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Frasi e citazioni di Susanna Tamaro

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Susanna Tamaro (Trieste 1957), scrittrice italiana. La fama di Susanna Tamaro è esplosa nel 1994 in seguito alla pubblicazione del best seller Va' dove ti porta il cuore, che ha venduto 16 milioni di copie in tutto il mondo, ed è stato inserito tra i 150 «Grandi Libri» che hanno segnato la storia d'Italia. Dal libro è stato tratto nel 1996 l'omonimo film diretto da Cristina Comencini. Le seguenti frasi di Susanna Tamaro sono tratte da alcuni dei suoi libri più letti, tra i quali: Va' dove ti porta il cuore (1994), Anima mundi (1997), Cara Mathilda (1997), Ascolta la mia voce (2006).
Diffida di tutto, tranne di quello che ti dice il tuo cuore. (Susanna Tamaro)
Per voce sola
© Marsilio, 1991

La terra ha un fiato. Con noi sopra respira il suo respiro quieto.

Va' dove ti porta il cuore
© Baldini e Castoldi, 1994 - Selezione Aforismario

Il cuore ormai fa subito pensare a qualcosa di ingenuo, dozzinale. Nella mia giovinezza era ancora possibile nominarlo senza imbarazzo, adesso invece è un termine che non usa più nessuno.

Il cuore dell'uomo è come la terra, metà illuminata dal sole e metà in ombra.

Diffida di tutto, tranne di quello che ti dice il tuo cuore.

È strano, quando ti aspetti di sentire le cose più grandi davanti a te compaiono le piccole. Sono così piccole e così ovvie che ti verrebbe da gridare: "Ma come, tutto qui?".

Fare errori è naturale, andarsene senza averli compresi vanifica il senso di una vita. 

In un libro indiano ho letto che il fato possiede tutto il potere mentre lo sforzo della volontà è solo un pretesto [...]. Già il giorno dopo però, poche pagine più in là, ho trovato scritto che il fato non è altro che il risultato delle azioni passate, siamo noi, con le nostre mani, a forgiare il nostro stresso destino.

La felicità sta alla gioia come una lampada elettrica sta al sole. La felicità ha sempre un oggetto, si è felici di qualcosa, è un sentimento la cui esistenza dipende dall'esterno. La gioia invece non ha oggetto. Ti possiede senza alcuna ragione apparente, nel suo essere somiglia al sole, brucia grazie alla combustione del suo stesso cuore.

Le cose che ci accadono non sono mai fini a se stesse, gratuite, ogni incontro, ogni piccolo evento racchiude in sé un significato, la comprensione di se stessi nasce dalla disponibilità ad accoglierli, dalla capacità in qualsiasi momento di cambiare direzione, lasciare la pelle vecchia come le lucertole al cambio di stagione.

La vita non è una corsa ma un tiro al bersaglio: non è il risparmio del tempo che conta, bensì la capacità di trovare un centro.

Le lacrime che non escono si depositano sul cuore, con il tempo lo incrostano e lo paralizzano come il calcare incrosta e paralizza gli ingranaggi della lavatrice.

Lottare per un'idea senza avere un'idea di sé è una delle cose più pericolose che si possano fare.

Lungo i bivi della tua strada incontri le altre vite, conoscerle o non conoscerle, viverle o non viverle a fondo o lasciarle perdere dipende soltanto dalla scelta che fai in un attimo; anche se non lo sai, tra proseguire dritto o deviare spesso si gioca la tua esistenza, quella di chi ti sta vicino.

Ogni volta che ti sentirai smarrita, confusa, pensa agli alberi, ricordati del loro modo di crescere. Ricordati che un albero con molta chioma e poche radici viene sradicato al primo colpo di vento, mentre in un albero con molte radici e poca chioma la linfa scorre a stento. Radici e chioma devono crescere in egual misura, devi stare nelle cose e starci sopra, solo così potrai offrire ombra e riparo, solo così alla stagione giusta potrai coprirti di fiori e frutti.

Ogni volta in cui, crescendo, avrai voglia di cambiare le cose sbagliate in cose giuste, ricordati che la prima rivoluzione da fare è quella dentro se stessi, la prima e la più importante.

Orfana? Si dice così quando muore una nonna? Non ne sono proprio sicura. Forse i nonni sono considerati così accessori da non richiedere un termine che ne specifichi la perdita. Dei nonni non si è né orfani né vedovi. Per moto naturale si lasciano lungo la strada così come per distrazione, lungo la strada, si abbandonano gli ombrelli.

Purtroppo noi non siamo esseri sospesi in bolle di sapone vaganti felici per l'aria; c'è un prima e un dopo nelle nostre vite e questo prima e dopo intrappola i nostri destini, si posa su di noi come una rete sulla preda.

Quando davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta. Respira con la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei venuta al mondo, senza farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta ancora. Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore. Quando poi ti parla, alzati e va' dove lui ti porta.

Quando la strada alle tue spalle è più lunga di quella che hai davanti, vedi una cosa che non avevi mai visto prima: la via che hai percorso non era dritta ma piena di bivi.

Se la vita è un percorso, è un percorso che si svolge in salita.

