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Frasi e citazioni di Mauro Corona

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Mauro Corona (Baselga di Piné, 1950), scrittore, opinionista, alpinista e scultore italiano. Ha detto di lui Erri De Luca: "Mauro Corona è un uomo leale, scala montagne in stile pulito, scolpisce legno seguendo la vena e la luna, scrive libri e storie di persone vere e perciò rare".
Personalmente faccio poco conto sul futuro. Il futuro
è un tempo nel quale dorme l'ignoto. Non vorrei che
quell'ignoto mi tirasse lo sgambetto perciò non tengo
sogni nel cassetto. (Mauro Corona)
Il volo della martora
© Vivalda, 1997

Nel tranquillo e ordinato branco sociale i "diversi" si notano immediatamente e irritano l'acuto senso estetico dei vigili custodi dell'armonia del mondo. Allora si provvede ad emarginarli, isolarli, abbatterli poiché essi emergono come fastidiose protuberanze nel piatto mondo degli arrivati. E così l'uomo, orrendo essere pensante e malvagio, s'arroga il diritto di decidere vita e morte su tutto il creato.

Le voci del bosco
© Biblioteca dell'immagine, 1998

La novità, il mai visto, anche quando lo si intuisce sciocco e banale, ha la capacità di abbagliare e accecare l'individuo, a meno che non sia molto accorto.

Non si può vivere senza comunicare con gli altri, tenendosi tutto dentro, sepolti in una torre d'avorio protettiva e inavvicinabile.

Nel legno e nella pietra
© Mondadori, 2003 - Selezione Aforismario

Devo dire che la montagna mi ha regalato ciò che gli uomini, le donne, i genitori, non sono riusciti a darmi. Dalla montagna mi sono sentito compreso, ascoltato, degnato di attenzione. Qualche volta anche spintonato, ma sempre dopo essere stato avvertito.

Dalla vetta non si va in nessun posto, si può solo scendere.

Ho speso i giorni liberi dal dovere in compagnia delle montagne e della natura e mi sono trovato bene. Molto di più che con la gente. Perché la montagna non è gelosa, né invidiosa, non cerca potere né vendetta. Né tradisce.

Le montagne sono belle perché hanno il vuoto attorno. Un vuoto che ci spaventa, forse perché rispecchia quello che abbiamo dentro.

Dalle montagne ho avuto protezione e affetto. La scalata estrema è venuta dopo, ma non c'entra nulla, o molto poco, con l'amore per la montagna, con ciò che mi ha dato e continua a darmi.

La montagna mi ha fatto capire che è da sciocchi mettere la vita in banca sperando di ritrovarla con gli interessi.

Vivere è come scolpire, occorre togliere, tirare via il di più, per vedere dentro. 

La vita è un segno di matita, curvo e sottile, che finisce ad un certo punto. Per molti è lungo, per altri corto, per altri non parte nemmeno. La gomma del tempo verrà poi a cancellare quel segno. Di noi non resterà nemmeno il ricordo. È giusto così. 

Aspro e dolce
© Mondadori, 2004

Se due si amano non occorre dire niente. Chi lo dice ha paura, vuole segnalare che c'è, ribadire che esiste. Vuole mettere un'ipoteca sul futuro. Amare non è investire nel futuro ma fregarsene, accettare
l'incognita del rischio.

Personalmente faccio poco conto sul futuro. Il futuro è un tempo nel quale dorme l'ignoto. Non vorrei che quell'ignoto mi tirasse lo sgambetto perciò non tengo sogni nel cassetto.

Ho cassetti nei sogni, sogno sempre che apro cassetti inesorabilmente vuoti. Impaurito dal futuro, vivo alla giornata anzi, ora per ora, aspettando ciò che accadrà. E non di rado ciò che accade mi sorprende.

I fantasmi di pietra
© Mondadori, 2006

Morì di lì a poco per stanchezza di esistere. Che non è il suicidio diretto ma un lasciarsi andare lentamente, giorno dopo giorno, guardando lontano verso chissà quale ricordo.

Cani, camosci, cuculi (e un corvo)
© Mondadori, 2007

Vi sono uomini che non vogliono affetto, non si lasciano amare, anche se dentro di loro vorrebbero sentire un po' di calore. Ma c'è qualcosa che li spinge a non accettare nulla, così stanno male loro e quelli che cercano di avvicinarli e vengono respinti.

