancanza di visibilità di cui soffre tanto (cosa che lui stesso mi ha più volte confessato). Caramagna, il grande moralizzatore, nonché aspirante monopolizzatore dell'aforisma sul web, negli ultimi tempi ha deciso di rivolgere la sua vis polemica contro Aforismario per smuovere un po' le acque − sporche oltre che basse − in cui annaspa, ma questa volta mi sa che gli è andata male, molto male. Seppure con riluttanza, infatti, ho deciso di replicare punto per punto alle sue accuse indegne, il che mi costringe, oltretutto, a leggerlo. Prima di controbattere alle insinuazioni del Caramagna, mi sia consentita una breve premessa: sul sito Aforismario si pone molta attenzione a non violare in alcun modo la legge vigente in Italia sul diritto d'autore. Per quanto riguarda i testi, sono riportate soltanto brevi citazioni di opere di pubblico dominio, brevi citazioni col consenso scritto dell'autore o su sua esplicita richiesta, o in ottemperanza all'art. 70 della Legge sulla Protezione del diritto d'autore, brevi citazioni accompagnate sempre, ove possibile, dalla menzione del titolo dell'opera, dei nomi dell'autore, dell'editore e, se si tratti di traduzione, del traduttore. Fatta la doverosa premessa, turiamoci il naso, mettiamo i guanti e scendiamo anche noi nella fogna insieme a Caramagna.

Il moralizzatore (s)mascherato
28 ottobre 2011
"Quando t'imbatti in un moralista, consideralo con rispetto, ad una prudente distanza, perché la morale è come la trichina: vive nella carne del porco". (Pitigrilli)
Il 24 ottobre 2011, sulla bacheca del gruppo Aforisti italiani presente su facebook, leggo una sorta di avvertenza, tra l’isterico e il paranoico, a firma del grande moralizzatore del web Fabrizio Caramagna:
“In poche ore Aforismario copia il lavoro di giorni (talora di anni) di altre persone. Difendiamo il diritto alla proprietà intellettuale delle nostre creazioni. Citare una frase è una cosa, appropriarsi di un’idea altrui è un’altra. Ieri è successo a Gino Ruozzi e Adriano Marchetti (Università di Bologna), oggi è successo a me, domani potrebbe succedere a te”. 
Già queste poche righe sarebbero sufficienti per farsi un’idea del tipo con cui abbiamo a che fare, e verrebbe voglia di lasciar perdere, di compatirlo o, tutt'al piú, di denunciarlo per procurato allarme… Ma non essendo la prima volta che egli tenta di infangare il nome di Aforismario – a dire il vero sempre con assai scarso successo – merita, a questo punto, che gli si risponda a tono. Secondo l'isterico allarme riportato sopra, non è tanto il fatto di aver citato qualche frase il vero problema per il nostro moralizzatore (questo, almeno, ancora ce lo consente), ma l’appropriarsi “di un’idea altrui”. Già, e quale sarebbe questa idea di cui mi sarei appropriato? L’idea di creare una raccolta di aforismi – e non solo di aforismi − su internet? Forse qualcuno ha brevettato la "raccolta antologica" e ne detiene i diritti? Mi sa che mi sono perso qualche riunione… Ma andiamo alla sostanza, colleghiamoci al blog del Caramagna  − a proposito, ve lo consiglio − blog dal titolo particolarmente indicativo: Aforistica-mente (dalla voce del verbo "mentire"), e leggiamo il suo imperdibile “j’accuse”. La prima imputazione che viene mossa ad Aforismario è che copierebbe
intere parti dell’antologia Scrittori Italiani di Aforismi, volume 1 e 2, Mondadori, di Gino Ruozzi e Moralisti francesi, Rizzoli di Adriano Marchetti” e sarebbe arrivato persino a riprodurre “la struttura delle antologie, lo schema e la selezione stessa degli autori”.
Per chi non lo sapesse, Scrittori Italiani di aforismi del prof. Gino Ruozzi non è un semplice libro, ma una vera e propria enciclopedia che costituisce un punto di riferimento imprescindibile per chiunque sia interessato alla scrittura aforistica in Italia e non solo. Qualunque paragone tra il sito Aforismario e il prezioso libro del prof. Ruozzi, oltre che improponibile, è anche abbastanza irriguardoso. Tuttavia, per controbattere punto per punto, come ho deciso di fare, alle calunnie del Caramagna, mi trovo costretto a compiere questa altrimenti insensata operazione di confronto.  La mia speranza è che il prof. Ruozzi − al quale chiedo anticipatamente scusa nel pur improbabile caso in cui dovesse leggere queste righe − comprenda la situazione in cui mi sono venuto a trovare mio malgrado. Dunque, vediamo quali sono le analogie, e le differenze, tra il sito Aforismario e il libro del prof. Ruozzi, dal quale avrei copiato non soltanto gran parte degli aforismi ivi presenti, ma persino replicato la “struttura”, lo “schema” e la “selezione stessa degli autori” (!?):
  1. il libro Scrittori Italiani di aforismi contiene, come dice il titolo, soltanto scrittori "italiani" di aforismi; il sito Aforismario contiene autori di tutto il mondo;
  2. il libro Scrittori Italiani di aforismi contiene autori dal 1200 al 1993; il sito Aforismario presenta autori dal V secolo a.e.v. a oggi, (il web, ovviamente, consente piú facili aggiornamenti);
  3. il libro Scrittori Italiani di aforismi contiene autori poco noti o molto noti; il sito Aforismario contiene non soltanto autori noti e meno noti, ma anche autori esordienti (e dunque quasi o del tutto sconosciuti) e persino autori inediti;
  4. nel libro Scrittori Italiani di aforismi ogni autore è introdotto da un’accurata presentazione critica con notizie bio-bibliografiche, cui seguono molti suoi aforismi (in alcuni casi persino opere integrali; sul sito Aforismario non esistono simili introduzioni, ma solo alcune essenziali note biografiche dell'autore seguite da suoi pochi aforismi (in media una ventina);
  5. il libro Scrittori Italiani di aforismi è un’antologia di aforismi veri e propri; il sito Aforismario non è soltanto una raccolta di aforismi veri e propri, ma di svariate forme letterarie brevi: citazioni, battute umoristiche, battute cinematografiche, proverbi, epitaffi, slogan, aneddoti, detti Zen, eccetera (l’elenco sarebbe davvero troppo lungo, chi volesse farsi un'idea piú precisa può tranquillamente consultare le migliaia di pagine del sito);
  6. il libro Scrittori Italiani di aforismi non contiene saggi sulla storia, la teoria o la tecnica della scrittura aforistica (argomenti dei quali il prof. Ruozzi, peraltro, è uno dei maggiori esperti a livello internazionale e che ha trattato approfonditamente in altre sedi); sul sito Aforismario, invece, sono presenti anche articoli, curiosità e approfondimenti di questo tipo;
  7. il libro Scrittori Italiani di aforismi non contiene immagini; sul sito Aforismario è riportata quasi sempre un’immagine dell’autore degli aforismi citati;
  8. il libro Scrittori Italiani di aforismi, di ogni autore riporta un’accurata bibliografia e l’edizione precisa da cui sono tratti i vari aforismi; sul sito Aforismario è riportata soltanto l’opera da cui sono tratti gli aforismi; nel caso in cui il libro sia fuori catalogo o introvabile, è riportata un'altra opera dello stesso autore; in mancanza anche di questa, è spesso riportato proprio il libro Scrittori Italiani di aforismi del prof. Ruozzi;
  9. nel libro Scrittori Italiani di aforismi sono presenti i seguenti autori che, a tutt'oggi, mancano, invece, sul sito Aforismario: Taddeo Alderotti, Bonvesin da la Riva, Paolo da Certaldo, Leon Battista Alberti, Ortensio Landa, Leonardo Fioravanti, Giovan Francesco Lottini, Orazio Rinaldi, Cesare Speciano, Ciro Spontone, Paolo Sarpi, Carlo Emanuele I di Savoia, Alessandro Tassoni, Santorio Santorio, Fulgenzio Micanzio, Tommaso Roccabella, Emanuele Tesauro, Francesco Chiari, Francesco Maria Zanotti, Marco Alberici, Carlo Giuseppe Londonio, Michele Colombo, Raffaello Lambruschini, Savino Savini, Carlo Leoni, Aristide Gabelli, Francesco Crispi, Domenico Giuliotti, Sergio Solmi;
  10. anche nel caso in cui sono citati i medesimi autori sia nel libro Scrittori Italiani di aforismi sia sul sito Aforismario (e non potrebbe essere diversamente, visto che entrambi si occupano di scrittori di aforismi, seppure il secondo non esclusivamente), accade spesso che diverse opere di un autore presenti nel libro siano assenti sul sito, e viceversa.
Come ognuno potrà facilmente rendersi conto, le differenze tra il sito Aforismario e l'antologia del prof. Ruozzi sono talmente marcate e numerose, che chiunque affermasse il contrario mostrerebbe di essere dotato di una capacità di giudizio e di una competenza critica pari a quelle di uno scoglio nel mare. Eppure c'è chi è arrivato a tanto... 

