Frasi anarchiche di Renzo Novatore
Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Renzo Novatore, pseudonimo di Abele Ricieri Ferrari (Arcola, 1890 – Rivarolo Ligure 1922), anarchico individualista, poeta e filosofo italiano.
"Io - anarchico e individualista - non voglio e non posso sposare la causa del comunismo ateo, perché non credo nella suprema elevazione delle folle e perciò nego la realizzazione dell’Anarchia intesa come forma sociale di umana convivenza". [Al di sopra delle due anarchie, su Vertice, 1921].
Le opere di Novatore sono state in gran parte distrutte dal regime fascista. Con vari pseudonimi, ha pubblicato le sue idee su varie pubblicazioni anarchiche, tra cui: Il Libertario, Gli Scamiciati, Cronaca Libertaria, Il Proletario, Pagine Libertarie, Iconoclasta!, L'Avvenire Anarchico, Vertice.
Ha detto di sé stesso Renzo Novatore:
"Ho camminato con gioia infinita sulle vie del Dolore. Per compagno ebbi sempre il pericolo che amai come un caro fratello. Sulle labbra ebbi sempre l'ironico sorriso dei superiori e dei forti; negli occhi sereni la fascinatrice visione della tragedia eroica che solo comprendono i veri amanti della libera vita". [Ritornando, su Il Libertario, 1919].
L’Anarchia è negli spiriti liberi, nell’istinto dei grandi ribelli e nelle anime grandi e superiori. (Renzo Novatore) |
Citazioni dagli scritti
1917-1922 - Selezione Aforismario
L'anarchia è per me un mezzo per giungere alla realizzazione dell'individuo; e non l'individuo un mezzo per la realizzazione di quella. Se così fosse anche l'anarchia sarebbe un fantasma. Se i deboli sognano l'anarchia per un fine sociale; i forti praticano l'anarchia come un mezzo d'individuazione.
Anarchico è solo colui che dopo una lunga, affannosa e disperata ricerca ha ritrovato sé stesso e si è posto, sdegnoso e superbo “sui margini della società” negando a qualsiasi il diritto di giudicarlo.
L’Anarchia è negli spiriti liberi, nell’istinto dei grandi ribelli e nelle anime grandi e superiori.
L’Anarchia è l’intimo mistero animatore delle incomprese unicità, forti perché sole, nobili perché hanno il coraggio della solitudine e dell’amore, aristocratiche perché sprezzanti della volgarità, eroiche perché contro tutti...
L’anarchico, oltre ad essere il più grande ribelle ha pure il vanto di essere un Re. Il Re di sé stesso s’intende!
Nettare per l’Io psichico è l’Anarchia e non alcool sociologico per collettività. Anarchico è colui che si nega a tutte le cause per la gioia della propria vita irradiata dall’interiore intensità dello spirito.
Chi crede che Cristo possa essere il segnacolo ed il simbolo che l’uomo deve sventolare per giungere alla libertaria sintesi della vita, non può essere che un socialista o un cristiano negatore dell’anarchismo.
Colui che non sa essere all'altezza delle proprie azioni riconoscendosi, egli solo, a giudice di sé stesso, potrà magari credersi anarchico ma non lo è!
Solo colui che sa apprezzare con impetuosa violenza i rugginosi cancelli che chiudono la casa della gran menzogna ove si sono dati convegno i lubrici ladri dell’Io (dio, stato, società, umanità), per riprendere dalle mani viscide e rapaci – inanellate del falso oro dell’amore della pietà e della civiltà, dei biechi predatori, il suo più grande tesoro, può sentirsi padrone e signore di sé, e chiamarsi anarchico.
A nessuno riconosco diritti contro di me. Solo la forza potrà vincermi ormai, ma non più i fantasmi.
Amicizia. Fortunato colui che ha potuto bere a questo calice senza sentirsi lo spirito offeso e l’anima
avvelenata.
Amore. Frode della carne a danno dello spirito. Malattia d’anima, atrofizzazione del cervello, sdilingumento del cuore, corruzione dei sensi, menzogna poetica in cui mi ubbriaco due o tre volte al giorno, ferocemente, per poter consumare più presto questa mia cara e pur così stupida vita. E poi, in fondo, preferisco essere ucciso dall’Amore. È l’unico farabutto - dopo Giuda - che sappia uccidere ancora con dei baci.
Arroventiamo la penna nel fuoco vulcanico dello spirito nostro negatore; intingiamola nel nostro cuore gagliardo, gonfio di sangue ribelle e, nell'atea luce dell'anima nostra, scriviamo, scriviamo...
Bisogna uccidere la filosofia cristiana nel senso più radicale della parola. Quanto più va intrufolandosi nella civiltà democratica (questa forma più cinicamente feroce della depravazione cristiana) e più si va verso la categorica negazione della Individualità umana.
Chi ha compreso la vita non può vivere inginocchiato.