Storia di Neve
© Mondadori, 2008

La vita va affilata giusta se vuoi che funzioni, se vuoi che tagli le difficoltà non deve essere né troppo stesa né troppo conica, se no non vai avanti. La mola che affila le nostre vite è l’educazione, i valori dati da una buona educazione sono importanti, ma più importante è l’inclinazione. Chi ci dà l’educazione deve premere la vita sulla mola con l’inclinazione giusta, altrimenti sbaglia filo e con il filo sbagliato i giovani non tagliano le difficoltà, ma si rompono.

Solo quando il danno è ormai fatto il destino ti fa scoprire il bello della vita, la pace, la serenità e il valore delle cose semplici.

Come sasso nella corrente
© Mondadori, 2011

Avere qualcuno che ascolta è importante. Un essere umano non può tenersi dentro tutto. Quel che è accaduto va consegnato ad altri. Il passato, se rivelato, toglie peso, alleggerisce.

Le assenze lasciano segni, solchi che nessuna aggiunta può colmare.

Sottrazioni, e assenze, non lasciano scampo, segnano la vita, tracciano il sentiero, decidono il destino, indicano il futuro.

Confessioni ultime
Chiarelettere, 2013 - Selezione Aforismario

Io sono pieno di paure e di fragilità, tutto quello che ho fatto, che gli altri reputano coraggioso, eroico, le scalate, non è stato altro che cercare di uscire dal terrore di stare al mondo, dalla paura del vuoto, della vita.

Il coraggio non è altro che paura. La paura, il terrore originano il coraggio. Alla fine ogni buon coraggioso, se non è un idiota o un folle, è un uomo che ha paura. La mancanza di paura è temerarietà, stupidità, follia.

Amore vuol dire accettazione totale, donazione totale, silenzio. Questo è «amore».

Ho avuto amore per qualcuno, per le montagne, per la vita, ma poco per me stesso.

Il meccanismo, il segreto semplicissimo dell'esistenza è togliere per vedere, per avere una visione, per cui l'essenziale è produrre la vita e campare con le cose necessarie a quella funzione. E solo quelle. La vita è come scolpire, bisogna togliere.

Non mi piace il silenzio degli uomini, di quelli che non raccontano le loro vicissitudini, che non confessano il loro bisogno di aiuto. È proibito oggi chiedere aiuto. Chiediamoci aiuto! 

Viviamo di parole dentro il nostro cuore, parole nel silenzio.

Noi continuiamo a non dirci le cose. Le parole non servono più ma vivono lo stesso, nascoste dentro di noi, parole praticate ma non dette.

La parola «amore» oggi significa «aspettarsi di essere amati»: tu mi devi amare, altrimenti ti ammazzo.

Gli uomini si guardano, si scrutano, si filmano, si studiano, senza rivelarsi mai nulla l’uno con l’altro. Dovremmo essere più delatori di noi stessi. Se ci confessassimo, ci aiuteremmo meglio.

Il mondo va storto soprattutto perché non abbiamo imparato e non vogliamo dirci le cose. Ci teniamo tutto dentro il nostro bozzolo. È molto triste.

Le tegole dei tetti si passano l’acqua, non se la tengono, si danno l’acqua perché aiuta. Se ce la teniamo, l’acqua diventa putrida. Ma c’è l’orgoglio, c’è la vergogna. 

Credo, e vorrei sbagliarmi, che la verità non sia pane di questo mondo, neanche tra di noi, nemmeno tra amici.

Le guerre non sono altro che la moltiplicazione per milioni delle piccole guerre che nascono dentro di noi.

Non c’è perdono, questo è il male senza speranza. Non ci si perdona nulla, siamo preda di sentimenti primitivi come l’odio e l’invidia che non riusciamo a controllare.

Per fare i genitori bisognerebbe avere un patentino, superare un esame. Non è possibile che uno faccia il genitore rovinando questi ragazzini, che poi sono irrecuperabili perché l’albero che cresce storto non lo raddrizzi più, rimarrà storto. 