Stesso discorso vale, ovviamente, per l’altra antologia: Moralisti francesi classici e contemporanei a cura di Adriano Marchetti, il cui numero di autori trattati  (in questo caso di sola nazionalità francese) è peraltro inferiore rispetto alla voluminosa opera del prof. Ruozzi. Ma in questo caso, il nostro moralizzatore ci tiene a far notare un particolare che pongo all'attenzione di tutti perché rivela quali siano i reali obiettivi che egli intende perseguire dietro il pretesto della giustizia e dell'onestà intellettuale, qualità che, come si vedrà, gli sono completamente estranee:
"(tra l’altro, nel caso dell’antologia di Marchetti, Aforismario copia la traduzione senza neanche citare il traduttore, reato questo piuttosto rilevante in materia di diritti d’autore)."
Questa volta Caramagna avrebbe anche ragione, perché in tutte le occasioni in cui ho citato codesta antologia, ho sempre aggiunto soltanto il nome del curatore (e anche traduttore) Adriano Marchetti, cosí come indicato in copertina, ma in realtà al volume hanno collaborato anche Andrea Bedeschi e Davide Monda, cosí come risulta dalle pagine interne del libro, per cui ho immediatamente provveduto alla correzione. Ma il punto fondamentale è un altro: qualcuno crede che a Caramagna interessi davvero che sia riconosciuto il lavoro dei due traduttori citati? qualcuno crede che egli sia mosso davvero da un superiore e altruistico senso di giustizia? Se cosí fosse, gli sarebbe stato sufficiente − come avrebbe fatto qualunque persona corretta e intellettualmente onesta − comunicarmi in privato l'inesattezza da lui rilevata, evitando una pubblica e patetica accusa di "reato" che sfocia nel ridicolo. Il fatto è che ciò che preme a Caramagna, a questo calunniatore di quarta categoria, è semplicemente infangare il nome di Aforismario, cercare in tutti i modi di screditare l'autorevolezza che, nel corso degli anni, il sito si è guadagnato in campo aforistico tra gli utenti del web, e provare, cosí, a togliersi un po' dall'ombra, a brillare un pochino. Tra l'altro, non si spiega − ovvero, si spiega benissimo − come mai questo grande moralizzatore sia così attento nel controllare anche la minima "imperfezione" sul sito Aforismario, e non badi per nulla a quel che succede in altri siti: sembra che internet sia una sorta di paradiso del diritto d'autore, dove il rispetto della proprietà intellettuale è messo in serio pericolo soltanto dai pirateschi arrembaggi del famigerato Aforismario. In ogni caso, quanto io sia disponibile ad accettare − se posti garbatamente, ovvio  − critiche, consigli, segnalazioni di errori e sviste, lo si può vedere da quanto scritto, sin dalla pubblicazione di Aforismario, nella Home Page.

A questo punto, sarebbe superfluo aggiungere qualsiasi altro commento, ma prima di passare alla prossima imputazione del nostro moralizzatore, non si può non far notare che se proprio si volesse cercare una qualche affinità tra la "struttura" e lo "schema" dell'antologia del prof. Ruozzi con qualche sito, essa si troverebbe proprio col blog di Caramagna, dove questi − scimmiottando lo stesso prof. Ruozzi − alla riproduzione degli aforismi di ogni autore antepone un'introduzione bio-bibliografica e "critica", della quale − detto tra noi − ognuno può immaginare la levatura. Ma c'è di piú. In riferimento al fatto che io non farei altro che copiare aforismi dalle succitate antologie per arricchire il sito Aforismario, fino a qualche tempo fa lo stesso Caramagna − quando l'invidia, evidentemente, non aveva ancora raggiunto livelli tali da obnubilargli la mente − sosteneva una tesi molto diversa, anzi, completamente opposta, dicendomi di notare come molti aforismi fossero sicuramente frutto di letture personali perché non presenti in nessuna delle antologie da lui conosciute. Un intransigente psichiatra, in casi simili, potrebbe ipotizzare l'esistenza di un fenomeno di dissociazione dell’identità. Noi, invece, non possiamo che trattenere le risate e, piú bonariamente, provare soltanto commiserazione nei confronti del povero Caramagna; in fondo, è soltanto di un po' di visibilità ciò di cui va in cerca, come non comprenderlo?