Solo il dolore fa crescere, ma il dolore va preso di petto, chi svicola o si compiange, è destinato a perdere.

Trovare scappatoie quando non si vuol guardare dentro a se stessi è la cosa più facile del mondo. Una colpa esterna esiste sempre, è necessario avere molto coraggio per accettare che la colpa – o meglio, la responsabilità – appartiene a noi soltanto.

Un errore che si fa sempre? Quello di credere che la vita sia immutabile, che una volta preso un binario lo si debba percorrere fino in fondo. Il destino invece ha molta più fantasia di noi. Proprio quando credi di trovarti in una situazione senza via di scampo, quando raggiungi il picco di disperazione massima, con la velocità di una raffica di vento tutto cambia, si stravolge, e da un momento all'altro ti trovi a vivere una nuova vita.

Anima mundi
© Rizzoli 1997 - Selezione Aforismario

La grandezza è così, non contempla mai la facilità. Altrimenti che grandezza sarebbe?

L'amore è attenzione.

Le cose che ci accadono non sono mai neutre. Noi possiamo crederci, possiamo essere convinti. Un seme di trifoglio mantiene intatta la sua vitalità per ottant'anni interi. Così succede per i fatti, anche se li ricopriamo sotto una coltre di indifferenza, se vi soffiamo sopra per mandarli lontano, loro stanno lì quieti. Sono il germe di qualcosa che, prima o poi, uscirà fuori.

Cara Mathilda
© San Paolo 1997 - Selezione Aforismario

Bisogna diventare cercatori di speranza... bisogna diventare diffusori di gioia, coltivarla in noi ed espanderla all'esterno.

C'è una povertà in questo tipo di vita, una povertà diversa da quella materiale di una volta. Una povertà interiore che, più che far paura, umilia. Umilia la grande ricchezza, la grande potenzialità che c'è in ognuno di noi.

Cercare la speranza e farla crescere, coltivarla in noi stessi e in chi ci sta vicino, non arrendersi a ciò che adesso la società ci impone, alla sua volgarità, alla sua violenza, ma vedere tra queste cose dei segnali di cambiamento, custodirli e alimentarli come nell'antica Roma le Vestali custodivano il fuoco. Senza sonno né distrazione.

Che straordinario dono sono gli alberi e quante cose potremmo imparare da loro, se solo sapessimo guardarli, vederli, prestare loro l'amore e l'attenzione che si presta agli amici!

I libri servono a capire e a capirsi, e a creare un universo comune anche in persone lontanissime.

Io sono convinta che la scrittura non serva per farsi vedere ma per vedere.

L'odio, la violenza, una volta innescati, vanno comunque avanti, si propagano sottoterra, lontano dagli sguardi, come le radici di certe piante infestanti.

L'amicizia è uno dei sentimenti più belli da vivere perché dà ricchezza, emozioni, complicità e perché è assolutamente gratuita. Ad un tratto ci si vede, ci si sceglie, si costruisce una sorta di intimità.

La bontà è un cammino estremamente severo e, nella sua severità, conosce l'urgenza della discrezione. E della forza. Perché la bontà, come l'amore, richiede forza, la grande e immensa forza dello Spirito.

La solitudine è il più straordinario mezzo per entrare in intimità con noi stessi. E, paradossalmente, la solitudine è anche il miglior mezzo per imparare a comunicare. Solo conoscendomi, cioè conoscendo la mia interiorità, posso parlare all'interiorità dell'altro.

Leggere, in fondo, non vuol dire altro che creare un piccolo giardino all'interno della nostra memoria. Ogni bel libro porta qualche elemento, un'aiuola, un viale, una panchina sulla quale riposarsi quando si è stanchi. Anno dopo anno, lettura dopo lettura, il giardino si trasforma in parco e, in questo parco, può capitare di trovarci qualcun altro.

“Ogni volta che vuoi giudicare qualcuno, cammina prima per tre lune nei suoi mocassini.” Dobbiamo diventare dei grandi camminatori, non credi? Camminare, camminare e camminare ancora, uno a fianco dell’altro, scambiandoci le scarpe, uno nelle scarpe dell’altro. Camminare pensando al giorno in cui siamo venuti al mondo e a quello in cui ce andremo. Camminare accanto alla fragilità, nella nudità, senza toghe, senza indici levati. Dobbiamo camminare per costruire un mondo la cui base non siano più il giudizio e il pregiudizio, ma l’umiltà e la comprensione.

Per costruire una amicizia, ci vogliono due sentimenti ormai inusuali ma importantissimi come la pazienza e la fedeltà. La pazienza per il suo ruolo somiglia ad un mattone, la fedeltà ad una radice. La pazienza è l'antidoto alla fretta, la fedeltà quello al consumo. Se penso a loro come ad una immagine fisica penso a dei piccoli mattoni oppure a delle radici. Con i mattoni si costruisce, grazie alle radici si cresce.

Scrivere è uno dei sistemi più semplici e più profondi per fare chiarezza dentro di sé.

Solo conoscendomi, cioè conoscendo la mia interiorità, posso parlare all'interiorità dell'altro.

