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Frasi di Edmondo De Amicis da "Cuore" e altri libri

Selezione di frasi e citazioni di Edmondo De Amicis (Oneglia 1846 - Bordighera 1908), scrittore e pedagogo italiano, noto soprattutto per essere l'autore del romanzo Cuore (1886), tra i libri più popolari della letteratura mondiale per ragazzi.
Pronuncia sempre con riverenza questo nome – maestro – che dopo quello
di padre,è il più nobile, il più dolce nome che possa dare un uomo
a un altro uomo. (Edmondo De Amicis)
Cuore
Treves 1886 - Selezione Aforismario

Oggi primo giorno di scuola. Passarono come un sogno quei tre mesi di vacanza in campagna! Mia madre mi condusse questa mattina alla sezione Baretti a farmi inscrivere per la terza elementare: io pensavo alla campagna, e andavo di mala voglia.

La scuola è una madre.

Ecco il primo giorno. Ancora nove mesi. Quanti lavori, quanti esami mensili, quante fatiche! – Avevo proprio bisogno di trovar mia madre all'uscita, e corsi a baciarle la mano. Essa mi disse: – Coraggio, Enrico! Studieremo insieme. – E tornai a casa contento.

Pare che li faccia tutti eguali e tutti amici la scuola.

L'educazione di un popolo si giudica dal contegno ch'egli tien per la strada. Dove troverai la villania per le strade, troverai la villania nelle case.

Pronuncia sempre con riverenza questo nome – maestro – che dopo quello di padre, è il più nobile, il più dolce nome che possa dare un uomo a un altro uomo. 

Immagina pure che ti siano destinati nella vita molti giorni terribili; il più terribile di tutti sarà il giorno in cui perderai tua madre. 

Non sperar serenità nella tua vita, se avrai contristato tua madre. 

L'assassino che rispetta sua madre ha ancora qualcosa di onesto e di gentile nel cuore, il più glorioso degli uomini, che l'addolori e l'offenda, non è che una vile creatura.

L'uomo che pratica una sola classe sociale, è come lo studioso che non legge altro che un libro.

Chi rispetta la bandiera da piccolo, la saprà difendere da grande.

[La patria] è una cosí grande e sacra cosa, che se un giorno io vedessi te tornar salvo da una battaglia combattuta per essa, salvo te, che sei la carne e l'anima mia, e sapessi che hai conservato la vita perché ti sei nascosto alla morte, io tuo padre, che t'accolgo con un grido di gioia quando torni dalla scuola, io t'accoglierei con un singhiozzo d'angoscia, e non potrei amarti mai piú, e morirei con quel pugnale nel cuore.

Dare la vita per il proprio paese [...], è una grande virtú.

Ricordatevi bene di quello che vi dico. Perché questo fatto potesse accadere, che un ragazzo calabrese fosse come in casa sua a Torino e che un ragazzo di Torino fosse come a casa propria a Reggio di Calabria, il nostro paese lottò per cinquant'anni e trentamila italiani morirono. Voi dovete rispettarvi, amarvi tutti fra voi; ma chi di voi offendesse questo compagno perché non è nato nella nostra provincia, si renderebbe indegno di alzare mai più gli occhi da terra quando passa una bandiera tricolore.
L'educazione di un popolo si giudica dal contegno ch'egli tien per la strada.
Dove troverai la villania per le strade, troverai la villania nelle case.
(Edmondo De Amicis)
La vita militare
1868

Se di tutti gli affetti gentili e di tutte le azioni oneste e generose di cui andiamo superbi si potesse scoprire il primo e vero germe, noi lo scopriremmo quasi sempre nel cuore di nostra madre.

Pagine sparse
1874

Il destino di molti uomini dipese dall'esserci o non esserci stata una biblioteca nella loro casa paterna.

Una casa senza libreria è una casa senza dignità, − ha qualcosa della locanda, − è come una città senza librai, − un villaggio senza scuole, − una lettera senza ortografia.