Ma bando ai sentimentalismi! Passiamo senza esitazione alla prossima imputazione, forse la piú importante, quella sulla quale si regge l'intero sistema accusatorio del nostro diabolico moralizzatore, questa sì degna di uno che agisce "di nascosto e nell'ombra" per colpire a tradimento l’ignaro passante, la cui unica colpa è quella di fargli troppa concorrenza:
“Aforismario fa finta di aver letto e citato i libri di di Sergio Quinzio, Dino Basili, Ferruccio Masini, Camillo Sbarbaro, Alda Merini, Aldo Palazzeschi, Cesare Viviani, Roberto Bazlen, Piergiorgio Bellocchio, Umberto Saba, Anselmo Bucci, Massimo Bontempelli, Arturo Martini (a cui rimanda come fonte), ma in realtà sta di nuovo copiando – questa volta di nascosto – l’antologia di Gino Ruozzi”.
Ci credereste? Per arrivare a costruire una simile accusa, Caramagna ha dovuto compulsare quasi pagina per pagina sia il libro del prof. Ruozzi sia il sito Aforismario, e passare in rassegna centinaia di aforismi di diverse decine di autori per stabilire quali potessero risultare “copiati”. Detto tra parentesi, forse ho capito perché il blog del povero Caramagna non ha particolare successo: perché il suo autore dedica piú tempo a spiare i siti altrui che occuparsi del proprio… Eppure, se me lo avesse chiesto gentilmente, gli avrei detto tranquillamente come stavano le cose: entrambi avremmo risparmiato tempo, lui anche un’assai magra figura.

Dunque, premesso che non c’è nulla di male nel citare (Caramagna usa spesso e volentieri la parola “copiare” per darle una connotazione negativa simile al furto), dicevo, premesso che non c’è nulla di male nel citare, visto che la legge italiana sul diritto d'autore in vigore lo consente − e come lo stesso Caramagna è costretto ad ammettere (“Citare una frase è una cosa, appropriarsi di un’idea altrui è un’altra”) − devo dare una brutta notizia a questo grande calunniatore: − la maggior parte degli aforismi presenti sul sito Aforismario – tranne i pochi casi in cui i testi originali sono praticamente introvabili o di difficilissima reperibilità − sono frutto di letture personali compiute nel corso degli anni – non ore, anni! − direttamente sui libri da cui sono tratti. Questo mi sa che per il livoroso Caramagna (che speriamo nel frattempo non sia caduto dalla sedia leggendomi) sarà il boccone piú amaro da inghiottire: colui che egli accusava di copiare da un paio di antologie tutti, o quasi, gli aforismi presenti sul sito Aforismario, è in realtà un appassionato lettore di libri di aforismi e un cultore della scrittura aforistica. (In questo momento mi sento come uno che abbia appena mostrato un poker d’assi a un avido avversario che pensava di soffiargli il piatto con un full di Re). Immagino che Caramagna, ripresosi dallo stordimento − ma potrà mai riprendersi? − replicherà davanti al monitor del suo PC: “Certo, come se io ci credessi! Per affermare una cosa simile ci vogliono delle prove!”. In effetti è cosí. Chiunque abbia mai avuto a che fare con un calunniatore, sa benissimo che non basta negare le accuse che gli vengono mosse contro, ma che si è chiamati pure a comprovare i fatti che si portano a propria discolpa. Ebbene, a costo di rischiare il ridicolo, ecco la prova fotografica che testimonia la veridicità di quanto sopra affermato dal sottoscritto:
Libri di aforismi originali di Aforismario
Nella foto, piú di duecento libri di aforismi, e, si badi bene, di aforismi veri e propri, non di citazioni (di queste Aforismario possiede almeno un altro centinaio di volumi). Nella foto mancano, per ovvi motivi, anche alcune decine di e-book di aforismi di pubblico dominio, archiviati nel mio computer, e che si trovano gratuitamente sul web. Ci tengo a far notare che tra i libri della foto (mensola centrale a sinistra) sono presenti, tra gli altri, alcuni volumi relativamente rari o fuori catalogo (alcuni sono edizioni dei primi del Novecento) che, secondo le insinuazioni del Caramagna, io non avrei mai letto,  ma avrei semplicemente scopiazzato gli aforismi ivi contenuti direttamente dall'antologia del prof. Ruozzi (vedi ad esempio: Bruno Barilli, Dino Basili, Roberto Bazlen, Piergiorgio Bellocchio, Ugo Bernasconi, Giovanni Boine, Massimo Bontempelli, Anselmo Bucci, Ferruccio Masini, Alessandro Morandotti, Angelo Gatti, Ugo Ojetti, Sergio Quinzio, Giuseppe Rensi, Emilio Roncati... Possono bastare?).

Che dire, poteva mai immaginare questo grande moralizzatore e calunniatore di avere a che fare davvero con uno che agisce nell'ombra − anche se sarebbe meglio dire in disparte − ma soltanto per leggere e scrivere in pace? Se avesse un minimo di dignità, a questo punto al Caramagna dovrebbe essere già cascata la faccia per terra. In futuro, prima di nominare il nome di Aforismario invano, sarà meglio che ci pensi su due volte − sempre che due volte possano bastargli...