Chi non sa accettare l’eterna guerra per la propria affermazione ed il trionfo deve accettare l’eterna schiavitù per il trionfo dei favolosi fantasmi, nemici dichiarati dell’Io.
Colui che ha ritrovato se stesso sente risuonare negli abissi dell’animo suo, gloriosi canti di libertà e di vittoria.
Dio. Parto di fantasie malate. Abitatore di cervelli senili e impotenti. Compagno e confortatore di spiriti rancidi nati alla schiavitù. Cocaina per isterici. Pillola per menti stitiche chiuse al sapere. Marxismo per cuori rammolliti.
Donna. La più brutale di tutte le bestie schiave. La più grande vittima che striscia sulla terra. Ma la più colpevole - dopo l’uomo e il cane - meritevole di tutti i suoi guai. Sarei davvero curioso di sapere cosa pensano di me quando le bacio... O ciniche prostitute, o espropriatrici audaci, ergetevi voi sopra la putredine ove il mondo sta immerso e fatelo impallidire sotto la luce perversa dei vostri grandi occhi profondi.
Famiglia. Rinnegazione dell’Amore, della Vita e della Libertà.
Il mondo è una pestifera chiesa laida e melmosa ove tutti hanno un idolo da feticisticamente adorare ed un altare su cui sacrificarsi.
Il primo uomo che disse: “Non vi è nessun dio”, fu senza dubbio un atleta dell’umano pensiero. Ma colui che si limitò a dire che: “Il dio del prete non c’è”, barò coll’equivoco lasciando a sufficienza comprendere di essere, egli, un losco partigiano il quale già premeditava di uccidere gli uomini forse con una nuova menzogna. Tenetevi ben guardinghi da coloro che si limitano alla sola negazione di dio.
Individualista è colui che attraverso le tempeste furenti della vita ed i turbinosi uragani del pensiero ha saputo sacrilega-mente svincolarsi dai vischiosi tentacoli di ogni dogmatico fantasma che l'umana superstizione ha partorito per poscia consacrarlo e far soggiacere sotto le sue zampe fangose la vera personalità sempre Unica in origine come nello sviluppo e nel fine.
Io amo le creature scapigliate e gioconde sotto la di cui dionisiaca paganità scorre sempre un filo sottile di mistica malinconia. E le amo maggiormente quando sul loro presente si stende la nube orribile di tutto il loro passato...
Io credo che quando non sia possibile fidarsi dell’amicizia di un essere, il meno che si possa fare è dichiararsi suo nemico.
Io ho varcato le soglie del bene e del male per vivere intensamente la mia vita.
Io mi dichiaro in guerra aperta, palese e nascosta contro la Società: contro ogni Società!
Io non credo al destino. Neppure alla fatalità io credo! No! Io credo soltanto nella mia capacità di potenza!
Io so, noi sappiamo, che cento uomini – degni di questo nome – potrebbero fare quello che cinquecentomila "organizzati" incoscienti non sono e non saranno mai capaci di fare.
L’amicizia è una cosa tanto tenue, tanto appariscente, una cosa tanto scarsa, che trovo quasi giustificato che certi individui rinuncino a cercarla.
L’avvenire è la maschera della paura. Il coraggio e la forza non hanno avvenire per il semplice fatto che sono essi stessi l’avvenire che si rivolta sul passato e lo distrugge.
L'individualismo com'io lo sento, lo comprendo e lo intendo, non ha per fine né il Socialismo, né il Comunismo, né l'Umanità. L'individualismo ha per fine sé stesso.
L’umanità cammina sulle vie del dolore per perpetuarsi, io m’incammino sulle vie del piacere perché cerco la fine.
L’uomo - anche colui che porta nel pugno il labaro della Libertà - cerca sempre la schiavitù nella vita. Nessuno vuole persuadersi d’una verità che nega ogni “sistema”, ogni “regola”, ogni “forma”. Anche i libertari cercano il sistema, la regola, la forma...
La forza di volontà e di potenza (da non confondersi col potere) lo spirito di autoelevazione e di individualizzazione sono i primi gradini d’una scala lunga ed interminabile ove sale colui che vuole superare anche se stesso oltre tutte le cose.
La nostra epoca è fatta di odio mimetizzato e di una guerra bassa e insidiosa: tutte le parole di Amore e di Amicizia sono profumati veli ma nascondono l’avvelenato acciaio che non procura altro che dolori e lacrime.
La vera libertà e il vero diritto dell’uomo stanno soltanto nella sua capacità di VOLERE!
La Vita che la società ci offre non è una vita piena, libera e festante. È una vita stroncata, mutilata e umiliante. Noi dobbiamo rifiutarla.
Nella vita io cerco la gioia dello spirito e la lussuriosa voluttà dell'istinto. E non m'importa sapere se queste abbiano le loro radici perverse entro la caverna del bene o entro i vorticosi abissi del male.