Il soldato Poggio
1890

Carnevale, giorno sempre triste per me che amo la quiete ed il silenzio

Il vino
1890

Il vino che fa alzare nello stesso tempo il calice, la fronte e il pensiero; il vino che mette all'operaio la forza nel braccio e il canto sulle labbra; l'allegria della nostra mensa d'ogni giorno, il festeggiatore delle riconciliazioni e dei ritorni, il liquore benefico che riscalda le vene dei nostri vecchi, che rinvigorisce le convalescenze sospirate dei nostri bambini, che aggiunge un sorriso all'amicizia e una scintilla all'amore; il secondo sangue della razza umana.

Il vino è stato chiamato il cavallo del poeta. E non si può negare, certamente, che in groppa a questo cavallo, il poeta, se non va sano, va lontano.

Il Goethe ha definito la gioventú "un'ebbrezza senza vino". Aggiungendovi il vino, l'ebbrezza diventa quello che l'ha definita Seneca: una volontaria pazzia.

Amore e ginnastica
1892

Nel cuore delle donne non ci vede chiaro che l'esaminatore disinteressato.

Una ragazza è sempre un mistero; non c'è che fidarsi al suo viso e all'ispirazione del proprio cuore.

L'idioma gentile
1905

Frasi fatte. Come mai chi le rimastica non ci sente il rancidume che ammorba la bocca e vince lo stomaco?

Morte di una madre
Amico, tu non vedrai mai più tua madre su questa terra. Questa è la tremenda verità. Io non mi reco a vederti, perché il tuo è uno di quei dolori solenni e santi che bisogna soffrire e vincere da sé soli. Comprendi ciò che voglio dire con queste parole: – Bisogna vincere il dolore? – Vincere quello che il dolore ha di meno santo, di meno purificatore; quello che, invece di migliorare l’anima, la indebolisce e l’abbassa. Ma l’altra parte del dolore, la parte nobile, quella che ingrandisce e innalza l’anima, quella deve rimanere con te, non lasciarti più mai. Quaggiù nulla si sostituisce a una buona madre. Nei dolori, nelle consolazioni che la vita può darti ancora, tu non la dimenticherai mai più. Ma tu devi ricordarla, amarla, rattristarti della sua morte in un modo degno di lei. O amico, ascoltami. La morte non esiste, non è nulla. Non si può nemmeno comprendere. La vita è vita, e segue la legge della vita: il progresso. Tu avevi ieri una madre in terra: oggi hai un angelo altrove. Tutto ciò che è bene sopravvive, cresciuto di potenza, alla vita terrena. Quindi anche l’amore di tua madre. Essa t’ama ora più che mai. E tu sei responsabile delle tue azioni a Lei più di prima. Dipende da te, dalle opere tue d’incontrarla, di rivederla in un’altra esistenza. Tu devi dunque, per amore e riverenza a tua madre, diventar migliore e darle gioia di te. Tu dovrai d’ora innanzi, ad ogni atto tuo, dire a te stesso: – Lo approverebbe mia madre? – La sua trasformazione ha messo per te nel mondo un angelo custode al quale devi riferire ogni cosa tua. Sii forte e buono; resisti al dolore disperato e volgare; abbi la tranquillità dei grandi patimenti nelle grandi anime: è ciò che essa vuole.

Libro di De Amicis consigliato
Cuore
Editore Einaudi, 2007

È passato più di un secolo da quando, nel 1886, Cuore venne pubblicato per la prima volta e rese De Amicis lo scrittore più letto d'Italia. Eppure, ancora oggi questo libro ci colpisce non solo per la straordinaria, ineguagliata fortuna che l'ha accompagnato lungo tutta la sua storia, ma anche per i suoi pregi letterari: per la scrittura, per la sapienza di una sceneggiatura completa, per la capacità di concludere un episodio con una singola, magistrale frase. Lo stesso intento pedagogico e l'impegno civile che lo permeano sono la dimostrazione di una tensione morale capace di renderlo emozionante e commovente anche per il lettore contemporaneo.