Ma andiamo avanti, e seguiamo le mirabolanti indagini del segugio Caramagna, sempre piú sicuro di aver individuato un malfattore e di averlo messo definitivamente con le spalle al muro:
“La furbizia di Aforismario non si ferma qui. Anzi a volte diventa qualcosa di piú della furbizia. Cosí Aforismario, dopo aver saccheggiato le due antologie, forse a corto di ispirazione, si mette a copiare dal web, e ovviamente cerca di nascondere ogni traccia dei suoi astuti copia incolla. Cosí recentemente si è messo a copiare gli autori francesi presenti nel sito Au fil de mes lectures”.
Dunque, secondo Caramagna io avrei copiato e incollato da un sito altrui degli aforismi che un'altra persona, a sua volta, avrebbe copiato da altri testi e riportati sul suo sito… Uhm, mi sa che qui di malfattori ce ne sono piú di uno... Ebbene, il sito di cui parla Caramagna è un sito francese scritto da un francese in − pensate un po' − lingua francese; dunque, prima di tutto, non è corretto dire che ho semplicemente copiato e incollato alcuni aforismi, ma piuttosto tradotto in italiano alcuni aforismi di autori pressoché sconosciuti in Italia trovati sul web. Ma prendiamo un esempio concreto portatoci dallo stesso Caramagna: 
"Non ci credete? Guardate solo due esempi tra i molti (e ripeto molti)"http://www.aforismario.it/philippe-bouvard.htmhttp://www.aufildemeslectures.net/?P=b&au=635
Qui il nostro segugio è convinto di aver trovato non soltanto la refurtiva (gli aforismi di Philippe Bouvard), ma anche il domicilio presso il quale avrei compiuto il furto con scasso (il sito Au fil de mes lectures), dimostrando di possedere una mentalità libresca parecchio stantia rispetto alle enormi evoluzioni portate dall'avvento di internet. Ovviamente non sto dicendo che il web debba essere un mare libero a completa disposizione dei pirati, sto semplicemente dicendo che l'informazione che è possibile reperirvi è talmente ampia e talmente numerose sono le fonti dalle quali è possibile procurarsela, che il discorso di Caramagna, in questo caso, non ha semplicemente senso. "Non ci credete?", direbbe lui con tono di sfida, guardate solo alcuni esempi "tra i molti (e ripeto molti)" dei siti presso i quali è possibile trovare gli aforismi tratti da Maximes au minimum di Philippe Bouvard, preso come esempio dal nostro moralizzatore: Citations.com - Evene - BookNode - Dicocitations - CitationsFrancaises, ecc. Seguendo il ragionamento di Caramagna, dunque, per ogni singola citazione che uno dovesse copiare dal web, dovrebbe indicare non soltanto, com'è giusto, il nome dell'autore e il titolo dell'opera da cui essa è tratta, ma anche tutti i siti in cui essa è presente, perché tutti i proprietari degli stessi in cui si trova quella singola citazione, potrebbero pretendere, volendo, di essere menzionati come fonte. È evidente che sarebbe il caos piú completo, ma per fortuna non è Caramagna a governare il web, o almeno non ancora...

Si noti bene: qui si sta parlando di copiare una o più citazioni d'autore che è possibile trovare in decine o addirittura in centinaia di siti diversi, non certo opere integrali o le pagine personali del proprietario di un sito. Detto questo, aggiungo che lo stesso tipo di operazione, cioè la copiatura e la traduzione di aforismi presenti sul web, l'ho eseguita da piú fonti e con piú autori di quanto persino un segugio come Caramagna possa essere riuscito a individuare. Faccio notare che la maggior parte di questi aforismi sono contenuti in opere di pubblico dominio; per tutti gli altri casi, ricordo ancora una volta che la citazione è sempre lecita se non costituisce concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera e se si riporta il titolo, l'autore e il traduttore della stessa (che nella fattispecie sarei io), cosa che ho sempre fatto. Ma non divaghiamo. Sempre in relazione a questo furto con scasso che avrei commesso, il nostro moralizzatore incalza:
"Aforismario in una notte (o in un giorno solo) ti copia i testi senza citare la fonte e anzi ingannando il lettore, mettendo il rimando (fuorviante!) a Marchetti curatore dell’antologia dei Moralisti francesi.
Straordinario, Caramagna pensa che io la notte mi scervelli per trovare il modo di ingannare i lettori del sito, rifilandogli sotto il naso non la vera fonte degli aforismi da me tradotti, ma nientemeno che la già citata antologia dei moralisti francesi di Marchetti (dunque in questo caso, perlomeno, a Marchetti gli starei ricambiando il favore, o no?). Ma il motivo, come il solito, non ha niente a che vedere con quello insinuato dal Caramagna: il fatto è che, a volte, le opere citate da cui sono tratti alcuni di questi aforismi sono fuori catalogo, e pertanto in fondo alla pagina, visto che si tratta di scrittori di aforismi francesi, mi è parso ovvio aggiungere un testo come quello curato dal prof. Marchetti che costituisce l'antologia piú completa in italiano di autori d'oltralpe. Insomma, la realtà dei fatti è sempre molto piú semplice − e soprattutto piú limpida − delle torbide supposizioni del Caramagna.