Si giunge all'idea del matrimonio sulle ali inebrianti dell'innamoramento. A questo segue il dovere della rappresentazione sociale: il vestito, la cerimonia, le bomboniere, il ricevimento, la casa, il viaggio di nozze. E così uno o due anni volano via, con gli anni vola anche l'innamoramento e allora subentra negli sposi l'idea di aver preso una fregatura.

Verso casa
© Rizzoli 1999

Un cielo senza Dio è pronto a popolarsi di idoli. L'idolo delle ideologie, l'idolo del potere e del possesso, l'idolo della realizzazione di sé.

Rispondimi
© Rizzoli 2001

L'amore vince tutto, avevo spesso sentito ripetere. L'amore è più forte della morte. E invece non è vero, perché l'amore, anche se esiste, è fragile. È così fragile da essere pressoché invisibile. Ed essere invisibile e non esistere è quasi la stessa cosa.

La spazzatura è così. Un giorno il sacchetto sta a casa, nell'angolo sotto il lavello e il giorno dopo non c'è più. Viene un grande camion e lo divora. Quando il camion è passato, resta soltanto una forte puzza nell'aria. La morte non doveva essere qualcosa di molto diverso, andava in giro e divorava le persone come i sacchetti lasciando dietro di sé una nuvola di cattivo odore.

Più fuoco, più vento
© Rizzoli 2002

Per nascere il fuoco ha bisogno del legno ma per divampare deve aspettare il vento.

Siamo qui, nell'oscurità, sospesi tra la poesia delle lucciole e il fuoco divampante delle stelle.

Ascolta la mia voce
© Rizzoli 2006 - Selezione Aforismario

È il ricordo che costituisce l'essere umano, che lo situa nella storia – nella sua personale e in quella più grande del mondo che gli sta intorno – e le parole sono le tracce che lasciamo dietro di noi.

È l'amare e l'esser amato, non la rivoluzione, l'aspirazione più profonda di ogni creatura che viene al mondo.

Gli eventi e gli incontri non sono zavorre o vicoli di cui non si conosce l'uscita, ma piuttosto specchi – piccoli, grandi, convessi, concavi, ondulati, deformanti, scheggianti, oscurati – capaci comunque, con il loro riflesso, di farci conoscere una parte ancora ignota di noi stessi.

Il passato non si può più modificare e il futuro non ci appartiene di diritto. Ciò che esiste davvero è il presente. Solo l'attimo ha importanza.

Nessun essere umano desidera venire al mondo. Un bel giorno senza esser stati interpellati ci troviamo buttati sul palcoscenico, alcuni di noi ottengono la parte del protagonista, altri sono semplici comparse, altri ancora escono di scena prima della fine dell'atto o preferiscono scendere e godersi lo spettacolo dalla platea-ridere, piangere o annoiarsi, secondo il programma del giorno.

Per amare qualcosa, bisogna prima conoscerla.

Ognuno di noi tiene in mano un filo e quel filo ci conduce alla nostra stella. Ognuno di noi ha una stella in cielo e il nostro destino è imparare a seguirla. Il nostro karma è scritto nella sua scia, se molliamo il filo è tutto perduto, si formano grovigli.

Per mettersi in viaggio c'è bisogno della nostalgia di qualcosa.

Può la complessità di un essere umano giungere a conoscere la complessità di un altro essere umano?

Quando il dolore è eccessivo, bisogna morire un po' per andare avanti.

Quando si lacera, il cuore che rumore fa? Il tonfo di una spugna inzuppata o il sibilo di un fuoco pirotecnico bagnato dalla pioggia?

Più legami abbiamo, più viviamo nel panico, le persone muoiono o ci lasciano, le cose si perdono, si rompono, vengono rubate e a un tratto ci troviamo completamente nudi. Nudi e disperati. Naturalmente siamo sempre stati nudi, ma abbiamo finto di non saperlo, di non vederlo.

Tutto ci sembra eterno e la nostra volontà regna caparbia su quello staterello piccolo e confuso che si chiama io, lo omaggiamo come un grande sovrano. Basterebbe aprire gli occhi un solo secondo per rendersi conto che in realtà si tratta di un principe da operetta, volubile, lezioso, incapace di dominare e dominarsi, incapace di vedere un mondo al di fuori dai propri confini, che altro poi non sono che le quinte – mutevoli e ristrette – di un palcoscenico.

Per sempre
© Giunti Editore 2011

È necessario perdersi per ritrovarsi.

Quando ci si rinfaccia le cose, [...] non si è più in due nel rapporto, ma in tre – tu, io e il tarlo che ha cominciato a rodere la nostra storia.

Libro di Susanna Tamaro consigliato
Va' dove ti porta il cuore
Editore: Baldini e Castoldi, 1994

"Va' dove ti porta il cuore", racconta una storia forte e umanissima in forma di lunga lettera, scandita come un diario, di una donna anziana alla giovane nipote lontana. È una lettera di amore e allo stesso tempo una pacata ma appassionata confessione a cuore aperto di un'intera vita che nel gesto della scrittura ritrova finalmente il senso della propria esperienza e della propria identità.

Note
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