Non ho mai sopportato, soprattutto nei bambini, il fatto di metterli in competizione uno con l’altro. Uno vince e si sente il divetto, intanto quello che perde può essere rovinato a vita. La competizione fra bambini è una cosa orrenda, l’ho sempre condannata in assoluto. 

La vita è un gioco a perdere. 

La vita mi ha insegnato a perdere, a non essere vincitore, e ad apprezzare quello che capita.

Il corpo umano è fatto per muoversi, per lavorare, e quindi faticare, nei limiti e nei canoni giusti, per non logorarsi e per non morire di fatica. Il corpo è fatto per muoversi e ormai non lo muoviamo più, tutto è stato sostituito da un meccanismo.

Recuperiamo il contatto con la natura. Non si può vivere solo di meccanismi, di computer, perché l’uomo così si raffredda, perde l’entusiasmo, l’esuberanza, la voglia di vivere.

Credo che ogni cosa umile abbia un valore, basta saperlo vedere anche là dove sembra che non ci sia nulla. Ci sono dei libri brutti, soprattutto i miei, ma non può esistere un libro che non abbia dentro qualche riga buona, qualche passaggio utile a migliorarci.

L’uomo non sarà mai felice finché desidererà quello che non ha.

Felicità per me significa tranquillità, uso sereno e naturale delle cose, allegra accettazione. Non è felice chi ha di più, è felice chi ha di meno ma è soddisfatto di sé. 

La tecnica del vincitore è quella di perdere, la tecnica del più forte è quella di essere debole. Questo predico nelle scuole, imparate a perdere e allora quello che arriva è tutto buono.

Guida poco che devi bere
© Mondadori, 2013 - Selezione Aforismario

Raccomandare a un giovane di non bere è come pretendere che non piova, non sorga il sole o appaia il giorno dopo la notte. I ragazzi di oggi bevono quasi tutti. Se non proprio tutti, come disse Napoleone, bonaparte sì.

Tra le varie schiavitù c’è anche quella degli eroinomani d’affetto, persone fragili, insicure ed egoiste che spesso diventano violente giacché la loro esistenza è condizionata dall’amore di qualcuno. 

L'Italia è un Paese di auspicanti, Paese di attese perfette dove ci si augura, anzi ci si illude che succeda qualcosa senza muovere un dito.

L’inizio del bere è un po’ come l’amore quando sboccia, fa tremare i polsi, battere il cuore, emozionare, avere forza e stima di se stessi. Amore e alcol ci fanno credere di contare qualcosa. Invece non contiamo nulla.

Il tempo logora le cose. Producendo verità, togliendo veli, facendo giustizia. Alla fine, tutto e tutti ci deluderanno e l’esistenza diventerà disperata. 

Ci vuole misura, sia nel bere che nell’amare, e in tutte le cose che accompagnano la vita degli esseri umani. Ma trovare e mantener misura lungo quell’entità istruttiva e distruttiva chiamata tempo è difficile se non impossibile.

So per esperienza che diventa impresa ardua dominare gli istinti quando si è pieni di alcol. Ma raccomandare almeno un tentativo di riflessione prima dello scatto fuori controllo è dovere sacrosanto. Poi, ognuno avrà la sua sorte.

Ai giovani dico: «Bevete e divertitevi, ma con misura e giudizio». Misura e giudizio si possono imparare. 

Ricordate: dove passa l’acqua dei secoli lascia delle tracce, l’alcol le cancella. Bevete e divertitevi, ma non cancellate con l’alcol le vostre tracce.

Se si hanno degli interessi, qualche hobby, un po’ d’affetto, si può riuscire a non darsi completamente all’alcol.

Un figlio si vorrebbe nascondere piuttosto di sapere e vedere suo padre sbronzo. Pensate a quando sarete padri, cari ragazzi!

I misteri della montagna
© Mondadori, 2015 - Selezione Aforismario

Chi davvero ama la montagna l'affronta con umiltà e pazienza. Sa che verrà ricompensato con doni di albe nuove, sempre diverse, eppure ogni mattina le stesse.

Della montagna non si scoprirà mai tutto il mistero, solo particolari, o dettagli. Perché il segreto sono gli uomini e gli uomini non si svelano mai del tutto. 