Ma passiamo al gran finale, ovviamente tutto dedicato − indovinate un po' − al sempre troppo sottovalutato blog del nostro Caramagna (Aforistica-mente), blog che io, secondo i suoi paranoici convincimenti, starei sempre lì a spiare in attesa di qualche novità da arraffare (comincio a sospettare che la cosa gli piacerebbe pure, sarebbe pur sempre un lettore in piú…). Ma come già si sarà notato, e come ancora meglio si vedrà in seguito, accade proprio il contrario: lo spione accusa di essere spiato... Con la (falsa) modestia che lo contraddistingue, Caramagna introduce il discorso:
“Qualcuno si chiederà a questo punto se Aforismario copia anche il mio blog Aforisticamente. Per il momento l’ha fatto discretamente.” 
Eccome no! Tutti se lo stavano chiedendo, e da un bel po': "Vuoi vedere che Aforismario alla fin fine vive alle spalle del blog Aforistica-mente del noto critico letterario Fabrizio Caramagna?" Questo sì che è uno scoop! E il grande critico sfodera tutti gli esempi (assai miseri, come si vedrà) a sua disposizione:
“Con un ritardo di qualche giorno io cito nel mio blog il centenario di Carlo Dossi e pure Aforismario se ne accorge in ritardo e lo cita”.
Devo ammettere che qui il mio inquisitore mi coglie alla sprovvista, perché di particolari cosí insignificanti non conservo memoria, e se Caramagna si ricorda di simili inezie, significa che mi controlla − potrei anche dire mi spia − con una meticolosità davvero maniacale (comincio ad averne paura...). Fortunatamente c'è internet a soccorrerci, e con una semplice ricerca penso di aver capito a cosa si riferisce Caramagna: io non ho mai parlato del centenario di nessun autore (scherziamo? non festeggio neppure i miei compleanni!), ma ho soltanto segnalato sulla pagina facebook di Aforismario, come facevo spesso anche con altri libri di aforismi, l’uscita dell’edizione integrale delle Note azzurre di Carlo Dossi per l’edizione Adelphi, fino a quel momento fuori catalogo. Ma anche se fosse come sostiene Caramagna, egli pensa forse di detenere i diritti sugli anniversari degli autori di aforismi di tutto il mondo? Siamo alla follia. Altro esempio alquanto paranoico:
“Faccio una pagina sugli scrittori di aforismi fuori catalogo e pure lui fa una cosa simile”.
Certo, come no! Così come ho copiato dal blog di Caramagna la pagina dedicata alle citazioni errate, alle citazioni senza fonte, alle citazioni anonime, al plagio aforistico, alle... Naturalmente non è vero niente, anche perché tutte queste pagine sul suo blog non esistono, ma l'unica che corrisponde a una sua pagina, quella dei libri di aforismi fuori catalogo [eliminata] è ovviamente copiata da lui. E vabbè... Non mi va nemmeno di andare a controllare quali siano le somiglianze tra queste due pagine − anche per oggi una visita in meno al blog Aforistica-mente − fatelo voi, se vi va, e poi fatemi sapere.
“Scrivo un articolo su Twitter e sui tweet-aforismi di Samantha Leone e pure lui dopo qualche giorno cita i tweet di Samantha Leone”.
Nausea. Il livello è sempre piú basso, strisciamo al suolo tra la melma. Ma continuiamo a seguire Caramagna, che sembra invece vi si trovi a proprio agio. Ebbene, devo ammettere con vergogna che, purtroppo, c'è stato un periodo in cui ho dato confidenza a quest'individuo − a Caramagna intendo − e a volte capitava di discutere di aforismi su facebook (naturalmente appena ho capito con chi avevo a che fare, e questo già da un po' di tempo, l'ho immediatamente radiato dai miei contatti e dalla mia mente, ma, come vedete, continua a perseguitarmi, non vorrei gli piacessi... Sempre piú paura...). Vabbè, torniamo a noi: l'otto aprile 2010 (ho rintracciato i messaggi relativi) Caramagna m'invia un messaggio su facebook introducendo il discorso sugli aforismi presenti su twitter e su Samantha Leone (alla quale chiedo scusa per doverla citare in simili circostanze). Alla fine della discussione, in pratica dopo una decina di messaggi, il 9 aprile 2010 gli comunico che: "Per ora questo discorso mi ha fatto venire in mente di creare una pagina con i migliori aforismi che man mano trovo su twitter". Questa la sua cortese risposta: "E' un mondo sterminato, un labirinto. Auguri! Ciao". Dunque, mi pare che le cose, anche in questo caso, stiano in modo assai diverso da come vorrebbe rappresentarle Caramagna: l'idea di una pagina di citazioni tratte da twitter è venuta a me durante un comune dialogo, mentre Caramagna afferma che io avrei citato i twitter di Samantha Leone dopo aver letto un suo, sicuramente interessantissimo, articolo. Il livello, ormai lo si è capito, è questo. La melma ci arriva alle ginocchia, il puzzo è nauseante, ma facciamoci coraggio e andiamo avanti:
“Valentino Zeichen è in finale al premio Pen Club e lui mette Zeichen”.
Qui devo ammettere la mia ignoranza: conosco Valentino Zeichen, ma, con tutto il rispetto, non ricordo di aver mai neppure sentito nominare il Premio Pen Club; evidentemente Caramagna è convinto che io segua giorno per giorno il suo blog (possibile creda davvero di essere cosí interessante? Bah!). Ma anche qui: poniamo che sia come dice questo esimio calunniatore: e allora? Se io volessi aggiungere sul sito Aforismario qualche aforisma di Zeichen quando arriva in finale al Pen Club o al "Lancio del nano", a Caramagna che importa? E se io volessi aggiungere gli aforismi di Zeichen quando questi si reca alla toilette durante il Premio Strega, a Caramagna che importa? Siamo alla follia...

Subito dopo questo squallido elenco di esempi, Caramagna sembra avere un sussulto di lucidità, e rendendosi forse conto di aver esagerato un po’, ammette:
“Certo, poca roba". 
Ma è questione di una frazione di secondo, giusto il tempo di mettere il punto, che subito dopo informa i suoi lettori – e sé stesso – che:
"Il pudore ha finora trattenuto Aforismario dal copiare i testi di Aforisticamente”.
Meraviglioso... Siamo alla follia pura mascherata da interpretazione psicologica. Superfluo qualunque commento. Ma quando sembra che tutto si concluda con poco, ecco che Caramagna tira fuori il suo asso dalla manica e lascia tutti allibiti: ebbene sì, Aforismario è stato beccato "con le mani nella marmellata", questa volta ne ha le prove, non può sbagliarsi:
“Nel mio blog ho scritto recentemente un articolo su Carlo Ferrario, autore di L’allegro e il pensieroso, edito nel 2009, uno dei libri aforistici piú belli da me letti. Se non fosse per la segnalazione del giornalista del Corriere di Como, Lorenzo Morandotti, mai e poi mai sarei venuto a conoscenza di questo gioiello nascosto. E’ stata davvero una casualità, ma anche una gioia per me scoprire Carlo Ferrario. Scrivo l’articolo il 28 settembre e venti giorni dopo il mio articolo, quindi questo venerdì 21 ottobre, anche Aforismario si accorge che esiste Carlo Ferrario. Che coincidenza, il libro di Ferrario è del 2009 e Aforismario se ne accorge solo adesso! Ma le coincidenze non finiscono qui. Aforismario su 3068 aforismi scritti da Carlo Ferrario ne cita 13 e di questi 13 ben 5 coincidono con quelli citati da me”.
In queste poche righe, Caramagna, seppur velatamente, esalta il suo ruolo di scopritore di gioielli aforistici nascosti, che solo grazie a lui vengono alla luce. Ebbene, spiegherò ora come ho scoperto gli aforismi di Carlo Ferrario, peraltro molto tempo prima che ci arrivasse Caramagna, anche se in tal modo dovrò svelare un trucco del mestiere; volete sapere come? − navigando su internet... Geniale, no? Mentre Caramagna era magari impegnato a "fare una ricerca di archivio su migliaia e migliaia di autori, leggere migliaia e migliaia di testi (a volte introvabili o sparsi in numerose riviste), viaggiare per anni e anni per le biblioteche e le università d’Italia" alla scoperta di nuovi aforisti di cui poter farsi vanto, io − astutamente e nell'ombra − digitavo semplicemente qualche parola su un motore di ricerca, muovevo leggermente le dita su di un mouse e andavo a finire sul sito: "La Provincia - Quotidiano di Como online", dove trovavo una presentazione del libro di aforismi di Carlo Ferrario. Ancora un altro click ed ero su IBS, aggiungevo il titolo alla mia "lista dei desideri", e poi  − abbandonavo tutto, libri e sito, con l'approssimarsi dell'estate. Riprendo a occuparmi del sito nel mese di settembre, mentre a ottobre faccio una piccola scorta di libri per l'autunno; ne acquisto tredici; tra questi, naturalmente, L'allegro e il pensieroso di Carlo Ferrario, che è il primo che inizio a leggere (nella foto citata sopra, il libro è il primo in alto a sinistra). Impiego qualche giorno a leggere il libro perché abbastanza voluminoso: ben 3068 aforismi. Al termine, come faccio di solito, dedico una pagina del sito Aforismario all'autore, e provo a dare uno sguardo su internet per verificare se i suoi aforismi siano per caso già pubblicati da qualche parte: primo sito della ricerca è proprio quello di Caramagna; per risparmiarmi la fatica di scriverli, copio (ebbene sì, Caramagna, hai capito bene, "copio") cinque degli aforismi che avrei aggiunto anch'io dal libro. A questi ne aggiungo degli altri direttamente dal volume di Ferrario. Ebbene, la domanda cruciale è: sarebbe cambiato qualcosa se io avessi scritto quei cinque aforismi digitandoli con la tastiera invece di copiarli col mouse? Sì, che li avrei scritti correttamente, visto che Caramagna, non sapendo nemmeno copiare, porta anche me a sbagliarne la trascrizione...