Noi siamo coloro che nati nel presente viviamo nell’avvenire: voi siete la rimanenza di un medioevale passato che le ondate tumultuose della storia hanno fatto sobbalzare fino ai giorni nostri per farci assistere al funerale grandioso che accompagna alla tomba tutta la vostra semibarbara civiltà borghese - cristiana e... democratica.
Nessun avvenire e nessuna umanità, nessun comunismo e nessuna anarchia valgono il sacrificio della mia vita. Dal giorno che mi sono scoperto ho considerato me stesso come meta suprema.
Noi che veniamo verso l’Ignoto dell’eternità ed andiamo verso l’eternità dell’Ignoto, abbiamo imparato a considerare la Morte come un istante qualsiasi della nostra Vita. Ed è questo il nostro più bello, il nostro più sublime mistero! Questa è l’ultima delle conoscenze. L’inconoscibile!
Noi vogliamo la liberazione da questa stupida vita di umiltà, di schiavitù, di servilità, ove l’uomo deve camminare in ginocchio e lo spirito parlare sommesso, a bassa voce, come una preghiera.
Non si può essere rivoluzionari a metà, né pensare a metà.
Non si può scendere nella tomba col cuore gonfio di tristezza e di pianto. Occorre prima avere intensamente vissuto da Artisti, da Ribelli e da Eroi.
Oggi cerco un'ora sola di furibonda anarchia e per quell'ora darei tutti i miei sogni, tutti i miei amori, tutta la mia vita.
Ogni coerenza teoretica è mutilazione vitale e la vera logica è l’illogicità.
Ogni sistema “sacro” e tutto ciò che è Sacro, o divinamente o umanamente, richiede a me, Individuo, delle rinunce e delle umiliazioni.
Patria. Ergastolo spirituale per semi-intelligenti, stalla dell’imbecillità, Circe che tramuta in cani e porci i suoi adoratori. Bagascia dei suoi padroni e ruffiana dello straniero. Mangiatrice dei suoi figli, calunniatrice dei suoi padri e schernitrice dei suoi eroi.
Per i grandi Geni o per i grandi delinquenti non vi è posto fra la mediocrità trionfante che domina e comanda.
Perché mai dunque il polso violento e febbrile di tutte le rivoluzioni si spezzò sempre liberamente, permettendo che nuovi fantasmi si ergessero ancora a dominatori sovrani? La risposta non si fa attendere molto certamente giacché a nessuno riuscirà difficile comprendere che tutte le Rivoluzioni furono, in un modo o nell’altro, ammaestrate e i rivoluzionari furono sempre - a parte le infime minoranze, i “pazzi” - degli automi guidati da chimerici e favolosi fantasmi.
“Se Dio non esistesse bisognerebbe inventarlo”, affermò Voltaire; fortunatamente che il Bakunin rispose: “Se dio esistesse bisognerebbe ammazzarlo”.
Sfuggire, con qualsiasi mezzo, all’invincibile bestialità di un popolo reso feroce e brutale da cannibaleschi pregiudizi e spaventosa ignoranza, o alla sadica depravazione d’una putrefatta società la quale si crede in diritto di giudicare e condannare un singolo perché ha consumato una data azione che la suddetta società non è all’altezza di comprendere mai; è un atto superbamente ribelle ed individualistico che solo nell’anarchismo può trovare la sua ragion d’essere e la sua glorificazione.
Socialismo. Disciplina, disciplina: Ubbidienza, ubbidienza: schiavitù ed ignoranza gravida di Autorità. Il socialismo è un grosso corpo borghese contenente una volgarissima animaccia cristiana. È un impasto di feticismo, di settarismo e di vigliaccheria.
Solo nella tragedia nascono gli spiriti rinnovatori che sanno sentire, più nobilmente e più altamente, la canzone festante della loro libera vita.
Trailus scrisse: “Non voglio essere me stesso, né avere cognizioni di ciò che sento”. Ed io constato, con amara tristezza, che sono troppi coloro che hanno fatta propria questa terrificante bestemmia, e, quel che è peggio, che vogliono imporla come vangelo di vita ai figli loro.
Umanità, Parola astratta con senso negativo, gonfia di forza e priva di verità. Maschera oscena appiccicata sul viso turpe e laido di volgarissimi furbi per dominare il volgo grossolanamente sentimentale degli idioti e degli imbecilli.
Uomo. Un sudicio impasto di schiavitù e di tirannia, di feticismo e di paura, di vanità e di ignoranza. La più grande offesa che si possa dare a un asino è quella di chiamarlo uomo.
Vi sono dei momenti nella vita - dei momenti angosciosi e strazianti - nei quali il pianto è solo dei forti, degli audaci, di coloro che nuotano disperatamente contro il torrente...
Volersi affermare, voler fare trionfare le proprie idee, voler vivere secondo le proprie inclinazioni e voler sviluppare tutte le proprie qualità fisiologiche e cerebrali, ecco lo scopo di tutti coloro che hanno finalmente trovato il loro BENE e il loro MALE.
Note