I boschi sono un mistero di parole: cantano ninne nanne, disegnano il vento, occultano le cose. Il vento fa cadere le foglie ma non svela i misteri.

Il luogo dell’infanzia brilla nel ricordo, finché la sentinella della memoria non abbandona la posizione.

Il mare è una montagna che dorme, la montagna un oceano verticale. Non vi è differenza se non che uno è liquido e l’altra solida.

Il vero pericolo per la montagna, comunque, è l'uomo. Non si rende conto che distruggendo la natura, distrugge se stesso.

In montagna non si è mai sicuri di giungere in cima, a volte nemmeno di scendere.

L'autunno è un vino che finisce, l'origine del vuoto. Vuoto a perdere per lunghi mesi. Vento e pioggia danno una mano, fanno pulizia, creano trasparenze.

La montagna si concede ma è donna difficile, molto difficile. Spesso riottosa, caratteraccio. Non si lascia conquistare facilmente. È un cavallo selvaggio, va domato con lealtà e pazienza.

La montagna è piena di segreti. Stanno nascosti per bene. Anche quando non c’è neve, restano al riparo.

La montagna cambia tutto. Modifica, rinnova, distorce. È una forza misteriosa che resuscita i segreti, li ravviva, li sposta qua e là, come il giocatore sposta i pezzi sulla scacchiera. I pezzi sono gli uomini, che cercano le cose e ascoltano le voci. E poi le perdono, le dimenticano per strada, lungo la vita. 

Le montagne attirano, catturano, affascinano proprio perché non fanno niente per attirare, catturare, affascinare. Stanno lì e basta. Se qualcuno vi sale, bene, se no è lo stesso. La natura non chiede nulla, non gioca scherzi, né si lamenta. Se ne sta lì impassibile, a condurre la sua vita scandita dalle stagioni.

La tristezza non se ne va via dalle case dei morti. Un fuoco si può riaccendere, come l'amore, le vite no, quando si spengono è per sempre.

La vita separa gli amici di gioventù come la scure spacca il tronco. Un pezzo di qua, uno di là. L'uno diventa fuoco, l'altro sostegno di un mobile zoppo. Altri chissà cosa, chissà dove.

Nessun uomo può sapere che cosa cerca. I segreti vivono dentro di lui, sono le sue speranze, i suoi crucci.

Nel muro
© Mondadori, 2018,

La forza delle donne, il loro potere sui maschi, mi dà parecchio fastidio. Sono più forti degli uomini, gli fanno fare quello che vogliono, se li giocano come marionette. Questo non lo sopporto. Poveri diavoli, gli uomini.

Arrampicare
Una storia di rocce, di sfide e d'amore © Solferino, 2022 - Selezione Aforismario

Guardate un bambino di pochi mesi. Guardatelo sforzarsi di tirarsi su dal pavimento, aggrappandosi al divano. Cercare di salirci. Farcela. Questa idea è dentro di noi. Ed è più di un’idea, è una necessità. È nell’essere umano, l’idea della scalata. L’idea di salire, di allungarsi verso il cielo. Il nostro divano sono state le montagne. Da bambini. E dopo.

Le strade che prendi nella vita non sono quelle che ti vengono indicate con il dito, sono quelle che rubi con gli occhi e con le orecchie. I maestri non sono quelli che ti dicono dove andare, ma quelli che ti creano la curiosità di andare dove sono stati loro, vedere quello che hanno visto loro.

La regola generale è chiara: se hai i soldi e sei intelligente, diventi generoso. Se hai i soldi e non sei intelligente, diventi arrogante. 

L’uomo ha sempre bisogno di gratificazioni, l’uomo è un poveraccio. Vanità, fragilità, insicurezza appartengono a tutti noi.

La montagna, per chi la pratica, ma anche semplicemente per chi ci cammina, è un libro. Se non capisci la sua lingua, se lasci che ti rimanga straniera, sei perduto. 

Il rocciatore non ha davanti una montagna ma una pagina scritta in una lingua che deve decodificare sull’istante perché il tempo di stare a pensare, se sei aggrappato a una guglia con il mignolo, non ce l’hai.

Nell’arrampicata non puoi barare, non puoi mentire. Se non passi salti giù. O al limite torni indietro, ma è una sconfitta.

Note
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