Insomma, a Caramagna non ne va bene una, persino quando copio e incollo per davvero − e per giunta dal suo blog! − non può obiettarmi nulla né addebitarmi qualche scorrettezza (lui la chiama semplicemente − "reato"). Ma la cosa piú interessante dell'intera faccenda − visto che Caramagna ironizza sulle coincidenze − è che il giorno dopo aver pubblicato gli aforismi di Ferrario (dunque il 22 ottobre), per la prima volta in quasi tre anni di gestione del sito Aforismario, mi arriva un'e-mail di Carlo Ferrario in persona, il quale, contrariato per aver pubblicato tredici dei suoi aforismi sul mio sito, alla fine mi chiede di rimuoverli per motivi editoriali. A voi sorge qualche dubbio? A me sì, piú di uno, e potete anche immaginare nei confronti di chi... Che volete, sono un malpensante, non posso farci nulla...

Stiamo ormai arrivando alla conclusione di questo incredibile viaggio nelle fognature dell'invidia e della calunnia; Caramagna tenta l'ultimo colpo basso, com'è tipico dei vigliacchi quando si rendono conto di non poter competere con il loro avversario:
"Quanto ai copia-incolla di Gino Ruozzi, Adriano Marchetti e Au fil de mes lectures, Aforismario se la veda con loro o con gli uffici legali delle due case editrici. Ma se la veda anche con la sua coscienza".
Con queste parole il nostro moralizzatore dà per scontato che io avrei violato la legge sul diritto d'autore, e, indirettamente, suggerisce agli interessati di adire le vie legali contro di me, quando, piuttosto, dovrei essere io a querelare Caramagna per calunnia.

Ed eccoci finalmente alla conclusione, che Caramagna tenta di ravvivare con una banale citazione e con una sorta di predicozzo moraleggiante sulla mia coscienza, chiedendosi − come se avessi ammazzato qualcuno − se io ne abbia una... Be', visto che le opinioni personali del Caramagna, anche se riferite alla mia persona, non destano in me alcun interesse, preferisco tralasciare qualunque commento e abbandonare il moralizzatore ai suoi dubbi. Quel che conta, per me, è aver ristabilito la verità di alcuni fatti stravolti da questo calunniatore di mezza tacca, che, tra l'altro, dopo tanto moralistico livore sul "copiare", senza autorizzazione, alla fine del suo articolo compie una vera e propria gaffe, poiché inserisce in bella evidenza una mia foto personale − alla quale manca soltanto che ci aggiunga la scritta "Wanted" − senza chiedermi alcun permesso e senza indicare la fonte da cui l'ha prelevata. 

Ma adesso veniamo fuori da questa fogna e lasciamoci immerso chi è abituato a sguazzarci dentro. Voltandomi indietro, mi rendo conto di essermi dilungato un po' troppo, non era mia intenzione, ma il fatto è che, oltre ad aver trovato un certo gusto a smantellare pezzo dopo pezzo ignobili insinuazioni, accade che se calunniare è semplice, e per farlo sono sufficienti poche parole, difendersi senza lasciare dubbi di sorta è molto piú complicato. Mi rendo anche conto di essere stato, a volte, un po' eccessivo, di aver usato, cioè, le cannonate contro uno che tentava di colpirmi con arco e frecce, ma ognuno usa le armi che ha a disposizione. Del resto, basta rileggere per intero l'inaudita invettiva del Caramagna nei miei confronti per capire che gli ho semplicemente risposto a tono e come meritava. Dopotutto, qualcuno doveva pur farlo questo sporco lavoro, e se non io, chi?

Per concludere, mi pare non sia difficile, a questo punto, comprendere il motivo per cui Caramagna sia giunto a un simile accanimento, tra il ridicolo e il patetico, nei miei confronti e del sito che gestisco; di certo non per amore di verità e giustizia − chi sarebbe cosí ingenuo da crederlo? − ma, molto piú probabilmente, per la frustrazione dovuta alla mancanza di consensi al suo lavoro rispetto alle sue aspettative, e la conseguente invidia, che col tempo è andata trasformandosi in vera e propria acredine, nei confronti di chi, trattando argomenti simili ai suoi in un sito di successo incomparabilmente superiore al suo, lo "cannibalizza". Il termine non è mio, ma suo; Caramagna lo utilizzò tempo fa per chiedermi di cancellare dal sito Aforismario una pagina in cui era presente il suo nome, perché essa toglieva visibilità su Google alla sua pagina nel blog Aforistica-mente. Probabilmente, se potesse, Caramagna mi chiederebbe di cancellare ogni pagina del sito Aforismario, ma sa che non potrei soddisfare questa sua richiesta; tuttavia, per questa volta, può anche dirsi relativamente soddisfatto: in fondo, ciò che voleva era soltanto un po' di pubblicità: eccolo accontentato.

Tante mentite scuse
30 ottobre 2011
"Cosí come un pugile, nel momento in cui si rende conto di non poter competere ad armi pari col proprio avversario, può succedere che ricorra a qualche colpo basso, allo stesso modo, l’invidioso, nel momento in cui comprende che non potrà mai eguagliare il proprio rivale, è facile ricorra alla calunnia. Ma cosí facendo, l’uno e l’altro, il pugile scorretto come l'invidioso, non fanno che perdere l’unica possibilità che gli restava: quella di finire al tappeto con onore". (G. S.)
Oggi, domenica, dopo aver sistemato la questione “Calunnie del Caramagna”, pensavo finalmente di potermi dedicare in pace alla lettura di un bel libro. Mi sbagliavo: Caramagna esige ancora che io gli dedichi parte del mio tempo e della mia attenzione e mi metta di nuovo a leggere le sue "cose".
A 31 ore di distanza (minuto più minuto meno) dalla pubblicazione della mia replica, Caramagna ha deciso di rimuovere il suo articolo diffamatorio dal suo blog e sostituirlo con un altro di "finte" scuse... Comincio a credere nella sua buona fede e a dubitare nelle sue doti, diciamo così, di "comprensione psicologica", non saprei quale altro eufemismo adottare. E vorrebbe pure fare il "critico letterario"... Ma vediamole queste scuse, dedichiamo ancora parte del nostro tempo a Caramagna (ormai mi sono rassegnato).
“La semplice constatazione filologica che nel sito Aforismario – nella sezione Aforisti e aforismi - ci sono degli estesi copia incolla delle antologie di Gino Ruozzi e Adriano Marchetti (talora la fonte è menzionata, talora no) e la constatazione filologica che Aforismario ha copia incollato alcune selezioni di aforismi tratti da siti francesi senza menzionare gli stessi, ha scatenato una tale reazione nel titolare di Aforismario, che sono davvero spaventato, anzi atterrito”.
Dunque, notiamo innanzitutto che il nostro critico letterario è già passato di grado: adesso è anche filologo. Interessante. Dunque, il nostro critico letterario e filologo dott. Fabrizio Caramagna ribadisce i copia incolla alle solite antologie e ai siti web francesi (di cui si è ormai autonominato avvocato d’ufficio), ma con una “lieve” differenza rispetto alle accuse precedenti: pare, infatti, che adesso io non copi piú “la struttura delle antologie, lo schema e la selezione stessa degli autori”, ma mi limiti a degli “estesi copia-incolla”, a volte citando la fonte, altre volte no (che, tradotto, significa: visto che è matematicamente comprovato dalle mie accurate analisi filologiche che Aforismario copia i suoi aforismi esclusivamente dalle antologie di Ruozzi e di Marchetti, nonché da siti francesi (?!), è ovvio che tutte le volte in cui egli, Aforismario, cita alcuni aforismi che si trovano "anche" all'interno di essi, si macchia del grave reato di "omissione di citazione bibliografica". Avendo già dimostrato con abbondanza di prove l’infondatezza di questa che è la principale delle calunnie del Caramagna… chiedo scusa, del critico e filologo letterario dott. Fabrizio Caramagna, non mi resta che rimandare l’ormai spazientito lettore a quanto già detto negli articoli precedenti e occuparmi del resto:
“Di fronte a una tale aggressività e violenza verbale, di fronte a così tante ingiurie e diffamazioni dove vengo definito “dissociato mentale”, “fogna”, “maiale”, “compare” ”spione”, di fronte a un tale senso di onnipotenza di chi non tollera il minimo contradditorio persino nei commenti del mio blog, di fronte infine al ricorso a qualunque mezzo (tra cui la citazione della mia posta privata di due anni prima) pur di annichilire, distruggere, calpestare chi sta di fronte, di fronte alla prospettiva di ulteriori sfoghi incontrollabili, confesso che mi sono davvero spaventato e che ho una paura quasi fisica (pur stando a 1500 km di distanza)”.
Qui il dott. Caramagna, con un’ingenuità che è davvero commovente, rivela il vero movente delle sue mentite scuse, ovvero, quello di − salvare capre e cavoli… Per uno psicologo qui c’è da leccarsi i baffi… (ammetto che la cosa sta diventando sempre più divertente per me). Secondo il gentilissimo dott. Caramagna, io soffrirei di “senso di onnipotenza”, sarei uno che “non tollera il minimo contradditorio” e sarei pronto a far “ricorso a qualunque mezzo […] pur di annichilire, distruggere, calpestare chi sta di fronte”… Queste, il dott. Caramagna, le chiama − "scuse". Sarebbe come se uno vi desse delle bastonate in testa e ogni volta esclamasse: “Scusa!”, "scusa!"… Ringrazio il dott. Caramagna di aver ravvivato la mia domenica…

Ma c’è di piú, ovviamente. Egli, il nostro filologo e critico letterario, dimostrando di non capire ciò che legge, o, per non offenderlo, di non capire (o, sperando per lui, di fingere di non capire) ciò che scrivo, afferma che l’avrei definito “dissociato mentale”, “fogna”, “maiale”, “compare” ”spione”. Dunque, per quanto riguarda il “compare” e lo “spione” confermo tutto, naturalmente, (si legga il contesto in cui i termini sono inseriti e si capirà il perché). Per quanto riguarda, invece, le altre “presunte” ingiurie, chiunque sappia leggere (non serve essere filologi, basta un diploma di scuola media), si renderà subito conto che il sottoscritto non ha mai detto che il dott. Caramagna è un “dissociato mentale” (basta rileggere quanto ho scritto e non si troveranno queste precise parole da nessuna parte), ma ho semplicemente detto che egli, avendo affermato, sullo stesso argomento, prima una cosa e dopo qualche tempo un'altra completamente opposta, ciò uno psichiatra avrebbe anche potuto ipotizzarlo come un "fenomeno", ma soltanto "un fenomeno", di "dissociazione d’identità" (per i non-psicologi: un momento di "sdoppiamento della personalità"), peraltro, mi pare assai evidente il tono ironico di quell'affermazione (e dover farlo notare anche a un critico e filologo è un po' desolante...).

Per quanto riguarda la “presunta” ingiuria secondo la quale lo avrei definito una: “fogna”, anche qui basta rileggere quanto ho scritto per farsi un’idea della competenza e dello spessore del filologo e critico letterario che ci troviamo di fronte. È limpido come la mia mente in questo momento, che il termine “fogna” l’ho piú volte usato per denominare con una metafora la squallida polemica in cui sono stato trascinato con la forza a causa di un calunniatore (a proposito, quest’ingiuria il dott. Caramagna non l’ha menzionata nel suo elenco, chissà perché…).

Per quanto riguarda, infine, l’altra presunta offesa, quella secondo la quale lo avrei definito un “maiale”, (cosa che, tra l’altro, per me non costituisce nemmeno una vera e propria offesa, avendo una considerazione degli animali che non è granché inferiore a quella nei confronti degli umani), dicevo, il termine "maiale" (e qui non è necessaria neppure la licenza media per capirlo, basta un po’ d’intelletto) l’ho usato citando un noto proverbio calabrese: "U porcu si nsonna sempri gghjanda" (Il maiale sogna sempre la ghianda), in riferimento a un messaggio a dir poco ridicolo del dott. Caramagna su facebook, dal quale emergeva che la cosa che lo infastidiva più di ogni altra della mia replica era che io non vi avessi aggiunto un link al suo blog [sic!]. Da qui: “U porcu si nsonna sempri gghjanda”, cioè il dott. Caramagna mira (sogna) sempre alla stessa cosa: farsi pubblicità, avere un po’ piú di visibilità, cosí come il maiale sogna sempre qualcosa di gustoso da mangiare. Semplifico ancora, visto che pare io non riesca a farmi comprendere nonostante mi sforzi sempre di scrivere a caratteri abbastanza chiari: quello che per il porco è la ghianda, per Caramagna è la visibilità.
 Andiamo avanti:
“Pur non rinnegando i contenuti di quanto da me scritto, chiedo scusa all'autore di Aforismario per aver scritto un articolo in cui - rilevando i copia incolla di Aforismario sul mio articolo su Carlo Ferrario (lui stesso, pur dicendo che io non sono la fonte di ispirazione, ammette che per pigrizia anziché copiare dal libro ha copiato dal mio testo) – ho ampliato la portata delle mie riflessioni sul diritto d’autore toccando le antologie di Gino Ruozzi e Adriano Marchetti".
L'illustrissimo dott. Caramagna insiste in modo imbarazzante (per sé stesso, non certo per me) sul fatto che io abbia copiato il “suo articolo” su Carlo Ferrario. Chi non fosse a conoscenza della questione, penserebbe che io mi sia permesso di andare sul blog del noto critico e filologo Caramagna per copiarvi interi stralci di una sua interessantissima nota critico-letteraria su un gioiello nascosto della letteratura italiana. Anche qui, chi non l’avesse fatto, può leggere il resoconto della vicenda riportato sopra: cinque aforismi di Ferrario (peraltro col suo libro davanti) tratti dal blog di Caramagna sono diventati dei "copia e incolla" sul suo articolo! Il dott. Caramagna, in pratica, pensa che se lui copia da un libro gli aforismi di un autore sul suo blog, la cosa non deve riguardare nessuno, e, soprattutto, che una volta copiati, diventano “suoi”, ne detiene i diritti. Pertanto, nell'eventualità in cui io − come chiunque altro − dovessi trascrivere sul mio sito degli aforismi tratti da un libro, e che Caramagna ha copiato precedentemente sul suo blog, io − come chiunque altro − dovrei citare come fonte lui, o almeno anche lui, e non soltanto il libro da cui li traggo. Sempre meglio, insomma. Andiamo avanti. Un messaggio a tutti gli psicologi in ascolto: qui c’è un caso formidabile del modo in cui un essere umano tenta di divincolarsi dalla trappola che egli stesso aveva preparato e dentro la quale è miseramente caduto:
“Chiedo davvero scusa ad Aforismario. Mi sono comportato come uno stupido idealista constatando - tramite un analisi che è esclusivamente filologica - delle evidenti coincidenze testuali tra Aforismario e testi altrui. Non sono affari miei”.
Il dott. Caramagna mi chiede sommessamente scusa, ma non perché ha sbagliato, non perché mi ha calunniato e diffamato pubblicamente, no, semplicemente perché da “stupido idealista” (diciamo pure come una specie di Martin Luther King o di novello Gandhi) egli, per una sorta di deformazione professionale, non ha potuto fare a meno di notare certe “coincidenze”… Detto tra parentesi: questa dello “stupido idealista”, Caramagna l'ha "copiata" dai commenti di un suo amico che lo difende sul suo blog dicendo di lui: "A me sembra un po’ troppo fesso ed idealista"; parole d'amico! Ma il nostro idealista aggiunge alla fine:
"Non sono affari miei". 
E invece sì che sono affari suoi! Eccome! 
"Chiedo anche scusa ad Aforismario se ho usato toni ironici e sarcastici – mai mai aggressivi e diffamatori, almeno di questo me ne può rendere merito – e se ho sbagliato il modo (potevo anche preavvertirlo in privato che ero davvero infastidito da certi suoi comportamenti “di appropriazione”).".
Continuano le bastonate a suon di “Scusa!”. Ho la testa quanto un pallone… Poi:
“Per quanto mi riguarda non scriverò più nulla riguardo al sito Aforismario”.
Che stia rinsavendo? Conclusione:
“Non conoscevo bene l'autore di Aforismario, e non posso neanche dire di conoscerlo adesso dopo quanto successo. Però ho capito “chi mi sta di fronte”. Spero solo che trovi un po’ di serenità con se stesso… Leggere certe sue espressioni riempie davvero di paura il mio cuore per l’abisso che vi intravedo…”.
No, Caramagna ancora non ha capito chi gli sta di fronte. Visto il modo subdolo in cui mi ha porto le sue scuse, mi pare proprio che non l’abbia capito. Caro Caramagna, non sperare per me (e questa è già la seconda volta che mi rivolgo direttamente a lui, che stia nascendo una nuova amicizia?), caro Caramagna, non sperare per me, non ne vale la pena, non miro alla serenità con me stesso, non m’importa proprio. Pensa piuttosto a preoccuparti dove hai ficcato la tua onestà intellettuale, se mai ne hai avuta una. E se ti ho spaventato per gli abissi che hai intravisto in me, è perché non poteva essere altrimenti.